A Milano, la sera del 29 aprile 2025, oltre mille persone legate a gruppi di estrema destra si sono raccolte in piazza Gorini per ricordare figure storiche della loro area. La commemorazione ha avuto al centro la figura di Sergio Ramelli, giovane militante ucciso 50 anni fa. Insieme a lui sono state onorate le memorie di Enrico Pedenovi e Carlo Borsani, anch’essi vittime di episodi legati a scontri politici avvenuti nel passato milanese, tutti caduti lo stesso giorno ma in anni differenti.
Il raduno in piazza gorini e le figure commemorati
Il ritrovo si è svolto in piazza Gorini, nel cuore di Milano, luogo scelto per la sua vicinanza a fatti storici emblematici della destra milanese degli anni ’70. I partecipanti, oltre mille secondo le stime della questura, erano disposti in file di cinque, muniti di fiaccole e bandiere tricolori che richiamano simboli dell’area nazionale. L’atmosfera era caratterizzata da una forte tensione emotiva, con il gruppo pronto a muoversi in corteo per onorare quei nomi che rappresentano un segmento controverso ma radicato della storia politica della città .
Il ricordo di sergio ramelli
Tra le figure ricordate, spicca Sergio Ramelli, giovane iscritto al fronte della gioventù, organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano . Ramelli fu vittima di un’aggressione violenta, avvenuta nel marzo del 1975, a opera di un gruppo di sinistra extraparlamentare. La brutale aggressione con una chiave inglese causò ferite che portarono alla sua morte dopo oltre un mese di ricovero. Ramelli resta un simbolo molto sentito, soprattutto in quella fetta di Milano che ancora ne rivendica l’eredità politica.
Il corteo da piazza gorini a via paladini e i rituali commemorativi
Dopo il raduno, i manifestanti hanno percorso in corteo via Paladini, strada dove Sergio Ramelli abitava e venne aggredito. Il corteo era aperto da uno striscione con la scritta “onore ai camerati caduti”, che ha scandito il tono della serata. In passato, in via Paladini si sono svolti riti particolari di commemorazione, tra cui il tradizionale grido di “presente” rivolto al giovane, accompagnato spesso da saluti romani, gesto che richiama simboli fascisti.
La scelta del percorso non appare casuale: via Paladini è un luogo simbolico per l’estrema destra milanese, teatro di eventi che hanno segnato una fase violenta e tesa della città negli anni ‘70. Con questa marcia, i presenti volevano ribadire un legame con il passato, evocando figure come Ramelli ma anche altri caduti della stessa area politica.
Ricordo di enrico pedenovi e carlo borsani
Nella stessa occasione, sono stati ricordati anche Enrico Pedenovi e Carlo Borsani, due personaggi legati anch’essi all’area della destra milanese. Pedenovi, consigliere provinciale dell’MSI, morì un anno dopo Ramelli, proprio il 29 aprile. La sua morte è spesso associata a scontri politici del tempo, anche se con dinamiche meno note rispetto a quelle di Ramelli.
Carlo Borsani, invece, era un aderente alla Repubblica Sociale Italiana e fu ucciso nel 1945, sempre il 29 aprile, in un contesto di scontri nell’ultimo periodo della seconda guerra mondiale in Italia. La memoria di Borsani si lega così non solo alla storia politica, ma anche a quella bellica, rappresentando una figura appartenente a una fase completamente diversa ma ugualmente drammatica della Milano del ‘900.
Questi richiami storici hanno segnato il tono della commemorazione, offrendo un quadro di continuità tra episodi lontani nel tempo ma uniti da un filo ideologico.
Il contesto politico e sociale delle commemorazioni di estrema destra a milano
Commemorazioni come quella del 29 aprile sono parte di una tradizione consolidata tra gruppi di estrema destra in Italia, soprattutto a Milano. Ogni anno, queste manifestazioni richiamano un pubblico variegato, che va dagli esponenti più noti fino a giovani militanti e simpatizzanti. I riti pubblici, le fiaccole e i cortei evocano non solo la memoria, ma anche un senso di identità e appartenenza.
Questi eventi si inseriscono in un contesto sociale dove la memoria storica viene spesso rivendicata in modo conflittuale, generando critiche da parte di chi vede in questi ricordi un tentativo di legittimare periodi controversi, segnati da violenze politiche. A Milano, città che ha vissuto intensi scontri tra opposte fazioni politiche nel secolo scorso, il 29 aprile rappresenta una data simbolo per una parte ben definita della popolazione chiamata “camerati”.
Le forze dell’ordine presidiano solitamente con cautela queste manifestazioni, consapevoli del rischio di tensioni. Non mancano le polemiche sull’uso di simboli fascisti e su eventuali violazioni di leggi che vietano l’apologia di quei regimi. Anche nel 2025, come negli anni passati, la commemorazione si svolge nel rispetto delle norme, ma osservata con attenzione da chi contesta la presenza in pubblico di simili eventi.
Le vicende di Sergio Ramelli e degli altri nomi ricordati non sono solo un capitolo di storia, ma continuano a essere motivo di confronto e dibattito nella società milanese e italiana più in generale.