Milano riprende un servizio di pattugliamento a cavallo nei parchi pubblici, affidandosi a cavalli confiscati a un boss della ‘ndrangheta. L’iniziativa parte con una fase sperimentale e coinvolge diverse aree della città, tra cui spazi delicati come il boschetto della droga a Rogoredo. Un progetto che unisce sicurezza urbana e riutilizzo dei beni sequestrati alla criminalità organizzata.
Il valore sociale e simbolico della nuova iniziatica della polizia locale
L’utilizzo dei cavalli confiscati rientra in un più ampio progetto che si fonda sulla legge italiana per il riuso sociale dei beni sottratti alle mafie, una normativa che festeggerà i 30 anni nel 2026. Alessandra Dolci, procuratore aggiunto della Repubblica con delega alla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, ha sottolineato come queste iniziative diano senso ai beni confiscati, trasformandoli da simboli di potere criminale ad elementi a servizio della collettività.
Le “giacche verdi“, l’associazione che custodisce e cura i cavalli confiscati, garantisce l’assistenza agli animali, assicurandone il benessere e l’addestramento. Questo modello fa sì che gli animali non restino inutilizzati o trascurati, ma diventino risorse importanti per la sicurezza urbana. Il progetto si inserisce nell’ottica di un recupero che ha ormai quasi trent’anni di storia e che dimostra sul campo la possibilità di fare del bene riappropriandosi dei patrimoni della malavita.
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Ripresa del servizio a cavallo della polizia locale e sostenibilità economica
Il servizio dei vigili a cavallo a Milano era stato sospeso nel luglio 2011 per via dei costi troppo elevati e della difficoltà di mantenere la struttura, ma ora, grazie a un accordo con l’associazione Giacche Verdi, il Comune ha deciso di far ripartire la sperimentazione. La collaborazione con questa realtà permetterà di contenere le spese, dato che sarà l’associazione stessa a occuparsi della cura degli animali.
Il comando della polizia locale, guidato da Gianluca Mirabelli, ha chiarito che l’intervento non graverà sulle casse comunali oltre i 17mila euro annui destinati alle spese vive legate ai cavalli. Il servizio aiuterà a sorvegliare spazi che i veicoli non raggiungono, aumentando la visibilità e il controllo in quella porzione di città spesso difficile da monitorare. A cavallo, gli agenti hanno una prospettiva più ampia, e riescono a muoversi più agilmente nei parchi anche durante eventi o periodi di affluenza elevata.
L’impiego dei cavalli confiscati per il pattugliamento dei parchi a milano
Da domani, la polizia locale di Milano impiegherà quattro cavalli confiscati alla ‘ndrangheta per pattugliare alcune delle aree verdi della città. Il primo sopralluogo sarà svolto al parco Lambro, con presidi attivi da venerdì a domenica, dalle 9 alle 18. Questa sperimentazione, prevista fino a dicembre, coinvolgerà poi anche altre aree come il parco Sempione, il grande spazio verde nel centro cittadino, e il boschetto di Rogoredo, noto come ritrovo per attività legate allo spaccio.
I cavalli utilizzati sono Virgola, Special, Holly e Sonny. Tutti appartenevano a un ranch controllato da Bartolomeo Iaconis, un esponente della cosca di Fino Mornasco. Iaconis coltivava la passione per i cavalli, detenendo ben 19 esemplari poi confiscati. L’obiettivo è quello di restituire a Milano animali che fino a poco tempo fa facevano parte di un patrimonio criminale, e impiegare questi cavalli in servizi di pubblica sicurezza che avvantaggiano tutta la cittadinanza.
Prospettive future e potenziali sviluppi del progetto a milano
Questa fase sperimentale, prevista fino a dicembre, rappresenta un primo passo verso un servizio fisso e potenziato nel tempo. Nel Comune c’è intenzione di mantenere attiva l’iniziativa, e se le prove si dimostreranno positive, la frequenza e il numero di pattuglie a cavallo potrebbe crescere.
Il modello adottato potrebbe aprire nuovi scenari nell’impiego di beni confiscati, con benefici non solo per il contrasto alla criminalità ma anche per assicurare una migliore sicurezza percepita nei parchi pubblici. Le aree verdi di Milano, da tempo sotto pressione per certe criticità, potrebbero così vedere un presidio costante e visibile.
L’interazione tra polizia locale, associazioni come le Giacche Verdi e cittadini si preannuncia un elemento chiave per la riuscita di questo servizio. Già nei primi giorni di attività si attendono riscontri, utili per calibrare orari, luoghi e modalità, in modo da rispondere efficacemente alle esigenze di sicurezza della città.