Un episodio di violenza ha coinvolto ieri pomeriggio personale sanitario impegnato in soccorso a napoli. Un’ambulanza del 118 è finita nel mirino di un’aggressione mentre prestava assistenza in un centro per migranti vicino alla stazione centrale, in via Marvasi. Questo evento si somma a una lunga serie di attacchi a operatori sanitari nella città e provincia.
Condizioni critiche del sistema di emergenza territoriale
Il sistema sanitario di napoli e provincia affronta diversi problemi legati alla carenza di mezzi e personale. Attualmente l’area conta solo 19 ambulanze disponibili per un bacino di circa un milione e mezzo di abitanti, tra il capoluogo e l’isola di Capri. Questo numero non basta a garantire una copertura adeguata e un pronto intervento in ogni situazione.
I tempi di risposta per i codici rossi, cioè le emergenze più gravi, corrispondono alla media nazionale, ma lavorare in un contesto con risorse limitate mette a rischio efficacia e sicurezza. Il personale coinvolto si trova spesso sotto stress, mentre gli episodi di aggressione peggiorano il quadro generale, rendendo il lavoro più pericoloso e meno attrattivo.
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L’aggressione durante un intervento in via marvasi
L’attacco è avvenuto nel primo pomeriggio di ieri, quando un’ambulanza del 118 stava operando in un centro per migranti nel quartiere vicino alla stazione centrale di napoli. Un ospite della struttura, le cui motivazioni restano ancora da accertare, ha scagliato una bottiglia contro il mezzo di soccorso. Il parabrezza dell’ambulanza ha subito danni rilevanti, compromettendo la funzionalità del veicolo durante un’emergenza.
Gli operatori a bordo, per fortuna, sono rimasti illesi, ma l’accaduto evidenzia ancora una volta il grave problema delle aggressioni rivolte a medici, infermieri e soccorritori. L’episodio si inscrive in un contesto di crescente tensione e insicurezza, specie quando gli operatori devono intervenire in situazioni delicate o in ambienti con persone fragili o in condizioni di stress.
Le aggressioni al personale sanitario a napoli dall’inizio dell’anno
Secondo i dati raccolti dall’associazione “Nessuno tocchi Ippocrate”, questa sarebbe la trentaseiesima aggressione registrata quest’anno contro personale medico e infermieristico nelle aree delle asl Napoli 1 e Napoli 2 Nord. L’associazione denuncia che ormai gli operatori vengono attaccati “per principio”, una frase che mette in luce quanto la violenza nei confronti di chi assiste i malati sia diventata purtroppo una costante anche qui.
Il personale del 118 si conferma il più esposto, spesso vittima di atti violenti proprio durante le emergenze, situazione in cui dovrebbero poter operare senza interferenze. Il ripetersi di fatti del genere rischia di scoraggiare chi lavora in ambito sanitario e di aggravare le difficoltà quotidiane di un sistema già sotto pressione.
L’appello per incentivi e tutele al personale sanitario
Per affrontare queste difficoltà la regione Campania ha promosso un concorso per assumere venti medici da inserire nel 118, tuttavia sono arrivare appena ventotto candidature. Il numero non garantisce che tutti si presentino e molti professionisti preferiscono optare per impieghi meno rischiosi e faticosi.
Nel contempo crescono le richieste di misure concrete che includano incentivi economici, condizioni di lavoro più sicure e soprattutto l’applicazione di sanzioni efficaci per chi aggredisce il personale sanitario. La necessità di pene certe è sottolineata per evitare che gesti violenti rimangano nell’impunità, e consentire così ai soccorritori di operare senza paura.
Napoli vive una situazione preoccupante per la tenuta della sua rete di emergenza, con un progressivo stress sugli operatori e rischi crescenti legati alla sicurezza, che richiedono interventi rapidi e mirati.