A senigallia la mostra fotografica mise en scène celebra sessant’anni di immagini e libri d’arte al femminile

A senigallia la mostra fotografica mise en scène celebra sessant’anni di immagini e libri d’arte al femminile

La mostra “Mise en scène” a Senigallia espone 50 fotografie e circa 100 libri d’arte di artiste donne, curata da Luca Panaro e Donata Pizzi, esplorando sessant’anni di rappresentazione femminile nella fotografia.
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La mostra fotografica "Mise en scène", ospitata a Senigallia presso Palazzo del Duca fino al 2 novembre, presenta 50 fotografie e una selezione di libri d’arte realizzati da artiste donne, offrendo un viaggio nella rappresentazione femminile nella fotografia degli ultimi sessant’anni. - Gaeta.it

Una nuova tappa accoglie la mostra fotografica “Mise en scène. Immagini e libri dalla collezione Donata Pizzi” a Senigallia, in provincia di Ancona. Aperta fino al 2 novembre a Palazzo del Duca, l’esposizione propone 50 fotografie e una selezione di circa cento libri d’arte realizzati da artiste donne, che raccontano sessant’anni di storia attraverso la visione al femminile della fotografia. Dopo il debutto nel 2015 alla Triennale di Milano, la raccolta ha girato prestigiose sedi internazionali, offrendo un ritratto della rappresentazione femminile nell’arte visiva.

La struttura della mostra e il valore curatoriale

Curata da Luca Panaro insieme a Donata Pizzi – collezionista e fotografa – la mostra organizza le opere in tre sezioni tematiche: Identità della trasformazione, Corpo e finzione, Ambiguità e rappresentazione. Questo schema permette il confronto tra artisti affermate, protagoniste della scena fotografica tra la fine del Novecento e l’inizio del Duemila, e giovani fotografe emergenti. L’allestimento crea un dialogo visivo tra immagini e testi, suggerendo letture multiple sulle modalità con cui la donna si rappresenta e viene ritratta.

Sfaccettature del femminile

La divisione delle sezioni mostra diverse sfaccettature del femminile: dalla trasformazione dell’identità personale e sociale, ai giochi di ruolo e finzione, fino alle rappresentazioni ambigue che mettono in discussione stereotipi e percezioni consolidate. Le fotografie dialogano tra loro grazie a contrappunti ironici, poetici o a tratti provocatori, tracciando un percorso coerente e stimolante. La selezione curatoriale rende evidenti elementi comuni e differenze stilistiche nelle opere, enfatizzando il ruolo di questa raccolta come testimonianza visiva e letteraria.

Protagoniste e opere chiave in mostra

Tra le immagini spiccano alcuni scatti simbolo delle artiste invitate. Bianca Menna appare in un doppio ruolo maschile e femminile nella serie Tomaso Binga, introducendo una riflessione sulla fluidità di genere. Marcella Campagnano si ritrae elevata a regina in abiti di carta realizzati da lei stessa, rappresentando un teatro della femminilità costruita e artificiale. Bruna Esposito si mostra legata a un’amica tramite una collana, instaurando un legame fisico e simbolico tra donne.

Un altro punto di interesse è la serie di Lisetta Carmi dedicata ai travestiti negli anni Settanta, che affronta tematiche di identità e marginalità. L’opera di Mariella Bettineschi trasforma una tazza in volto con ciglia finte, mescolando quotidianità e rappresentazione. Alessandra Spranzi ritrae un volto femminile incorniciato da un casco da astronauta, evocando il desiderio di andarsene, di uscire dai ruoli convenzionali.

Questi lavori, scelti per la loro forza visiva e il significato sociale, raccontano diverse storie e prospettive femminili, mostrando quanto la fotografia abbia saputo bastare a sé stessa come strumento di narrazione e affermazione nel corso di decenni.

Il corredo librario: volumi rari e opere d’arte uniche

La mostra offre anche un nucleo prezioso fatto dai libri d’arte, raccolti e creati da artiste donne. Questi volumi non sono semplici libri ma oggetti artistici a sé, spesso unici o disponibili in copie limitate. Si trovano opere come quella di Daniela Arditi e Francesca Catellani, in cui il libro si accompagna a immagini incorniciate pronte per essere appese. Il lavoro di Paola Di Bello porta i visitatori a interrogarsi su una mappa che si dispiega in più parti, estendendo il classico formato del libro.

Si trovano poi edizioni che si concentrano su contenuti sociali e antropologici, come quelle di Letizia Battaglia e Paola Agosti, capaci di trasformare la fotografia in testimonianza documentaria forte e coinvolgente. Tra i pezzi più rari c’è una copia firmata del volume “I travestiti” di Lisetta Carmi, esposto anche nelle fotografie. Questo libro ha avuto un percorso difficile, censurato all’uscita nel 1972 e invenduto nonostante la presentazione curata da Alberto Moravia e Dacia Maraini. Solo di recente è tornato all’attenzione ed è reperibile solo sul mercato antiquario.

Inaugurazione e importanza culturale per senigallia

L’esposizione ha aperto il 17 maggio alle 21, in occasione della Notte dei Musei. L’inaugurazione è stata accompagnata dalla presentazione di un catalogo edito da Danilo Montanari Editore, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi. Per il comune di Senigallia questa mostra rappresenta un ulteriore passo nell’affermarsi come punto di riferimento per la fotografia in Italia. Palazzo del Duca già ospita collezioni importanti, tra cui la rassegna dedicata alla pioniera Julia Margaret Cameron e un’esposizione sul mare curata dalla collezione Marone.

La città riserva così attenzione alle espressioni visive che si occupano di temi sociali e culturali, soprattutto legati alla rappresentazione delle donne nelle arti. Restituire al pubblico questo patrimonio fa parte di un lavoro di valorizzazione e conservazione fondamentale per la memoria visiva italiana.


La mostra prosegue nel suo viaggio espositivo, offrendo una lettura complessa e variegata della fotografia al femminile dall’ultimo mezzo secolo a oggi. Palazzo del Duca resta così uno spazio aperto in cui forme e narrazioni dell’immagine continuano a dialogare, raccontando storie di donne e fotografie, di libri e sguardi.

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