L’insufficienza cardiaca continua a rappresentare un problema sanitario importante in Italia e nel mondo. La patologia coinvolge prevalentemente persone più anziane e si presenta spesso come complicazione finale di altre malattie cardiache. La gestione terapeutica e la prevenzione delle ricadute restano prioritarie nel tentativo di limitare mortalità e ricoveri. Lo studio “Bring-up 3 Scompenso” promosso dall’Anmco offre nuove informazioni sul trattamento e sull’andamento clinico dei pazienti.
Incidenza e impatto dello scompenso cardiaco nella popolazione anziana
L’insufficienza cardiaca, condizione in cui il cuore non pompa abbastanza sangue, colpisce un numero crescente di persone con l’età. La malattia deriva spesso da altre patologie come l’infarto miocardico o l’ipertensione non controllata. La mortalità complessiva dei pazienti con scompenso non ha mostrato miglioramenti significativi negli ultimi 15 anni, in particolare nei casi con frazione di eiezione ridotta. Questa tipologia di insufficienza cardiaca implica una riduzione funzionale evidente del ventricolo sinistro, responsabile della spinta del sangue nell’organismo.
Oltre al rischio di morte, i pazienti affrontano frequenti ricoveri ospedalieri che rappresentano un peso sul sistema sanitario. La gestione efficace di questa patologia richiede quindi un approccio mirato per evitare esiti peggiori e migliorare la qualità di vita. La sfida resta la tempestività nell’intervenire con terapie adeguate, capacità di adattare i farmaci al singolo paziente e di monitorare i segni di peggioramento.
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Nuovi approcci terapeutici e linee guida europee per lo scompenso cardiaco
Le linee guida ESC del 2021 hanno rivisto l’approccio terapeutico allo scompenso con frazione di eiezione ridotta, proponendo quattro classi di farmaci da utilizzare insieme per offrire maggior protezione. Questi includono inibitori dell’enzima di conversione , sartani o ARNi, beta-bloccanti, antagonisti dell’aldosterone e inibitori del SGLT2, farmaci che hanno dimostrato nei trial clinici di ridurre mortalità e ospedalizzazioni.
L’obiettivo è avviare il prima possibile questi trattamenti combinati, in modo personalizzato in base al profilo del paziente e alla risposta clinica. Il tempismo e la completezza della terapia condizionano il decorso. L’ANMCO ha sottolineato l’importanza di queste cure durante il congresso nazionale tenutosi a Rimini dove si sono presentati i risultati dello studio Bring-up 3 Scompenso.
Risultati principali dello studio bring-up 3 scompenso: adesione e follow-up
Questo studio ha raccolto dati da più di 5000 pazienti nella sua prima fase e recentemente ha chiuso la seconda con altri 4500 casi in 160 centri cardiologici italiani. Il tasso di completamento della raccolta dati ha superato il 97%, dimostrando un impegno notevole da parte dei centri coinvolti. Lo studio riporta un’adesione significativa alle terapie consigliate dalle linee guida, superiore rispetto ad altri registri internazionali pubblicati.
Più del 65% degli ospedali ha superato l’obiettivo di arruolamento previsto, offrendo un quadro rappresentativo della pratica clinica nel paese. I pazienti hanno ricevuto in larga misura i quattro pilastri terapeutici, configurando un miglioramento rispetto al passato e una conferma dell’impatto positivo degli studi clinici tradotti nella cura quotidiana.
Mortalità e ricoveri: focus sui progressi e sulle sfide ancora aperte
L’analisi dei dati a un anno di follow-up suggerisce una riduzione della mortalità tra i pazienti con scompenso cronico. Rispetto ad anni fa, quando il tasso superava il doppio di quello attuale, oggi si attesta intorno al 5%. Questo declino si associa all’utilizzo diffuso di farmaci efficaci e a una gestione clinica più accurata. In particolare, chi mostra un miglioramento della funzione ventricolare sinistra ha una mortalità annuale quasi trascurabile, sotto il 2%.
Nonostante i passi avanti, un paziente su cinque necessita di un nuovo ricovero nel corso dell’anno. Questo dimostra che la continuità assistenziale e il monitoraggio restano elementi essenziali da rafforzare. L’obiettivo resta limitare le ri-ospedalizzazioni per alleggerire il carico su medici, ospedali e famiglie.
Impegno dell’anmco e prospettive future nella gestione dello scompenso
L’ANMCO ha giocato un ruolo centrale nel coordinare una raccolta dati così ampia e nel diffondere pratiche cliniche aggiornate. Il presidente designato, Grimaldi, ha evidenziato come la completa adesione a livello nazionale abbia portato a risultati rilevanti nel trattamento e nella riduzione degli eventi fatali osservati. Tutti i farmaci raccomandati sono disponibili senza costi per i pazienti grazie al servizio sanitario nazionale.
L’esperienza di Bring-up Scompenso è considerata un modello pratico per migliorare l’assistenza in tutta Italia. Il lavoro non si ferma qui, ma continua con la volontà di mantenere, e possibilmente intensificare, i dati positivi emersi. Servirà una collaborazione costante fra cardiologi, medici di base e strutture ospedaliere per perfezionare il percorso di cura e ottimizzare l’esito per i malati.