Il pane rappresenta un alimento quotidiano per molte famiglie italiane, ma il contenuto di sale può diventare un problema per la salute. In Emilia-Romagna, un’iniziativa regionale ha spinto diverse attività artigiane a ridurre il sodio nel pane fresco, rispondendo a esigenze di benessere più consapevoli. Il progetto coinvolge panificatori locali e si inserisce in un più ampio programma di prevenzione sanitaria, con l’obiettivo di contenere i rischi cardiovascolari legati a un consumo eccessivo di sale.
La nascita del forno di alice bernardi a ferrara e la scelta di pane meno sale
Alice Bernardi, una panificatrice di Ferrara, racconta la sua esperienza che ha portato all’apertura del suo forno in centro città. Ha iniziato impastando in casa, per la sua famiglia e i nipotini, cercando un tipo di pane più salutare e con meno sodio. La sua attività ha aderito alla campagna “Pane meno sale”, una delle 344 nell’Emilia-Romagna che hanno sposato questa filosofia.
Il locale di Alice non è solo punto vendita ma anche laboratorio dove la riduzione del sale diventa una pratica quotidiana. Questo impegno nasce dall’idea che il pane, alimento base, possa essere un alleato per una dieta più controllata. Non è un percorso semplice: il processo di panificazione va regolato per mantenere gusto e consistenza, senza rinunciare al valore nutrizionale. Alice ha messo a punto impasti con una percentuale di sodio inferiore al 1,7% rispetto alla farina, come richiesto dal protocollo regionale.
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L’esperienza di Alice mostra come piccole realtà artigianali possano diventare parte attiva nei progetti di salute pubblica, rispondendo a domande crescenti dei consumatori verso prodotti più genuini e meno ricchi di ingredienti dannosi.
Il progetto pane meno sale: obiettivi e regolamentazione in emilia-romagna
L’iniziativa “Pane meno sale” è stata lanciata dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con le associazioni locali di panificatori. L’obiettivo principale consiste nel diminuire la quantità di sale nei prodotti da forno artigianali, fissando un limite massimo al 1,7% del peso della farina usata.
Questa norma è parte del piano regionale di prevenzione che mira a limitare i fattori di rischio per la salute pubblica, in particolare ipertensione e malattie cardiovascolari, strettamente collegati all’eccesso di sodio nella dieta quotidiana. Il progetto coinvolge centinaia di panifici e cerca di diffondere consapevolezza tra produttori e clienti.
Il percorso ha richiesto un accordo tra le istituzioni sanitarie, associazioni di categoria e i panificatori stessi. Quest’ultimi sono stati guidati nel modificare le loro ricette tradizionali rispettando limiti specifici senza compromettere la qualità del pane. L’iniziativa prevede anche momenti di formazione e controllo, perché il risultato sia certificato e riconosciuto.
Il “Pane meno sale” diventa anche uno strumento per promuovere una dieta equilibrata su base quotidiana, partendo da un alimento basilare come il pane, al centro della tavola di molti.
Sensa ricetta, il format che racconta le azioni di salute in emilia-romagna
Per dare visibilità alle iniziative sul territorio, l’assessorato alle Politiche per la salute dell’Emilia-Romagna ha prodotto “Senza Ricetta – Salute e star bene in Emilia-Romagna”. Si tratta di un format video che documenta azioni e progetti legati alla tutela della salute pubblica.
La seconda puntata del programma approfondisce proprio il tema di “Pane meno sale”. Attraverso interviste a medici, tecnici, operatori sanitari, e testimonianze di cittadini, il video racconta la causale dietro questa scelta regionale. Si affrontano rischi sanitari legati all’eccesso di sodio e si mostrano gli effetti di queste scelte alimentari sulla qualità della vita.
Questa modalità comunicativa permette anche di coinvolgere attivamente la popolazione, facendo conoscere strumenti e buone pratiche per ridurre patologie legate a stili di vita non equilibrati. Il format è disponibile online da oggi su piattaforme regionali e canali social, offrendo un mezzo diretto per informarsi sugli sviluppi del piano regionale di prevenzione.
Raccontare queste storie aiuta a mantenere alta l’attenzione intorno a temi sanitari che toccano tutti e mette in luce sia le istituzioni sia i protagonisti quotidiani della cura della salute pubblica.