A Pompei rimosse 45 strutture abusive che occupavano il suolo pubblico

A Pompei rimosse 45 strutture abusive che occupavano il suolo pubblico

A Pompei completata la rimozione di 45 strutture abusive, tra chioschi e gazebo, per tutelare il patrimonio culturale e ripristinare l’integrità degli spazi pubblici adiacenti al parco archeologico.
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A Pompei rimosse 45 strutture abusive che occupavano il suolo pubblico - Gaeta.it

A Pompei si è conclusa oggi la rimozione di 45 strutture, tra chioschi e gazebo, che occupavano abusivamente spazi adiacenti agli ingressi del famoso parco archeologico. L’operazione è scaturita dal decreto di sequestro preventivo emesso lo scorso 7 ottobre dal gip del tribunale di Torre Annunziata, a seguito della segnalazione della Procura. La misura si è resa necessaria per interrompere un reato di invasione che avrebbe potuto proseguire se le strutture fossero rimaste in loco.

Le motivazioni del sequestro

Il procuratore capo della Repubblica di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso, ha spiegato che la rimozione delle strutture abusive era fondamentale per far cessare il reato di invasione. Queste opere, sebbene inizialmente temporanee, avevano ormai assunto caratteri di permanenza, creando occupazione abusiva del suolo pubblico. La Procura ha evidenziato come la permanenza di tali strutture potesse aggravare la situazione, contribuendo a far crescere un contesto di illegalità intorno a un’area di grande interesse storico e culturale.

L’intervento delle forze dell’ordine

Le operazioni di rimozione sono state condotte dai carabinieri della compagnia di Torre Annunziata, sotto la supervisione della Procura e con il supporto del Comune di Pompei. Quest’ultimo ha affidato l’incarico a una ditta specializzata, garantendo una rimozione adeguata e rapida delle strutture, che dagli anni erano diventate parte integrante del paesaggio locale ma senza alcuna autorizzazione ufficiale. La presenza di chioschi e gazebo utilizzati per la vendita illegale di prodotti in prossimità degli scavi archeologici rappresentava non solo una violazione della legge, ma anche un danno all’immagine e all’integrità del patrimonio culturale.

Una situazione di abusivismo protratta nel tempo

Le indagini condotte hanno rivelato che le strutture in questione erano stabilmente ancorate al suolo pubblico e avevano assunto le caratteristiche di opere permanenti. Secondo le verifiche compiute dagli inquirenti, questi edifici non solo occupavano illegittimamente il suolo, ma erano stati costruiti in violazione dei vincoli esistenti per le aree di interesse archeologico. La mancanza delle necessarie autorizzazioni per l’occupazione del suolo ha ulteriormente aggravato la situazione, evidenziando una problematica di abusivismo che perdurava da lungo tempo.

L’area in questione è stata ora restituita alla piena disponibilità del Comune di Pompei, che potrà gestire adeguatamente lo spazio pubblico e tutelare il patrimonio culturale in modo più efficace. La rimozione delle strutture abusive rappresenta un passo significativo verso la salvaguardia degli spazi pubblici e dell’integrità storica del sito archeologico di Pompei, richiamando l’attenzione su una gestione più rigorosa e attenta nei confronti delle normative esistenti.

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