A melun riaffiora un intero quartiere gallo-romano dell’antica città di metlosedum

A melun riaffiora un intero quartiere gallo-romano dell’antica città di metlosedum

Nel centro di Melun, scavi archeologici nell’ex Scuola Magistrale rivelano un quartiere gallo-romano di Metlosedum con domus, strutture pubbliche e tracce della Seconda Guerra Mondiale, aperti al pubblico.
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Nel centro di Melun, in Senna e Marna, emergono resti di un quartiere gallo-romano di 2000 anni fa, con domus, infrastrutture e tracce di vita quotidiana, recentemente aperti al pubblico durante le Giornate Europee dell’Archeologia. - Gaeta.it

Nel centro di Melun, importante città della Senna e Marna, una scoperta archeologica svela parti dimenticate dell’insediamento romano di Metlosedum. Scavi condotti nell’area dell’ex Scuola Magistrale stanno portando alla luce le tracce di un quartiere gallo-romano, rivelando aspetti della vita quotidiana di 2000 anni fa. L’apertura al pubblico durante le Giornate Europee dell’Archeologia ha dato modo di conoscere ritrovamenti e dettagli su questo sito unico.

Melun, da città gallica a centro romano strategico

Melun si trova a circa 40 chilometri a sud-est di Parigi, lungo una curva della Senna, tra le alture della Brie e del Gâtinais. Nel periodo romano era nota come Metlosedum, luogo inserito nel territorio dei Senoni, tribù gallica con capitale a Sens. Il sito faceva parte della Gallia Lionesa, provincia romana istituita da Augusto. Qui, Metlosedum si trovava vicino a confini importanti che collegavano Meaux, Parigi e Orléans. La città antica si sviluppava lungo percorsi viari ben definiti e rappresentava un nodo tra centri di potere gallici e romani.

Una posizione strategica per lo sviluppo urbano

Questa posizione ha influenzato la crescita urbana e le tipologie edilizie rinvenute, così come la funzione della città come snodo commerciale e amministrativo. Le vie principali – decumano e cardo – attraversavano Metlosedum, riflettendo il consueto impianto urbanistico romano che facilitava gli scambi e le attività civili. Melun, con la sua estensione lungo la Senna, mantiene nel presente ricordi chiari di questo passato.

Il sito degli scavi: incrocio di due arterie antiche

Gli scavi avviati nel cortile dell’ex Scuola Magistrale occupano una superficie di circa 3500 metri quadrati. Il punto toccato dalle ricerche corrisponde in pieno all’incrocio tra due strade fondamentali della città romana: il decumano, corrispondente all’attuale rue de Bellezombre, e il cardo identificato sotto la rue de Dammarie. Questo spazio rappresentava un isolato urbano, probabilmente molto vivace, rilevante nel contesto urbano per la sua posizione centrale.

Strutture edilizie e organizzazione urbana

Durante gli scavi sono affiorate strutture edilizie con caratteristiche attribuibili a costruzioni pubbliche o residenziali di pregio, articolate intorno a spazi aperti e dotate di impianti di servizio. La rete viaria di Metlosedum appare così chiara nel tracciato degli elementi ritrovati: le fondazioni, i muri e persino i cortili offrono informazioni sul modo con cui era organizzata la vita urbana.

Le indagini archeologiche privilegiano ambienti che riflettono funzioni quotidiane e di rappresentanza, mettendo in luce un quartiere ricco di spazi e di strutture per la vita privata e collettiva della città gallo-romana.

I resti di una domus con cantina sotterranea

Nel lato occidentale dello scavo emerge un edificio di circa 700 metri quadrati, con orientamento nord-sud. La struttura rettangolare si affacciava sul cardo e conserva alcune fondamenta in pietra legate da malta di calce. La pianta suggerisce un complesso organizzato attorno a un cortile centrale, tipico delle dimore romane di alto grado.

La cantina sotterranea e le tecniche costruttive

In uno degli angoli si nota una cantina sotterranea ben conservata, con pareti in malta, nicchie murarie e una scala a tre rampe che scende in profondità. Questo ambiente testimonia tecniche costruttive attente e funzionali. Probabilmente si tratta di una domus di un propietario benestante, simile a quella scoperta in Place Lucien-Auvert nel 2008. La presenza di ambienti sotterranei come la cantina indica la capacità di conservazione di beni preziosi, come cibo o vino, e il grado di comfort raggiunto.

Questa zona abitativa appare come segmento di un quartiere residenziale di rilievo, rafforzando l’idea che Melun in epoca romana vantasse nuclei con funzioni abitative complesse e ben strutturate.

Un secondo edificio e i segni della vita di tutti i giorni

A quasi quaranta metri a est rispetto al primo complesso, è stato identificato un secondo edificio grande circa 600 metri quadrati, ancora sotto analisi. Alcuni elementi, come un focolare quadrangolare realizzato con tegole e resti di condutture in terracotta, fanno ipotizzare un ambiente cucina. Questa scoperta indica la presenza di attività domestiche collegate alla preparazione dei pasti.

L’edificio orientale è danneggiato da opere più recenti, ma conserva tratti che, se combinati con quelli del primo complesso, potrebbero appartenere a un’unica abitazione o a un complesso residenziale più esteso. Le stime indicano una superficie complessiva che potrebbe superare i 2000 metri quadrati, dimensione significativa per un’area abitativa dell’antichità.

Gli elementi rinvenuti mostrano non solo aree di rappresentanza ma anche spazi funzionali dedicati alla gestione quotidiana della casa e dei bisogni familiari. Questo quadro aiuta a capire la qualità della vita e l’organizzazione spaziale di Metlosedum.

Pozzi, fosse e architettura di servizio nel quartiere

Nel corso degli scavi sono stati localizzati otto pozzi costruiti con pietrisco calcareo. Questi pozzi garantivano l’approvvigionamento idrico, vitale per la popolazione. Accanto ad essi si trovano numerose fosse e cantine senza muratura, insieme a buche per pali che probabilmente sostenevano strutture lignee, forse capanni o ulteriori magazzini.

Questa varietà di strutture riflette un’architettura che coniuga materiali diversi e funzioni multiple. Lo spazio dedicato allo stoccaggio e all’acqua emerge come centrale per l’organizzazione delle attività quotidiane. Il quartiere aveva una disposizione che prevedeva aree per la gestione degli approvvigionamenti, per la conservazione dei prodotti e per la vita domestica.

Delineare la fisionomia di un insediamento ordinato

Questi elementi contribuiscono a delineare la fisionomia di un insediamento ordinato, con zone specifiche per lavoro, vita privata e servizi essenziali.

Tracce della seconda guerra mondiale sovrapposte al sito antico

Inaspettatamente, il sito conserva strutture legate alla Seconda Guerra Mondiale. Nel cortile dell’ex Scuola emergono tracce di trincee scavate come ripari antiaerei. All’interno di una di queste, è stato ritrovato un elmetto Adrian, risalente agli anni intorno al 1926.

Questa testimonianza aggiunge un livello di stratificazione temporale all’area, che mostra come lo stesso luogo abbia svolto funzioni diverse nel corso dei secoli. L’accostamento fra resti romani e quelli del Novecento racconta la complessità della storia locale. Melun appare così situazione di incontri e sovrapposizioni fra epoche molto distanti.

Apertura al pubblico durante le giornate europee dell’archeologia

Il 14 giugno il sito è stato aperto per la prima volta al pubblico in occasione delle Giornate Europee dell’Archeologia. Dalle ore 10 alle 17, visitatori hanno potuto osservare gli scavi e dialogare con gli archeologi dell’INRAP, del Servizio Dipartimentale di Archeologia della Senna e Marna e degli uffici comunali.

Questa apertura ha reso possibile una visione diretta del lavoro svolto e dei reperti raccolti, ampliando la conoscenza della storia di Melun. Il coinvolgimento del pubblico nelle ricerche aiuta a valorizzare le radici della città, stimola curiosità intorno alla vita romana e crea un legame vivo con il passato conservato sotto la superficie urbana.

Le ricerche continueranno nei prossimi mesi, mentre il sito resta uno degli esempi più rilevanti della presenza romana nel territorio della Senna e Marna.

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