aggressione a don antonio coluccia al quarticciolo, rinnovato attacco dei gruppi di spaccio nella capitale

aggressione a don antonio coluccia al quarticciolo, rinnovato attacco dei gruppi di spaccio nella capitale

don antonio coluccia aggredito nel quarticciolo, periferia di roma nota per lo spaccio; solidarietà politica e proposte di sicurezza ispirate al modello caivano per contrastare la criminalità organizzata.
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Don Antonio Coluccia, sacerdote impegnato contro lo spaccio nel quarticciolo di Roma, è stato aggredito durante un incontro con i residenti; l’episodio evidenzia la crisi di sicurezza nelle periferie e ha suscitato solidarietà politica e proposte per rafforzare la lotta alla criminalità. - Gaeta.it

Un nuovo episodio di violenza si è verificato nella notte fra le vie del quarticciolo, zona della periferia romana ormai nota per le tensioni legate allo spaccio di droga. Don antonio coluccia, sacerdote impegnato da anni contro questa piaga sociale, è stato bersaglio di un’aggressione mentre incontrava abitanti esasperati dalla situazione nella zona. Il caso segna un’altra pagina di sofferenza e resistenza nelle periferie della Capitale.

l’aggressione subita da don antonio coluccia nella zona del quarticciolo

Il sacerdote si trovava nel quarticciolo con la scorta che lo segue ormai da tempo, per un confronto diretto con i residenti delle case popolari. L’area è caratterizzata da un’assenza di illuminazione pubblica, causata da atti di sabotaggio che gruppi di spacciatori compiono regolarmente per coprire le loro attività illegali durante la notte. Appena arrivato nei lotti, don antonio ha subito il lancio di pietre da parte di alcune vedette che vigliano sulla piazza dello spaccio.

Dettagli dell’aggressione

Le pietre non hanno ferito nessuno, ma l’episodio ha scatenato urla offensive rivolte al sacerdote, definito “prete infame”. Ben presto decine di ragazzi, alcuni dei quali con cani al guinzaglio, hanno fatto irruzione nella zona. La scena denuncia un clima di intimidazione forte e radicato in quella parte di Roma, dove la paura non permette agli abitanti di vivere senza minacce.

il ruolo di don antonio e le sue battaglie contro lo spaccio nelle periferie romane

Il prete salentino opera da anni in queste aree, impegnandosi per limitare il degrado prodotto dalla diffusione della droga. Il suo lavoro consiste non soltanto nel denunciare, ma soprattutto nel dialogare con le persone che abitano quei quartieri, spesso giovani che rischiano di finire nel giro della criminalità organizzata. Don antonio riconosce l’importanza di instaurare un rapporto diretto con i residenti per comprendere da vicino le dinamiche sociali.

Interventi nelle piazze di spaccio

Non a caso interviene anche nelle piazze di spaccio, accompagnando molti ragazzi – spesso minorenni – lontano da percorsi di violenza e illegalità. La sua azione si sovrappone a quella di alcune forze politiche locali impegnate a promuovere iniziative finalizzate alla sicurezza e al rispetto delle regole in queste zone, dove le infiltrazioni criminali rendono difficile ogni forma di controllo.

La reazione politica all’aggressione: solidarietà e proposte per la sicurezza

Marcando la gravità dell’episodio, il senatore marco scurria, vicecapogruppo di fratelli d’italia, ha espresso solidarietà a don antonio coluccia. Scurria ha ricordato il percorso del sacerdote nella lotta contro i clan, mettendo in luce il supporto dai rappresentanti politici come la consigliera cristina de simone, e i consiglieri umberto matronola e daniele rinaldi. Questi ultimi seguono da mesi la situazione delle periferie romane, soprattutto nei municipi sette e cinque, le aree maggiormente colpite da violenze recenti.

Il modello caivano come strategia

La risposta parlamentare si concentra sul rilancio del cosiddetto modello caivano, adeguato secondo il governo guidato da giorgia meloni per affrontare l’illegalità in modo deciso. Scurria ha sottolineato che questa strategia, proposta per affrontare situazioni difficili come quella romana, dovrebbe ridurre il senso di insicurezza diffuso fra i cittadini onesti, offrendo strumenti concreti per garantire sicurezza e ordine.

La difficile realtà delle periferie: il quarticciolo come microcosmo della crisi sociale

Il quarticciolo è una delle tante realtà periferiche che affrontano con difficoltà i problemi legati alla guerra allo spaccio di sostanze stupefacenti. La mancanza di illuminazione pubblica non è solo un problema infrastrutturale, ma un segno tangibile della presenza di gruppi che controllano il territorio. I sabotaggi alle luci rappresentano una strategia per mantenere il controllo e operare indisturbati di notte.

La minaccia dei gruppi criminali

Questi ambienti, spesso composti da minori e giovani adulti in cerca di un’identità, diventano terreno fertile per chi vuole reclutare nelle fila della criminalità. Il clima di violenza e le ripetute aggressioni mettono a rischio la vita quotidiana non solo di chi lavora per il cambiamento, come don antonio, ma anche degli stessi abitanti che spesso si trovano schiacciati in mezzo a queste tensioni.

Intervento delle autorità civili e religiose

In questo quadro, la risposta delle autorità civili e religiose diventa cruciale. Il coinvolgimento di figure come don antonio rappresenta un tentativo di ricucire il tessuto sociale. Allo stesso tempo, la pressione politica si fa sentire per introdurre sistemi e controlli che limitino l’espansione di reti illegali e restituiscano sicurezza a chi vive e lavora nel quarticciolo e nelle altre periferie romane.

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