Adriano Panzironi, conosciuto per la sua controversa dieta promettente una vita fino a 120 anni, si trova al centro di un’inchiesta che ha attirato l’attenzione dei media e della giustizia. Il pubblico ministero ha richiesto una pena di due anni e otto mesi per esercizio abusivo della professione medica. È accusato di aver sfruttato la vulnerabilità di persone in difficoltà con le sue diete, mentre il suo fratello, Roberto Panzironi, rischia una condanna di un anno e quattro mesi per il suo coinvolgimento nell’attività illecita. L’Ordine provinciale dei medici di Roma è stato identificato come parte offesa in questo caso.
La requisitoria del pubblico ministero
Durante la sua requisitoria, il pubblico ministero ha messo in evidenza come Panzironi abbia presentato la sua dieta come un metodo alternativo di cura, equiparandola a una veritiera cura medica. Nonostante ciò, i rappresentanti degli ordini professionali medici hanno affermato che nessun individuo non abilitato può fornire simili consigli nutrizionali, e Panzironi in particolare non ha l’autorizzazione necessaria. Secondo l’accusa, il suo approccio nutrizionale, che prevedeva l’eliminazione dei carboidrati, sarebbe stato particolarmente dannoso per soggetti con precedenti problemi alimentari, approfittando così della loro fragilità emotiva per promuovere il proprio regime alimentare.
Le affermazioni del pm pongono in risalto il rischio associato a diete non supportate da prove scientifiche e l’importanza della supervisione medica nel trattare questioni di salute. Panzironi ha promosso la sua dieta non solo attraverso il libro “Vivere 120 anni“, ma anche tramite la sua trasmissione televisiva, “Life 120 Channel“. Nonostante le affermazioni di successo, l’inchiesta attuale suggerisce che tali pratiche potrebbero aver oltrepassato il confine legale.
Le indagini sul comportamento di Panzironi
Secondo le indagini condotte dagli inquirenti, Panzironi avrebbe esercitato la sua attività di consulenza in ambito nutrizionale in modo sistematico, sia durante le trasmissioni televisive sia attraverso canali privati come Facebook e telefonate. L’accusa scrive che insieme ai suoi consigli personalizzati, il promotore della dieta ha venduto integratori collegati al suo regime alimentare, generando guadagni significativi.
Si segnala che l’Ordine dei Medici del Lazio, già nel 2018, aveva presentato una denuncia contro i Panzironi, sostenendo l’esercizio abusivo della professione. Tuttavia, inizialmente la causa era stata archiviata poiché il giudice non aveva trovato evidenze di frode nei prodotti venduti. Nonostante questo, gli sviluppi attuali delle indagini hanno riacceso i riflettori sulla questione con accuse più gravi.
Nel contesto dell’accusa si sottolinea l’importanza di una corretta informazione riguardante le pratiche nutrizionali, soprattutto quando si rivolgono a una popolazione già in difficoltà . La salute e il benessere degli individui fragili necessitano di un approccio eticamente e professionalmente responsabile.
La difesa di Adriano Panzironi
Con il processo che si avvia verso l’attenzione dei giudici, la difesa di Adriano Panzironi sarà orchestrata dagli avvocati penalisti Giorgio Perroni e Bruno Andò. Saranno chiamati a presentare una chiara narrazione sulla posizione di Panzironi e sulle sue reali intenzioni nel promuovere il suo metodo alimentare. La difesa dovrà dimostrare che le azioni del cliente non costituiscono esercizio abusivo della professione medica, ponendo un accento sulle discrepanze tra le sue affermazioni pubbliche e le normative vigenti.
La sentenza di primo grado è attesa nei primi mesi del prossimo anno, portando con sé un’imminente attesa per tutti gli interessati. In un clima già carico di attenzione su temi di salute e sicurezza alimentare, la vicenda di Panzironi si inserisce in un dibattito più ampio riguardante l’etica nella consulenza nutrizionale e i confini della comunicazione relativa alla salute.
Ultimo aggiornamento il 19 Ottobre 2024 da Sofia Greco