A Sulmona, il 30 maggio si ricorda uno degli episodi più tragici della seconda guerra mondiale in città. Quell’attacco aereo alleato colpì soprattutto largo Faraglia e piazza del Carmine, proprio mentre si teneva il mercato tradizionale, causando la morte di 52 persone e ferendo più di un centinaio. Il ricordo è scandito dal suono dei cinquantadue rintocchi del campanone della chiesa dell’Annunziata, per non dimenticare quel giorno di panico e dolore.
Il bombardamento del 30 maggio 1944 a sulmona
Quel 30 maggio 1944, gli alleati sganciarono diverse bombe sul centro di Sulmona. Il bersaglio principale fu proprio l’area di largo Faraglia e piazza del Carmine, dove in quel momento si svolgeva il vivace mercato cittadino. Le bombe provocarono un’immediata devastazione, lasciando dietro di sé 52 morti e oltre 100 feriti, ma soprattutto un forte senso di paura e disorientamento tra gli abitanti. Molti passarono ore in cerca di familiari o amici dispersi. Quell’attacco distrusse abitazioni e attività commerciali, cambiando per sempre quel pezzo di città.
Testimonianze dei superstiti
Il bombardamento segnò una ferita profonda nella comunità, che per decenni ha cercato un modo per tenere viva la memoria di quelle vittime e dare un senso a quella tragedia. I racconti dei superstiti testimoniano la confusione e la drammaticità di quei momenti, con molti che furono costretti a improvvisare aiuti e soccorsi in assenza di strutture adeguate sul posto.
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Il campanone della chiesa dell’Annunziata come simbolo del ricordo
La tradizione di commemorare le vittime con i rintocchi del “campanone” della chiesa dell’Annunziata ha preso forza negli anni. Cinquantadue rintocchi vengono fatti suonare ogni 30 maggio, uno per ogni persona uccisa quel giorno. Questo gesto semplice ma potente si svolge proprio nel cuore della città, sotto la torre della chiesa che da tempo domina largo Faraglia.
Un momento di riflessione collettiva
Il suono scandisce il silenzio della mattinata e raccoglie cittadini e visitatori intorno a un momento di riflessione. “Non è solo un ricordo, ma una chiamata a non dimenticare la storia che ha segnato Sulmona.” La campana suona come un legame diretto con il passato, riportando a galla immagini di un tempo difficile senza filtri o abbellimenti. Si tratta di rispettare la memoria di chi ha perso la vita mentre viveva la quotidianità della città.
La lapide commemorativa e la presenza dei superstiti
Nel 2014, sul luogo del bombardamento, vicino all’acquedotto cittadino, è stata collocata una lapide commemorativa. Questa targa, accompagnata da una scultura realizzata dall’artista sulmonese Nunzio Di Placido, rinnova l’impegno della città a mantenere viva la memoria. Il monumento è stato inaugurato alla presenza delle autorità locali e di alcuni superstiti del tragico evento, come Mariolina Caroselli Di Bartolomeo e Raffaele Bonitatibus.
Memoria e testimonianza diretta
La presenza di queste persone ha dato ancora più forza alla cerimonia: testimoni diretti della tragedia, hanno raccontato agli astanti la dura realtà di quel bombardamento. I sopravvissuti hanno condiviso i dettagli di quel giorno, le difficoltà nel riprendersi e la necessità di ricordare. La lapide con la scultura rappresenta quindi un punto di riferimento fisico per le nuove generazioni. Serve a portare l’attenzione su una pagina di storia cittadina spesso poco conosciuta fuori Sulmona.
Il significato della commemorazione per la comunità sulmonese
Per Sulmona, mantenere vive le tracce di quel bombardamento significa affrontare un pezzo doloroso della propria storia. La memoria collettiva è costruita attraverso questi gesti simbolici, che coinvolgono spesso tutte le fasce della città. Gli eventi che si tengono ogni anno nel mese di maggio servono a tenere insieme il ricordo e a trasmettere il significato di ciò che è accaduto a chi non era presente.
Celebrazioni pubbliche e impegno istituzionale
Le celebrazioni coinvolgono non solo la cittadinanza ma anche le istituzioni, che coordinano momenti pubblici tra cui il suono del campanone, la visita alla lapide e incontri con racconti di testimoni. È un modo per ancorare sul piano pratico la memoria dentro la vita quotidiana della città, con un richiamo alla fragilità della pace e al valore di conservare l’esperienza di chi ha vissuto la guerra.
L’impatto di quel bombardamento è ancora visibile nel tessuto urbano e nella vita di Sulmona, una città che ricorda e che, ogni anno, riporta alla luce quel suono di campana che segna la perdita di tante vite.