Il ministero della Cultura, insieme a istituzioni museali e archeologiche italiane, ha promosso un importante convegno dedicato alla conservazione programmata e preventiva dei beni culturali. L’incontro si svolge dal 7 al 9 maggio 2025, tra Roma e Perugia, e coinvolge numerosi enti impegnati nella tutela di musei, parchi archeologici, siti monumentali e giardini storici. L’obiettivo è costruire una rete di esperienze condivise per migliorare la cura del patrimonio culturale italiano nel lungo termine, superando gli interventi occasionali.
Un impegno nazionale per la conservazione programmata del patrimonio culturale
Il dipartimento per la valorizzazione del Patrimonio Culturale del ministero della Cultura ha organizzato il convegno assieme alla Direzione Generale Musei, al Parco archeologico del Colosseo e ai Musei nazionali di Perugia. La scelta delle sedi — Curia Iulia presso il Foro Romano a Roma per i primi due giorni e la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia per l’ultima giornata — sottolinea l’importanza del territorio e la varietà dei luoghi coinvolti. All’evento partecipano anche l’Istituto Centrale per il Restauro, l’Opificio delle Pietre Dure e la Fondazione Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale.
Durante l’incontro si presenteranno più di quaranta progetti di conservazione preventiva già attivi in diverse regioni italiane. Le iniziative riguardano un ampio spettro di ambienti culturali — dai musei alle aree archeologiche, dai monumenti agli spazi verdi storici — mostrando le modalità con cui ogni ente affronta la manutenzione continua dei beni. Il confronto tra le esperienze vuole mettere in luce pratiche efficaci che tutelino il patrimonio senza attendere situazioni di emergenza o interventi eccezionali.
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Il parco archeologico del colosseo fra i promotori e protagonisti principali
Il Parco archeologico del Colosseo, che ospita il convegno nei primi due giorni, rappresenta un modello significativo. Dal 2017, anno della sua istituzione, ha varato un piano di monitoraggio e manutenzione programmata con scadenze regolari e interventi mirati. Il piano si pone come strategia a lungo termine per garantire la stabilità e la conservazione del monumento più simbolico di Roma.
Nel corso del convegno, il parco presenterà due interventi distinti. Il primo illustrerà l’impostazione generale e le attività di monitoraggio in atto da anni. Il secondo racconterà i risultati del primo rilievo tridimensionale del Colosseo, eseguito con metodi di Heritage Building Information Modeling . Questa tecnologia ha permesso di creare un modello digitale del monumento, facilitando la programmazione di lavori di manutenzione mirati e meno invasivi.
Altre realtà culturali italiane presentano progetti di conservazione innovativi
Accanto al Parco archeologico del Colosseo, diverse istituzioni esporranno le proprie esperienze. Il Parco archeologico di Pompei, ad esempio, ha avviato un monitoraggio multilivello che integra misurazioni strutturali e ambientali per prevenire danni ai resti storici. Il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia si concentrerà sull’intervento di conservazione preventiva realizzato nei suoi spazi più delicati, come la Neviera e il Ninfeo, aree vulnerabili per le condizioni di umidità e temperatura.
Il Parco archeologico di Ostia Antica invece ha sviluppato l’applicazione della tecnologia WebGIS per migliorare la raccolta e la gestione di dati sullo stato di conservazione del sito. Gli esperti spiegano come questo sistema permetta di centralizzare informazioni geolocalizzate, facilitando interventi più precisi.
Infine, l’Istituto Centrale per il Restauro illustrerà un progetto di monitoraggio dedicato al patrimonio culturale subacqueo, denominato Nerites, recentemente attivato dalla Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo. Tale iniziativa si pone come un passo avanti nella salvaguardia delle testimonianze sommerse, spesso difficili da controllare.
Confronto e condivisione per un approccio comune alla tutela del patrimonio culturale
Questo convegno offre un’occasione di scambio tra le diverse realtà coinvolte nella conservazione del patrimonio nazionale. La presenza congiunta di musei, parchi archeologici, istituti di restauro e enti di ricerca consente di mettere a confronto metodi e risultati, oltre a identificare strategie comuni per la manutenzione continua e preventiva.
L’interazione tra pubblico e partecipanti punta a costruire un protocollo condiviso che definisca criteri e pratiche standard per la tutela dei luoghi della cultura in tutta Italia. Il lavoro di rete tra le varie istituzioni non solo favorisce la circolazione di conoscenze ma costruisce anche una base solida per garantire la sopravvivenza nel tempo delle opere e dei monumenti, preziosi per l’identità e la memoria collettiva del Paese.
“Un momento cruciale per mettere a sistema competenze diverse e costruire una strategia unitaria,” hanno commentato gli organizzatori.