Nel cuore di napoli cresce l’allarme per il futuro dei circa 200 lavoratori impegnati nel servizio di assistenza domiciliare integrata sicud. L’appalto con le cooperative che gestiscono questo servizio essenziale sta per scadere il 17 luglio 2025, senza un piano chiaro per il rinnovo e senza garanzie per gli operatori e per le migliaia di cittadini che ricevono cure a casa. Le sigle sindacali fp cgil, cisl fp e uil fpl hanno fatto sentire la loro voce lanciando lo stato di agitazione e attivando i meccanismi di conciliazione previsti dalla legge.
Il ruolo chiave del servizio sicud nel sostegno alle persone fragili di napoli
Il servizio sicud, gestito dall’asl napoli 1 centro, svolge un ruolo cruciale sul territorio. Riguarda anziani, disabili e pazienti con patologie complesse che necessitano assistenza medica, infermieristica e riabilitativa a casa. Questo tipo di intervento consente di garantire cure continue, senza l’obbligo di ricovero ospedaliero, favorendo l’autonomia e migliorando la qualità della vita di chi non può spostarsi facilmente.
Il servizio non si limita alle cure mediche, ma comprende anche un supporto diretto alle attività quotidiane, elemento fondamentale per evitare l’isolamento e il peggioramento delle condizioni di salute fisica e mentale. La figura degli operatori sanitari e assistenziali, spesso fra i più fragili in termini contrattuali, risulta quindi determinante non solo per il benessere degli assistiti, ma per la tenuta stessa del sistema sanitario locale.
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Questa assistenza domiciliare rappresenta una rete di protezione per migliaia di famiglie napoletane, che altrimenti si troverebbero sole di fronte a bisogni complessi e continui. Eppure, a pochi giorni dal termine dell’appalto, permane un’incertezza grave per i lavoratori, ma anche per l’intera comunità. Le cooperative coinvolte che hanno svolto il servizio finora restano in attesa di risposte concrete, mentre la situazione rischia di degenerare rapidamente.
I sindacati denunciano l’assenza di dialogo con l’ asl e proclamano lo stato di agitazione
Le organizzazioni sindacali fp cgil, cisl fp e uil fpl hanno espresso forte preoccupazione per la situazione. I loro rappresentanti, marco d’acunto, vincenzo migliore e vincenzo torino, sostengono che i lavoratori si trovano in balia di un silenzio istituzionale che mette a rischio non solo la loro occupazione, ma anche la continuità di un servizio essenziale.
“Nonostante diverse richieste di confronto, anche una formale istanza inviata il 23 marzo 2025, l’ asl napoli 1 centro non ha risposto ai sindacati.” Questo comportamento ha fatto scattare la denuncia pubblica e l’avvio dello stato di agitazione. La mancanza di dialogo con la stazione appaltante si somma alla scadenza ormai imminente dell’affidamento del servizio, creando un clima di incertezza e tensione nei gruppi di lavoratori.
Lo stato di agitazione serve a segnalare ufficialmente la crisi, ma anche a sollecitare un impegno immediato da parte dell’ asl e degli enti responsabili. I sindacati chiedono che vengano garantite tutele occupazionali e procedure trasparenti per il futuro affidamento del servizio. La richiesta comprende anche la presenza della regione campania in un tavolo di confronto, cui ora si ricorre per far pressione sulle autorità coinvolte.
Procedure di conciliazione e ruolo della regione campania nel tentativo di sbloccare la situazione
La legge 146/90 mette a disposizione strumenti che favoriscono la conciliazione delle controversie tra lavoratori e datori di lavoro pubblici o privati. Dopo il fermo rifiuto di dialogo dell’ asl napoli 1 centro, i sindacati hanno attivato questa procedura sperando di aprire un canale con le istituzioni.
Con la convocazione della regione campania, attesa come parte terza al tavolo di confronto, mirano a evitare che la vicenda sfoci in uno sciopero o in un’interruzione del servizio. La regione, con il suo ruolo di coordinamento della sanità sul territorio, potrebbe esercitare pressione affinché si trovino soluzioni rapide per mantenere attivo il servizio sicud senza lasciare senza lavoro centinaia di operatori.
Fino a oggi però non ci sono stati segnali chiari di impegno da parte di palazzo santa lucia. La crisi occupazionale potrebbe aggravare una situazione già delicata dal punto di vista sanitario, con conseguenze dirette sugli assistiti e sulle loro famiglie. Ecco perché l’intervento regionale è considerato cruciale per sbloccare una situazione bloccata da ritardi e mancate risposte.
La continuità dell’assistenza domiciliare come sfida per la sanità territoriale a napoli
La sanità territoriale ha acquisito grande rilievo negli ultimi anni, dopo che la pandemia ha mostrato i limiti di un sistema basato soprattutto su ospedali e strutture centralizzate. Servizi come il sicud sono infatti strategici per offrire cure tempestive e personalizzate, limitando accessi ospedalieri e migliorando la gestione di malattie croniche di comunità.
Un’interruzione di questo tipo di assistenza rischia di provocare danni non solo ai singoli pazienti, ma anche a tutto l’organismo sociale. Basta pensare a quanti anziani o disabili si sarebbero trovati improvvisamente privi di controlli medici e infermieristici, con un aumento del pericolo di ricoveri d’urgenza o decadimento delle condizioni di salute.
Nel contesto di napoli, dove la domanda di assistenza domiciliare è significativa, la mancanza di chiarezza sul futuro del servizio genera apprensione. Le cooperative e gli operatori coinvolti guardano già a possibili cambi nell’organizzazione del servizio dopo il 17 luglio, ma senza un confronto nei tempi giusti, ogni tentativo si complica.
Le prossime settimane si annunciano decisive. Il rischio è che la crisi di questo servizio diventi un esempio di inefficienza gestionale, con impatti pesanti sui lavoratori ma anche sulle persone più vulnerabili della città. Molti attendono segnali concreti, per il bene del sistema e di chi ogni giorno vive di assistenza a casa propria.