Un nuovo passo è stato compiuto a pescara per il contrasto alla violenza di genere con la firma di un protocollo operativo di intesa tra la questura locale e l’associazione cambiamenti aps. Il documento mira a potenziare il coordinamento tra forze dell’ordine e associazioni del territorio, in modo da offrire supporto mirato alle vittime e intervenire sui responsabili. Questo accordo rappresenta un tentativo concreto di affiancare interventi repressivi ad azioni di prevenzione e recupero, proponendo soluzioni più ampie nell’affrontare la questione. La città si muove così verso una rete che unisce diversi attori nella lotta contro le discriminazioni e la violenza.
Il ruolo delle associazioni e la rete territoriale di protezione
L’intesa tra questura e cambiamenti aps conferma il valore delle associazioni nella lotta contro la violenza di genere. Questi enti operano come punti di riferimento per chi subisce abusi, offrendo accoglienza, supporto legale e assistenza psicologica. La creazione di una rete territoriale permette di gestire i casi con maggiore tempestività e di combattere il fenomeno su molti fronti. Le associazioni fungono da ponte tra le vittime, le forze di polizia e i servizi sociali, garantendo continuità di aiuto.
Lo sportello di cambiamenti aps, presente a pescara dal 2019, rappresenta un luogo dove si incrociano esigenze diverse ma con un unico scopo: tutelare la dignità delle donne e abbattere le cause culturali alla base della violenza. Grazie al protocollo, questo tipo di attività si inserisce all’interno di un percorso strutturato, con la questura che riconosce le associazioni come partner essenziali. La condivisione di informazioni, la formazione comune e il confronto su casi concreti arricchiscono le competenze di tutti i soggetti coinvolti.
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Anche il coinvolgimento diretto degli autori di violenza è parte di questo sistema. L’obiettivo è di sostenere interventi di rieducazione per chi riceve il provvedimento di ammonimento orale, così da fermare sul nascere comportamenti ripetitivi e dannosi. Prendersi cura di questi aspetti è fondamentale per evitare che il fenomeno si ripeta o peggiori. La presenza delle associazioni si rivela quindi doppia: vicino alle vittime e insieme con chi ha commesso gli atti, per affrontarne le cause.
Aggiornamenti normativi e momenti di confronto per migliorare gli interventi
Il protocollo siglato a pescara include l’impegno a tenere riunioni periodiche tra questura e cambiamenti aps. Questi incontri favoriscono lo scambio di informazioni sulle nuove leggi e regolamenti che riguardano persecuzioni, violenze domestiche e misure di prevenzione. Adeguare le azioni a un quadro normativo in evoluzione è essenziale per non perdere colpi negli interventi quotidiani.
Un punto di forza del confronto riguarda la puntualizzazione delle procedure, per evitare ritardi o errori nella gestione dei casi. L’aggiornamento sulle novità giuridiche aiuta gli operatori a muoversi con maggiore consapevolezza. Sul piano pratico, questa sinergia permette di affinare le capacità di riconoscere segnali di rischio sia nelle vittime, sia nei maltrattanti, così da intervenire prima che la situazione degeneri.
L’attività informativa si amplia anche grazie alla collaborazione diretta tra polizia e associazioni, così da raggiungere più efficacemente chi necessita aiuto. Si intensifica il lavoro di sensibilizzazione rivolto alle comunità, per favorire una cultura del rispetto che sia condivisa e percepita come necessaria. Mantenere aggiornato questo aspetto è importante per costruire una rete resistente e pronta a rispondere alle emergenze.
La firma del protocollo operativo e il contesto locale
Il 27 aprile 2025, presso la questura di pescara, il questore carlo solimene e luca battaglia, presidente di cambiamenti aps, hanno formalizzato la collaborazione con la sottoscrizione di un protocollo operativo. L’intesa avrà durata di un anno, con possibilità di proroga, ed è stata firmata negli uffici centrali della questura. La firma di questo accordo sottolinea il ruolo fondamentale che le forze di polizia giocano nel coordinare le iniziative rivolte alla tutela delle donne vittime di violenza nella provincia. Non si tratta infatti solo di repressione, ma di un impegno a creare una rete di sostegno composta da enti istituzionali e associazioni che lavorano su più fronti.
L’associazione cambiamenti aps, nata nel 2019, ha il compito di promuovere la parità di genere e combattere ogni forma di discriminazione e aggressione. Da tempo gestisce uno sportello dedicato all’accoglienza delle persone che desiderano migliorare il proprio stato psicologico, spesso dopo aver subito violenze o discriminazioni. Questo protocollo si inserisce in un percorso già avviato sul territorio, consolidando l’importanza di un’azione integrata tra polizia, servizi sociali e mondo associativo.
I contenuti e gli obiettivi principali del protocollo d’intesa
Il cuore dell’accordo risiede nella volontà di intensificare la collaborazione per offrire un supporto completo sia alle vittime di violenza, sia agli autori di comportamenti persecutori. L’obiettivo principale è accompagnare questi ultimi in percorsi di recupero e sensibilizzazione che possano incidere sul loro modo di agire, favorendo un cambiamento culturale. È in effetti uno sforzo che guarda oltre l’intervento immediato, puntando alla prevenzione e alla rieducazione.
Il protocollo prevede che la questura, attraverso la divisione anticrimine, possa segnalare quanto prima i casi in cui si adottano ammonimenti orali rivolti ai maltrattanti. Questi ultimi, invitati a cessare i comportamenti molesti o violenti, verranno seguiti anche da associazioni come cambiamenti aps, che offriranno un percorso di supporto psicologico e informativo. In particolare, si presta attenzione a quei casi più gravi di violenza domestica o fisica, per intervenire senza ritardi.
L’accordo definisce anche momenti di confronto regolari fra i firmatari per aggiornarsi sulle novità normative e sulle procedure da adottare. Tale dialogo mira a migliorare la qualità degli interventi e a rendere più efficaci le attività informative rivolte alle vittime. Un elemento chiave è il lavoro di rieducazione rivolto ai maltrattanti, affinché riconoscano e rispettino la dignità delle donne, superando vecchie concezioni culturali che alimentano violenze e discriminazioni.