A verona ritrovate tracce di un'antica fornace vetraria nell'arena in vista delle olimpiadi 2026

A verona ritrovate tracce di un’antica fornace vetraria nell’arena in vista delle olimpiadi 2026

I lavori per le olimpiadi di Milano-Cortina 2026 all’arena di Verona hanno portato alla scoperta di una fornace vetraria tardo-antica, rivelando un uso produttivo e artigianale poco noto dell’anfiteatro.
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Durante i lavori di miglioramento dell’accessibilità dell’Arena di Verona per le Olimpiadi 2026 sono stati scoperti resti di un’antica fornace vetraria tardo-antica, rivelando un uso artigianale nascosto del monumento e arricchendo la sua storia millenaria. - Gaeta.it

I lavori per migliorare l’accessibilità dell’arena di verona, in preparazione alle olimpiadi di milano-cortina 2026, hanno portato alla luce resti di un’antica fornace vetraria risalente al tardo-antico. Questi ritrovamenti hanno svelato nuovi dettagli sull’uso produttivo e artigianale del celebre anfiteatro, rivelando aspetti poco conosciuti della sua storia millenaria.

Ritrovamenti archeologici nell’arcovolo 65: un passato produttivo nascosto

Gli scavi nell’arcovolo 65, parte della struttura esterna dell’arena di verona chiamata ala, hanno scoperto evidenze di un’officina vetraria attiva durante la fase tardo-antica del monumento. Questa zona è nota per aver subito numerose modifiche nel corso dei secoli, ma la presenza di un impianto di fornaci dentro gli spazi dell’anfiteatro rappresenta una novità significativa per la conoscenza della sua funzione nel periodo post-romano.

Le fornaci servivano a riciclare il vetro e a creare nuovi oggetti in vetro soffiato. Ritrovamenti di frammenti e strutture confermano che dentro l’arena si svolgevano in quel tempo attività di lavorazione artigianale, un dettaglio che cambia parzialmente la visione dell’anfiteatro come mero spazio per spettacoli. È raro che spazi di questo tipo venissero così trasformati per scopi produttivi, la scoperta testimonia un riuso intelligente di strutture pubbliche in epoche di trasformazioni sociali ed economiche.

La testimonianza di andrea rosignoli

Il soprintendente andrea rosignoli ha sottolineato come questa riconversione delle aree dell’arena nel periodo tardo-antico rappresenti una pagina poco esplorata della storia del monumento. Questi scavi offrono un’opportunità preziosa per approfondire la conoscenza delle economie di riciclo nell’antichità e dell’evoluzione funzionale di un luogo simbolo della città, che resta una riserva di dati archeologici fondamentale.

Le iniziative per coinvolgere il pubblico e valorizzare lo scavo

Per mostrare ai cittadini i ritrovamenti e le attività di scavo in corso, la soprintendenza ha organizzato un’apertura straordinaria dell’arcovolo 65, prevista per il 28 maggio 2025. Gli interessati potranno visitare il sito tra le 16 e le 19, con la possibilità di seguire in tempo reale il lavoro degli archeologi e degli architetti impegnati nelle ricerche.

Il percorso permetterà di osservare da vicino le strutture recuperate e i reperti più importanti, favorendo un dialogo diretto con gli esperti sul posto. Questa iniziativa rientra nel piano di valorizzazione 2025 promosso dal ministero della cultura e rappresenta un’occasione per condividere con la cittadinanza una parte poco conosciuta della vita dell’arena mentre si procede al miglioramento dell’accessibilità.

Un ponte tra studio e divulgazione

L’evento ha l’obiettivo di integrare studio e divulgazione, mettendo in contatto diretto pubblico e professionisti impegnati sul campo. Consentirà anche di apprezzare il valore storico e culturale dell’opera, spesso nascosto sotto la superficie delle ristrutturazioni e dei lavori pratici legati alle trasformazioni urbane.

Accessibilità e rilancio dell’arena: un intervento pubblico sostenuto dalle istituzioni

La società Simico, incaricata dei lavori per rendere accessibile l’arena di verona in vista delle olimpiadi 2026, ha espresso soddisfazione per i risultati emersi dagli scavi. Fabio Saldini, amministratore delegato della società, ha evidenziato come l’intervento non sia solo una questione architettonica ma anche un atto di civiltà che valorizza un monumento conosciuto in tutto il mondo.

L’installazione di un ascensore per facilitare le visite alle persone con disabilità ha permesso di scoprire tracce archeologiche di grande interesse culturale. Questi ritrovamenti arricchiscono il progetto, inserendolo in un contesto più ampio di tutela e promozione del patrimonio storico.

Saldini ha inoltre ricordato la collaborazione con le istituzioni locali per far conoscere ai cittadini i lavori in corso. L’obiettivo è lasciare un lascito che unisca conoscenze archeologiche e miglioramenti infrastrutturali, mettendo al centro la fruizione pubblica e la valorizzazione autentica di un monumento simbolo di verona.

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