a Locride indagini su cani randagi uccisi e fatti sparire, denuncia associazione A.I.D.A. & A.

a Locride indagini su cani randagi uccisi e fatti sparire, denuncia associazione A.I.D.A. & A.

Nella Locride, Calabria, l’associazione A.I.D.A. & A. denuncia violenze contro cani randagi uccisi con armi da fuoco; la procura di Reggio Calabria ha ricevuto un esposto per avviare indagini e perseguire i responsabili.
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Nella Locride, Calabria, alcuni cani randagi sono stati uccisi e nascosti dopo atti di violenza denunciati dall’associazione A.I.D.A. & A., che ha presentato un esposto alla procura di Reggio Calabria per avviare indagini. - Gaeta.it

Negli ultimi giorni è emersa una situazione inquietante nella zona montuosa della Locride, in Calabria, dove alcuni cani randagi sono stati vittime di azioni violente. Secondo quanto riportato dall’associazione italiana di difesa degli animali e dell’ambiente , diversi animali sarebbero stati uccisi con armi da fuoco e successivamente occultati. Il caso ha attirato l’attenzione delle autorità locali e potrebbe portare a sviluppi giudiziari.

Il contesto del randagismo e le sfide nella tutela animale in calabria

La situazione dei cani randagi in molte aree della Calabria resta critica, con molteplici difficoltà per il controllo e la protezione degli animali. La morfologia del territorio, con zone montane e isolate, rende complessa l’attività di monitoraggio da parte delle autorità competenti. I cani randagi spesso vivono in gruppi ridotti o solitari, esposti a condizioni difficili e a rischi come incidenti o episodi di maltrattamento.

Sono diversi i casi segnalati negli ultimi anni in cui gli animali hanno subito violenze da parte di individui che li considerano fastidiosi o pericolosi. Questi episodi evidenziano la necessità di interventi concreti da parte delle istituzioni locali, come programmi di sterilizzazione, campagne di sensibilizzazione e incrementi di controlli sul territorio.

Il caso della Locride riporta al centro il tema della tutela degli animali abbandonati o randagi. Le associazioni come A.I.D.A. & A. svolgono un ruolo importante nel far emergere queste situazioni e nel spingere le autorità ad adottare provvedimenti, ma il problema resta complesso e diffuso.

Le denunce dell’associazione A.I.D.A. & A. sugli abusi nella locride

L’A.I.D.A. & A. si è fatta portavoce di segnalazioni riguardanti episodi avvenuti recentemente nei monti della Locride, territorio noto per la sua estensione e le aree boschive. L’associazione ha riferito che alcuni cani randagi sarebbero stati utilizzati come bersagli mobili da persone che, oltre a sparare contro gli animali vivi, li avrebbero poi fatti sparire una volta morti. Le denunce sottolineano il livello di crudeltà con cui questi cani sono stati trattati, mettendo in luce un fenomeno di maltrattamenti che va ben oltre gli abusi più comuni.

Secondo le prime ricostruzioni, non si tratterebbe di un episodio isolato ma di fatti ripetuti nel tempo. A.I.D.A. & A. ha raccolto testimonianze locali che descrivono situazioni in cui gli animali sono stati scambiati per bersagli di tiro, spesso senza che nessuno intervenisse per fermare queste azioni. L’associazione ha espresso preoccupazione anche per il silenzio e l’omertà che circondano questi casi, fattore che complica l’individuazione dei responsabili.

L’esposto alla procura di Reggio calabria e le possibili conseguenze legali

Il 10 giugno, l’A.I.D.A. & A. ha annunciato la presentazione di un esposto alla procura della Repubblica di Reggio Calabria. Il documento ha lo scopo di chiedere un’indagine approfondita sugli episodi denunciati e di portare davanti alla giustizia chi è ritenuto colpevole di aver ucciso i cani e di averne nascosto i corpi. La procura, ricevuto l’esposto, dovrà valutare la fondatezza delle accuse e, se necessario, avviare accertamenti sulla base degli elementi forniti e delle eventuali indagini sul territorio.

La legge italiana prevede sanzioni per chi maltratta o uccide animali senza motivazioni legittime. Il caso dei cani nella Locride potrebbe quindi assumere profili penali rilevanti, soprattutto se emergerà una regia dietro gli atti di violenza. Gli inquirenti dovranno anche verificare se vi siano altre persone coinvolte e se queste azioni siano parte di comportamenti abituali in quella zona.

Reazioni e attenzione mediatica sugli episodi nella locride

L’annuncio dell’esposto e le prime segnalazioni hanno attirato l’attenzione di diverse testate regionali e nazionali. Il caso è diventato oggetto di dibattito, soprattutto tra chi si occupa di diritti degli animali e nelle comunità locali. Nonostante l’indignazione di molte persone, permane una certa difficoltà a raccogliere prove concrete in queste aree e a coinvolgere i testimoni.

Le forze dell’ordine sono chiamate a movimentare risorse per approfondire gli accertamenti, comprendere la dinamica degli eventi e individuare i responsabili. A quel punto sarà possibile comprendere se si è di fronte a un episodio isolato o a una serie di violenze distribuite nel tempo, come suggeriscono i primi resoconti.

Nel frattempo, l’attenzione pubblica su questi casi potrebbe favorire una maggiore vigilanza e prevenzione nei confronti dei maltrattamenti sugli animali nelle zone rurali e montane della Calabria.

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