Mario Ulivi, uno degli ultimi testimoni diretti della strage nazista a Sant’Anna di Stazzema, è morto a 86 anni. Sopravvissuto a quell’eccidio del 1944 da bambino, ha dedicato gran parte della sua vita a ricordare quel momento tragico, conservando viva la memoria di quella pagina drammatica della storia italiana. La sua morte segna la perdita di una voce preziosa che ha raccontato ai giovani le atrocità commesse in Toscana durante la Seconda Guerra Mondiale.
La Strage Di Sant’Anna Di Stazzema: il dramma vissuto da Mario ulivi
Il 12 agosto 1944 la località di Sant’Anna di Stazzema, in provincia di Lucca, fu teatro di uno dei massacri più efferati avvenuti in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. Quel giorno, Mario Ulivi aveva solo cinque anni. I soldati tedeschi radunarono gli abitanti in due stalle adiacenti nella zona di Vaccareccia. Dentro spararono con mitra e lanciarono bombe a mano, sterminando decine di persone, comprese la madre di Mario e la sorella Lidia, 18 anni.
Il bilancio definitivo parla di 40-50 persone uccise e i corpi dati alle fiamme con paglia e fieno, mentre fuori dalla stalla furono trovati altri 11 cadaveri di chi aveva tentato una fuga disperata, falciato da mitragliatrici piazzate ai lati. In mezzo a quella carneficina, Ulivi, insieme a tre altri bambini, scampò miracolosamente al massacro.
La fuga salvifica: come Mario Ulivi è sopravvissuto al massacro
Mario Ulivi è stato uno dei quattro bambini sopravvissuti a quella tragica giornata. Con lui c’erano Milena Bernabò, Lina Antonucci e Mauro Pieri, rispettivamente di 16, 9 e 12 anni. Durante l’attacco i quattro riuscirono a nascondersi sul fondo della stalla e, usando un pezzo di tavola per raggiungere una mangiatoia sul muro, salirono fino al piano superiore. Da lì fuggirono passando attraverso il tetto, prima che le fiamme avvolgessero il luogo.
Questo escamotage, coordinato soprattutto dalla volontà di Milena Bernabò — oggi insignita della Medaglia d’oro al merito civile proprio per questo gesto — salvò la vita a indifesi bambini. Mario, tuttavia, riportò ferite da schegge che non poterono essere rimosse; il trauma lo segnò fino allo sviluppo, provocandogli un’amnesia che gli impedì di ricordare chiaramente quei momenti, se non a tratti.
L’impegno civile di Mario Ulivi e il valore della memoria storica
Negli anni Ulivi mantenne un profilo riservato, ma si impegnò con costanza nell’Associazione Martiri di Sant’Anna di Stazzema. Sostenne in particolare il presidente Enrico Pieri e accompagnò spesso le visite degli studenti versiliesi al campo di concentramento di Mauthausen, parlando come portavoce della memoria di quel luogo.
Il sindaco di Stazzema, Maurizio Verona, ha ricordato Mario Ulivi come una figura fondamentale per mantenere vivo il ricordo di quella strage. Il suo contributo, ha detto, ha permesso ai giovani di conoscere quanto avvenuto, anche se ciò comportava affrontare dolori e immagini difficili. Verona ha segnalato che la testimonianza di Ulivi assume una rilevanza particolare in un momento storico in cui ideologie nate nel Novecento ritornano a minacciare la democrazia, anche in contesti diversi dal passato.
Ricordo e testimonianze: la voce degli ultimi superstiti di Sant’Anna
L’Associazione Martiri di Sant’Anna di Stazzema ricorda con rispetto Mario Ulivi e gli altri superstiti, destinati a diventare testimoni diretti delle atrocità naziste. Ulivi fu tratto in salvo da Milena Bernabò durante l’assalto alla stalla e, nonostante le ferite e la perdita dei familiari, scelse di condividere la sua esperienza quando possibile, pur con le difficoltà della memoria.
Il lavoro di Ulivi e dei suoi coetanei ha contribuito a conservare l’identità storica di un luogo simbolo della resistenza e della sofferenza civile italiana durante la guerra. La loro scomparsa segna la fine di un capitolo diretto della storia ma lascia aperto l’impegno a ricordare, senza dimenticare, i fatti accaduti quel 12 agosto 1944.