Addio a Iole Mancini, l'eroina partigiana che ha sfidato il regime nazifascista a 104 anni

Addio a Iole Mancini, l’eroina partigiana che ha sfidato il regime nazifascista a 104 anni

La scomparsa di Iole Mancini, ultima sopravvissuta della prigione di via Tasso e partigiana, segna la perdita di una figura simbolo della Resistenza italiana e della memoria storica antifascista.
Addio A Iole Mancini2C L27Eroina Addio A Iole Mancini2C L27Eroina
Addio a Iole Mancini, l'eroina partigiana che ha sfidato il regime nazifascista a 104 anni - Gaeta.it

La scomparsa di Iole Mancini, avvenuta il 2 dicembre all’età di 104 anni, segna la perdita di una figura emblematic del movimento di Resistenza italiana. Iole, nativa di Nemi, è stata l’ultima sopravvissuta alla prigione di via Tasso, uno dei luoghi più cruenti dell’occupazione nazifascista. Il suo impegno nella lotta contro il regime fascista e la sua testimonianza storica rappresentano un patrimonio per le generazioni future.

Chi era Iole Mancini

Iole Mancini nacque nel 1920 a Nemi, un piccolo comune nei dintorni di Roma. Durante la Seconda guerra mondiale, ha fatto parte dei Gruppi di Azione Patriottica , distinguendosi come “staffetta partigiana”. Il suo compito consisteva nel trasmettere messaggi e informazioni tra gruppi di resistenza, un ruolo cruciale che metteva a rischio la sua vita ogni giorno. La sua lotta contro i nazifascisti fu il risultato di una scelta consapevole e coraggiosa, guidata dall’amore per la libertà e la giustizia.

Dopo l’arresto, Iole fu incarcerata nel famigerato carcere di via Tasso, gestito dalle SS tedesche. In quel luogo, molti antifascisti venivano torturati e interrogati. Iole subì crudeltà incalcolabili, ma mantenne la sua determinazione e il suo spirito indomito. Nonostante le pressioni e le torture subite, non rivelò mai dove si trovasse il suo fidanzato, Ernesto Borghesi, anch’egli attivo nella Resistenza.

L’eredità di Iole Mancini

La figura di Iole Mancini trascende quella di una semplice partigiana. La sua vita è un simbolo della resistenza contro l’oppressione e dell’importanza di trasmettere la memoria storica. Mancini ha dedicato gli ultimi anni della sua vita a condividere le sue esperienze con le giovani generazioni. Ha visitato numerose scuole, raccontando le atrocità del fascismo e sottolineando i valori di libertà e giustizia che hanno caratterizzato la sua lotta.

Nel suo libro “Un amore partigiano“, scritto con Concetto Vecchio, Mancini ha messo a disposizione del pubblico la sua storia di resistenza e il legame indissolubile con il marito, Ernesto. La narrazione del suo periodo di detenzione e delle torture subite rappresenta un monito per non dimenticare gli orrori del passato e mantenere viva la memoria storica.

L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ha pubblicato un commosso messaggio sui social media, esprimendo il proprio dolore per la perdita di Iole e evidenziando come lascerà un grande vuoto in tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscere la sua storia.

Il ricordo della Resistenza

L’eredità lasciata da Iole Mancini è fondamentale per comprendere il contesto storico italiano e l’importanza della Resistenza. Il suo impegno attivo nei GAP insieme a Borghesi, e le vicende vissute nel carcere di via Tasso, rappresentano una pagina importante della lotta antifascista in Italia. Nel 1944, il regime fascista, a capo del quale c’era Mussolini, intensificò la repressione degli oppositori, portando a fucilazioni di massa, come quella delle Fosse Ardeatine.

Grazie alla sua testimonianza, Iole ha contribuito a mantenere viva la memoria di quei tragici eventi storici. La sua vita e la sua lotta rimarranno un esempio di coraggio e determinazione nel perseguire la libertà. La sua scomparsa ci invita a riflettere sull’importanza di rispettare e proteggere i valori di democrazia e giustizia, affinché eventi simili non si ripetano mai.

Change privacy settings
×