Un nuovo arrivo di migranti ha segnato la notte a Lampedusa, con 299 persone raccolte in mare e trasferite sull’isola. Tra loro, tre corpi privi di vita, due bambini di circa due anni e un uomo intorno ai 30, ritenuti morti per mancanza di acqua e cibo. Questi dati confermano le difficoltà estreme di chi tenta la rotta dal nord africa verso l’europa, evidenziando un altro episodio di tragedia in mare.
Il barchino alla deriva e il ruolo della ong resQship
L’imbarcazione, un piccolo barchino, era rimasta alla deriva per giorni nel Mediterraneo prima di essere individuata da frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere marittime. Il veliero Nadir, impegnato in missioni di soccorso, ha raggiunto il barchino e ha avvisato la nave ong resQship che ha raccolto i migranti e recuperato i corpi senza vita. Questa operazione ha consentito di trasportare i naufraghi verso salvezza e di preservare le evidenze di quanto accaduto durante la traversata, un episodio emblematico delle difficoltà incontrate sulle rotte migratorie.
La situazione nell’hotspot di contrada imbriacola
I sopravvissuti, per la maggior parte provenienti dall’Africa subsahariana, sono stati trasferiti nell’hotspot di contrada imbriacola a Lampedusa. Attualmente, l’hotspot ospita 305 persone. La Croce Rossa Italiana ha seguito da vicino le condizioni degli sbarcati e ha confermato che, nonostante le difficoltà affrontate, le persone soccorse stanno bene. L’organizzazione umanitaria ha fornito assistenza medica e supporto immediato, attivando le procedure necessarie per l’identificazione e la gestione della prima accoglienza.
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Altri soccorsi nella stessa notte
Non solo quel gruppo: nella stessa notte, altre 236 persone sono state soccorse da tre imbarcazioni differenti. Questi arrivi simultanei hanno messo in evidenza quanto sia intensa la pressione migratoria verso Lampedusa e le isole limitrofe, che rimangono punto di approdo principale nel Mediterraneo centrale. Le operazioni di salvataggio, coordinate dalle autorità marittime italiane e dalla Guardia Costiera, si sono svolte in condizioni difficili e complesse, confermando il ruolo cruciale delle missioni di recupero in mare per evitare ulteriori perdite di vite umane.