La scomparsa di Iole Mancini, avvenuta il 2 dicembre all’età di 104 anni, segna la perdita di una figura emblematic del movimento di Resistenza italiana. Iole, nativa di Nemi, è stata l’ultima sopravvissuta alla prigione di via Tasso, uno dei luoghi più cruenti dell’occupazione nazifascista. Il suo impegno nella lotta contro il regime fascista e la sua testimonianza storica rappresentano un patrimonio per le generazioni future.
Chi era Iole Mancini
Iole Mancini nacque nel 1920 a Nemi, un piccolo comune nei dintorni di Roma. Durante la Seconda guerra mondiale, ha fatto parte dei Gruppi di Azione Patriottica , distinguendosi come “staffetta partigiana”. Il suo compito consisteva nel trasmettere messaggi e informazioni tra gruppi di resistenza, un ruolo cruciale che metteva a rischio la sua vita ogni giorno. La sua lotta contro i nazifascisti fu il risultato di una scelta consapevole e coraggiosa, guidata dall’amore per la libertà e la giustizia.
Dopo l’arresto, Iole fu incarcerata nel famigerato carcere di via Tasso, gestito dalle SS tedesche. In quel luogo, molti antifascisti venivano torturati e interrogati. Iole subì crudeltà incalcolabili, ma mantenne la sua determinazione e il suo spirito indomito. Nonostante le pressioni e le torture subite, non rivelò mai dove si trovasse il suo fidanzato, Ernesto Borghesi, anch’egli attivo nella Resistenza.
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L’eredità di Iole Mancini
La figura di Iole Mancini trascende quella di una semplice partigiana. La sua vita è un simbolo della resistenza contro l’oppressione e dell’importanza di trasmettere la memoria storica. Mancini ha dedicato gli ultimi anni della sua vita a condividere le sue esperienze con le giovani generazioni. Ha visitato numerose scuole, raccontando le atrocità del fascismo e sottolineando i valori di libertà e giustizia che hanno caratterizzato la sua lotta.
Nel suo libro “Un amore partigiano“, scritto con Concetto Vecchio, Mancini ha messo a disposizione del pubblico la sua storia di resistenza e il legame indissolubile con il marito, Ernesto. La narrazione del suo periodo di detenzione e delle torture subite rappresenta un monito per non dimenticare gli orrori del passato e mantenere viva la memoria storica.
L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ha pubblicato un commosso messaggio sui social media, esprimendo il proprio dolore per la perdita di Iole e evidenziando come lascerà un grande vuoto in tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscere la sua storia.
Il ricordo della Resistenza
L’eredità lasciata da Iole Mancini è fondamentale per comprendere il contesto storico italiano e l’importanza della Resistenza. Il suo impegno attivo nei GAP insieme a Borghesi, e le vicende vissute nel carcere di via Tasso, rappresentano una pagina importante della lotta antifascista in Italia. Nel 1944, il regime fascista, a capo del quale c’era Mussolini, intensificò la repressione degli oppositori, portando a fucilazioni di massa, come quella delle Fosse Ardeatine.
Grazie alla sua testimonianza, Iole ha contribuito a mantenere viva la memoria di quei tragici eventi storici. La sua vita e la sua lotta rimarranno un esempio di coraggio e determinazione nel perseguire la libertà . La sua scomparsa ci invita a riflettere sull’importanza di rispettare e proteggere i valori di democrazia e giustizia, affinché eventi simili non si ripetano mai.