Un episodio di violenza verbale ai danni di un’infermierà si è verificato recentemente all’ospedale di Tarquinia. La donna è stata minacciata da un paziente anziano mentre era al lavoro; la situazione ha richiesto l’intervento e la denuncia da parte del sindacato Fp Cisl di Viterbo che chiede misure più incisive per difendere il personale sanitario. Il fatto è parte di un fenomeno più ampio di aggressioni verso chi opera nei servizi sanitari, un rischio che il sindacato vuole affrontare con nuove garanzie contrattuali e azioni concrete.
Il grave episodio di tarquinia: tensione e minacce in corsia
Il caso è avvenuto all’interno dell’ospedale di Tarquinia, durante un normale turno di lavoro di una infermierà. Un uomo anziano ha iniziato a inveire contro la donna subito dopo aver sollevato dubbi sulle modalità con cui venivano chiamati i pazienti per le visite. Nonostante le spiegazioni chiare da parte dell’infermiera, l’anziano ha continuato ad alzare la voce, avanzando con atteggiamento intimidatorio che ha costretto la professionista a indietreggiare ripetutamente per tutelare la propria incolumità.
La scena e il comportamento del figlio
Alla scena ha assistito anche il figlio dell’uomo, che però non è intervenuto per calmare il padre o per evitare che la situazione degenerasse. L’episodio ha provocato forte stress e disagio nell’operatrice, che ha deciso di denunciare l’accaduto al termine del suo turno per proteggere se stessa e i colleghi, temendo che episodi simili potessero ripetersi a prescindere dalla loro gravità.
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La posizione della fp cisl di viterbo e la richiesta di aiuto legale
Stefania Gunnella, alla guida della Fp Cisl di Viterbo, ha raccolto la testimonianza della collega e ha espresso piena solidarietà a tutte le figure sanitarie esposte a queste situazioni. Il sindacato offre sostegno legale alle persone che scelgono di denunciare queste aggressioni, consapevole che spesso molti episodi rimangono nascosti per paura o per il poco supporto disponibile.
Le aggressioni, nella loro forma verbale o fisica, sono frequenti e rappresentano un problema serio. Gunnella ha sottolineato come la mancanza di segnalazioni precise nasconda realtà più gravi di quanto emerga pubblicamente. Questo fenomeno richiede attenzione non solo da parte delle istituzioni ospedaliere ma anche attraverso il coinvolgimento del sindacato, da sempre impegnato a monitorare e intervenire per la sicurezza dei sanitari.
Necessità di tutele maggiori e del contratto collettivo nazionale di lavoro
Il caso di Tarquinia è letto come un campanello d’allarme per l’intero settore della sanità locale. La Fp Cisl di Viterbo ha chiesto interventi rapidi e strutturali per prevenire aggressioni simili in futuro. Tra le richieste principali c’è l’urgenza di firmare il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, che dovrebbe includere maggiori tutele per la sicurezza e un riconoscimento contrattuale più forte per chi opera in ambienti a rischio.
Le misure difensive concrete, secondo il sindacato, devono prevedere il riconoscimento pieno del pericolo che i sanitari affrontano quotidianamente. Queste azioni si accompagnano a un appello affinché vengano adottate politiche più rigorose di controllo e prevenzione negli ospedali, con personale in grado di gestire situazioni di conflitto e un sistema di denuncia chiaro e protetto.
Sfide e situazione degli operatori sanitari nel territorio di viterbo
Gli operatori sanitari di Viterbo e dintorni vivono una realtà complessa, dove il rischio di aggressioni non è un fatto isolato ma un elemento ricorrente. La pressione legata ai turni, alle condizioni di lavoro e al rapporto con i pazienti rende necessario un supporto che vada oltre la semplice presenza in corsia. La Fp Cisl sta monitorando attentamente questi fenomeni e sostiene i lavoratori in modo diretto, attraverso servizi di consulenza e supporto a chi denuncia episodi di violenza e intimidazione.
La vicenda di Tarquinia arriva in un momento in cui il dialogo su sicurezza e diritti dei sanitari è tornato al centro del dibattito pubblico. “L’obiettivo è evitare che aggressioni di questo tipo diventino la norma e far sì che chi opera nella sanità possa svolgere il proprio compito senza paura, con la certezza di essere tutelato da norme specifiche e da un sistema che riconosca il loro ruolo essenziale nella comunità.”