A Reggio emilia parte il festival mundus con mande sila quartet di habib koité in prima nazionale

A Reggio emilia parte il festival mundus con mande sila quartet di habib koité in prima nazionale

Il festival Mundus di Reggio Emilia apre il 30 giugno con la prima italiana del mande sila quartet guidato da habib Koité, un viaggio musicale che fonde tradizioni dell’Africa occidentale e world music contemporanea.
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Il festival Mundus di Reggio Emilia inaugura l’edizione 2025 il 30 giugno con il debutto italiano del Mande Sila Quartet di Habib Koité, un progetto di world music che fonde tradizioni africane antiche e sonorità moderne nei suggestivi chiostri di San Pietro. - Gaeta.it

Il festival Mundus, da trent’anni appuntamento fisso nella stagione estiva di Reggio Emilia, apre la sua edizione 2025 il 30 giugno con un concerto molto atteso. Allestito nei chiostri di San Pietro, il festival presenta il progetto mande sila quartet guidato da habib Koité, uno dei nomi più noti della musica africana contemporanea. Questa anteprima italiana mette in scena un intreccio sonoro che fonde tradizioni antiche e influenze moderne, in un contesto unico di world music.

Il debutto di mande sila quartet a reggio emilia

La serata inaugurale del festival prende il via alle 21.30 nel suggestivo spazio dei chiostri di San Pietro, cuore culturale della città. Mande sila quartet si presenta come un progetto acustico nato dall’esperienza di habib Koité, famoso chitarrista e cantante maliano. È una prima nazionale italiana, evento che attira appassionati e addetti ai lavori da tutta la penisola. L’insieme di musicisti propone pezzi che raccontano storie e sentimenti legati al patrimonio musicale dell’Africa occidentale, rivisitandolo con nuovi arrangiamenti.

Habib koité e lo stile unico

Habib Koité, la cui fama è cresciuta nel tempo grazie a uno stile unico, si distingue per una voce calda e uno stile chitarristico che scandisce ritmi tradizionali ripresi dalla sua famiglia di cantastorie khassonké. Il concerto mette in evidenza una miscela sonora che comprende blues e jazz, elementi tipici della tradizione del Mali, ma contaminati da suoni afrocubani. Il pubblico avrà così modo di immergersi in un viaggio sonoro che attraversa continenti e culture senza perdere il radicamento alle proprie origini.

I protagonisti del progetto: strumenti e radici

Mande sila quartet nasce dall’incontro di musicisti di alto livello legati alla musica africana tradizionale e contemporanea. Oltre a habib Koité sul palco troviamo aly Keita, percussionista originario della costa d’avorio, noto per la sua maestria al balafon, strumento a percussione a lamelle tipico della musica dell’Africa occidentale. La sua presenza aggiunge sonorità uniche, che si mescolano con la chitarra e le altre percussioni.

Lanime cissokho e la kora

La kora, strumento simile all’arpa, è suonata da Lamine Cissokho, senegalese discendente da una famiglia di griot. Questa figura ha un ruolo fondamentale nella tradizione orale africana, unisce la musica alla narrazione poetica. L’interazione tra la kora e la chitarra di Koité crea un dialogo musicale intrecciato di melodie e ritmi. Completa il gruppo mama Koné, percussionista e multi-strumentista che maneggia djembe, calabash e pad elettronico, conferendo al quartetto un’ampia varietà di texture sonore.

Questi musicisti sono uniti dalla condivisione di un patrimonio culturale comune, quello dell’impero mandingo. Il festival diventa così un’occasione per scoprire e apprezzare quella che viene chiamata manda sila, ovvero “la via” di molte culture, lingue e strumenti dell’Africa occidentale. La loro musica rappresenta un incrocio fra tradizione e sperimentazione, restituendo nuova vita a forme musicali antiche.

Manda sila e l’eredità culturale dell’impero mandingo

La parola mande sila richiama l’impero mandingo, una grande potenza storica dell’Africa occidentale, oggi riferimento imprescindibile per le comunità locali e per i musicisti che ne riprendono la memoria. Nell’impero mandingo si intrecciavano lingue diverse, culture e credenze, un mosaico che ancora oggi ispira ricchi repertori musicali. Mandè Sila rappresenta proprio questo percorso, un filo che attraversa i secoli attraverso i suoni e le melodie.

La tradizione orale e gli strumenti

La musica proposta dal mande sila quartet rispecchia questa eredità radicata in una lunga tradizione orale, transfusa di sensazioni e storie tramandate. Gli strumenti suonati nel gruppo incarnano ciascuno una parte della cultura mandinga: dalla kora al balafon, fino alle percussioni tradizionali. La loro unione produce un suono che evoca viaggi, scambi e incontri attraverso il tempo.

Nel contesto del festival Mundus, che da trent’anni propone musiche da tutto il mondo, la proposta di Koité e dei suoi compagni assume un significato particolare. Offre infatti la possibilità di apprezzare le sfumature di un genere spesso poco conosciuto, mettendo in luce la vitalità di culture africane troppo spesso ridotte a stereotipi. L’appuntamento di Reggio Emilia pone quindi le basi per dialoghi culturali e un confronto diretto con un pubblico europeo.

Festival mundus, un appuntamento che lega musiche e città

Il festival Mundus di ater-Fondazione è diventato un punto di riferimento per chi ama la world music e vuole esplorare sonorità lontane dai circuiti tradizionali. Il palco dei chiostri di San Pietro a Reggio Emilia offre una cornice suggestiva per eventi capaci di richiamare appassionati, esperti, e semplici curiosi. L’evento del 30 giugno segna l’apertura ufficiale della trentesima edizione, confermando la continuità di una programmazione attenta alla qualità artistica.

Una programmazione di rilievo internazionale

L’edizione di quest’anno ospita progetti che riflettono la complessità e la ricchezza delle culture musicali di diversi continenti. L’incontro proposto da habib Koité con mande sila quartet aderisce a questa linea, portando sul palco una forma d’arte che si nutre di storia e innovazione. La scelta di una prima nazionale italiana testimonia il rilievo che il festival assegna a proposte originali.

Il pubblico reggiano, ma anche i visitatori da fuori, trovano così un’occasione per immergersi in un ascolto che supera la semplice fruizione musicale decorativa. È un’esperienza che coinvolge anche aspetti dei significati alla base delle musiche e degli strumenti. Il festival Mundus si conferma così una vetrina importante per artisti stranieri, un’occasione di scambio culturale dentro il tessuto urbano di Reggio Emilia.

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