accordo per il nuovo contratto dei metalmeccanici a torino interessa 60.000 lavoratori di stellantis, cnh, iveco e ferrari

accordo per il nuovo contratto dei metalmeccanici a torino interessa 60.000 lavoratori di stellantis, cnh, iveco e ferrari

L’accordo sul contratto metalmeccanico a Torino coinvolge oltre 60.000 lavoratori di Stellantis, Cnh, Iveco e Ferrari con aumenti salariali fino al 18,66% e un confronto sindacale ancora aperto.
Accordo Per Il Nuovo Contratto Accordo Per Il Nuovo Contratto
Firmato a Torino un nuovo contratto metalmeccanico per oltre 60.000 lavoratori di Stellantis, Cnh, Iveco e Ferrari, con un aumento salariale complessivo del 18,66% fino al 2026 e un confronto sindacale ancora aperto. - Gaeta.it

L’intesa sul contratto specifico di lavoro per i dipendenti di alcune grandi aziende metalmeccaniche torinesi è stata firmata dopo sei mesi di negoziati. Il documento coinvolge oltre 60.000 lavoratori di Stellantis, Cnh, Iveco e Ferrari, con effetti sulle retribuzioni e sulle condizioni di lavoro per il periodo fino al 2026. Va segnalato che alcune sigle sindacali non hanno aderito subito all’accordo, ma resta aperto il confronto con tutti gli attori coinvolti.

Salari e impatti per i lavoratori metalmeccanici

Il nuovo contratto stabilisce un aumento salariale del 6,6% per il biennio 2025-2026, che si aggiunge agli incrementi già definiti negli anni precedenti, portando l’incremento complessivo per il quadriennio 2023-2026 al 18,66%. In termini concreti, ciò significa che i lavoratori riceveranno mediamente 140 euro in più al mese nei prossimi due anni.

Sul totale quadriennale, il rincaro medio mensile raggiunge 350 euro. Questa crescita si applicherà direttamente alle buste paga degli operai e degli impiegati, senza distinzioni tra le diverse aziende coinvolte. L’ente sottolinea che l’aumento risponde alle condizioni del mercato del lavoro e all’impegno richiesto dai settori automobilistico, industriale e tecnologico rappresentati.

Questi incrementi intervengono in un periodo di inflazione contenuta, dopo anni in cui il costo della vita aveva subito pressioni notevoli. Gli aumenti sono dunque calibrati su un equilibrio tra esigenze produttive e quelle di tutela del potere d’acquisto dei lavoratori, elemento cruciale in una città come Torino dove gran parte dei residenti è occupata in industrie pesanti.

La firma e il contesto di torino

L’accordo è stato siglato all’Unione Industriali di Torino e porta la firma di alcune tra le maggiori organizzazioni sindacali del comparto metalmeccanico: Fim, Uilm, Fismic, Uglm e l’Associazione Quadri. Sono coinvolti decine di migliaia di dipendenti, ma una sigla importante, la Fiom-Cgil, non ha partecipato alla firma, non essendo presente nel tavolo negoziale.

La Fiom ha comunque programmato un incontro con le aziende firmatarie per discutere alcuni punti del contratto. All’incontro, previsto nella giornata successiva alle firme, parteciperà anche il segretario nazionale Samuele Lodi, a testimonianza dell’interesse delle organizzazioni sindacali nel mantenere aperto il confronto con tutte le parti in causa. Questo sviluppo evidenzia come il dialogo tra azienda e sindacati continui, anche dopo la definizione originale dell’accordo.

Il luogo e la data della firma sottolineano il ruolo centrale di Torino nella produzione metalmeccanica italiana. Il capoluogo piemontese ospita stabilimenti di grandi marchi, decisivi per l’economia locale e nazionale. L’accordo riflette quindi una dinamica di responsabilità condivisa tra imprese e rappresentanze dei lavoratori, puntando a stabilità e prospettive per un settore fondamentale.

I sindacati e il percorso di confronto aperto

Tra i firmatari dell’intesa ci sono le organizzazioni maggiormente presenti nei metalmeccanici, ma l’assenza iniziale della Fiom segnala una linea meno conciliante rispetto ad alcune condizioni dell’accordo. Questa situazione, comune nei grandi tavoli sindacali italiani, permette però all’intera categoria di discutere più approfonditamente e mantenere possibilità di aggiornare o migliorare alcuni punti.

L’incontro programmato con la Fiom-Cgil mostra la volontà di evitare divisioni che possano indebolire i lavoratori nel momento dell’applicazione del contratto. La partecipazione del segretario nazionale Samuele Lodi è un segnale che il dialogo rimane aperto e che l’accordo firmato potrà subire modifiche o integrazioni in base alle richieste presentate dalla Fiom.

Gli sviluppi di questi confronti saranno osservati con attenzione, perché coinvolgono realtà leader dell’industria italiana, con ripercussioni sulla stabilità sociale e sulle condizioni produttive in una regione a forte vocazione metalmeccanica. Gli equilibri fra aziende e sindacati continueranno a evolvere, influenzando anche le politiche del lavoro a livello locale e nazionale.

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