Il museo nazionale collezione salce di Treviso ha lanciato un progetto inedito per capire come la visita a una mostra possa influire sul benessere psicologico delle persone sopra i 65 anni. Il lavoro, nato in collaborazione con il dipartimento di psicologia generale dell’università di Padova, coinvolge anziani nella città veneta e punta a mettere in luce i legami concreti tra arte e salute mentale nella terza età.
La mostra “i colori della musica” come punto di partenza per la ricerca
La città di Treviso ospita la mostra “i colori della musica. giacomo puccini e l’arte della pubblicità” all’interno del museo nazionale collezione salce, dove circa 25.000 manifesti pubblicitari d’epoca – tra i più importanti in Italia – sono raccolti e conservati. La collezione rappresenta un patrimonio unico di grafica storica e viene utilizzata come strumento per stimolare la memoria. I manifesti, carichi di simboli e storie visive, aiutano a riattivare ricordi personali e collettivi negli over 65 che visitano l’esposizione.
Il potere evocativo delle immagini
Le immagini non solo mostrano il passato, ma funzionano anche da catalizzatori per il pensiero e le emozioni. Questa qualità rende la collezione ideale per il progetto: si cerca infatti di capire come questa immersione estetica possa promuovere un legame positivo tra arte e benessere emotivo. La mostra si presenta così non solo come esperienza culturale, ma anche come occasione per indagare le potenzialità terapeutiche della fruizione artistica.
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La metodologia della ricerca e il ruolo dei partecipanti
I visitatori over 65 saranno invitati a compilare un questionario anonimo subito dopo la visita alla mostra. Questo strumento serve a monitorare in modo concreto l’impatto della esperienza museale sulla loro condizione psicologica e sul livello percepito di benessere. La scelta di un questionario semplice e breve punta a ottenere risposte spontanee senza appesantire la partecipazione.
Accompagnamento e supporto durante il progetto
Per accompagnare e istruire i partecipanti è presente Giorgia De Zanetti, educatrice presso Casa Albergo Israa di Treviso e studentessa del master in geropsicologia per la longevità e le demenze all’università di Padova. Il suo ruolo è fondamentale per informare il pubblico sulle modalità di partecipazione e chiarire ogni dubbio, facilitando così la raccolta dati e garantendo un ambiente accogliente durante il progetto.
Questa modalità diretta, associata al valore culturale della mostra, rende la ricerca accessibile e ben orientata verso la comprensione reale delle emozioni e dei risvolti cognitivi legati all’arte.
Le motivazioni dei promotori e le attese dalla collaborazione
Elisabetta Pasqualin, direttrice del museo nazionale collezione salce, ha sottolineato la fiducia nel progetto: “la convinzione è che arte e cultura agiscano come fattori positivi e concreti per migliorare la qualità della vita delle persone anziane, attraverso esperienze che stimolano la mente e la memoria.” Pasqualin mette in rilievo il desiderio di scoprire in che modo la collezione possa offrire benefici tangibili ai visitatori senior.
Dal versante accademico, Erika Borella, direttrice del master in geropsicologia a Padova, con Manuela Zambianchi, docente e co-direttrice del progetto, spiegano che l’età avanzata non limita la partecipazione culturale ma può anzi aprire nuove opportunità di crescita personale e sociale. Il progetto tenta di ricostruire quali elementi legati alla frequentazione museale aiutano a mantenere o incrementare il benessere emotivo, contribuendo a un invecchiamento attivo.
Le due esperte evidenziano come la ricerca possa delineare un quadro più chiaro su come la cultura consumata con piacere e attenzione si traduca in effetti positivi per la salute mentale degli anziani.
Il contesto culturale e sociale della ricerca a Treviso
L’attività si inserisce nel contesto di una città attenta a iniziative che uniscono patrimonio artistico e ricerca sociale. Treviso, con il museo collezione salce, offre una delle raccolte più significative di manifesti pubblicitari italiani, un luogo dove la storia visiva si sposa con la vita comunitaria. Questa combinazione fornisce un ambiente ideale per osservare come l’arte possa diventare un mezzo per affrontare l’invecchiamento.
Spazio culturale e dialogo tra passato e presente
La partecipazione degli anziani a questi eventi risponde anche a un bisogno crescente di spazi culturali accessibili e significativi. La sperimentazione all’interno di un museo così specifico permette di mettere in luce un dialogo tra passato e presente, memoria e attualità, nonché tra individuo e collettività, tutto sotto la lente del benessere psicologico.
Il progetto coglie così sia l’aspetto sociale che quello culturale, con uno sguardo rivolto alle sfide che comporta l’invecchiamento della popolazione, tema centrale in Italia e in Europa.