A Damasco emergono fossa comune e rivelazioni inquietanti su torture e sparizioni

A Damasco emergono fossa comune e rivelazioni inquietanti su torture e sparizioni

Il ritrovamento di fosse comuni vicino a Damasco riaccende l’attenzione sulle atrocità del regime di Assad, mentre la situazione politica in Siria continua a deteriorarsi tra violenze e repressione.
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A Damasco emergono fossa comune e rivelazioni inquietanti su torture e sparizioni - Gaeta.it

Nel cuore della Siria, la brutalità del regime di Bashar al-Assad continua a far emergere verità inquietanti. Le immagini di sacchi bianchi contenenti ossa e resti di corpi bruciati sono diventate uno straziante promemoria delle atrocità subite da migliaia di cittadini. Il ritrovamento di diverse fosse comuni vicino a Damasco, luogo simbolo di repressione e violenza, ha scosso l’opinione pubblica e riacceso i riflettori sulla guerra civile siriana.

Il ritrovamento delle fosse comuni

Sulle strade che dall’odierna Damasco portano all’aeroporto internazionale, diversi attivisti si sono mossi per documentare l’orrore delle fosse comuni, evidenziate da mucchi di terra in fila, particolarmente nella zona del Quinto Ponte, a sud-est della capitale. L’agenzia Al Jazeera ha segnalato la scoperta di una fossa comune che occupa un’area equivalente a quella di un campo di calcio, nei pressi del sobborgo di Qutayfa. Qui, secondo le testimonianze dei residenti, sarebbero sepolti migliaia di corpi di persone uccise e torturate nelle prigioni segrete del regime siriano.

Questi nuovi ritrovamenti non sono solo un drammatico richiamo alla memoria delle violazioni dei diritti umani, ma rappresentano anche un atto politico che intende mantenere sotto pressione il governo siriano. Le immagini di sacchi di plastica bianchi, numerati, che mostrano ciò che ne rimane delle vittime, stanno circolando sui media internazionali, amplificando l’indignazione globale.

Il contesto politico e le nuove rivelazioni

In un’atmosfera già tesa, il direttore dei servizi segreti turchi, Ibrahim Kalin, ha compiuto una visita storica in uno dei luoghi più emblematici di Damasco, la Moschea degli Omayyadi. Questo incontro rappresenta il forte legame tra Ankara e gli insorti di Hayat Tahrir ash-Sham , un gruppo dichiarato ‘terrorista’ dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea. La tensione è palpabile, e le voci su una possibile modifica della governance siriana si fanno più insistenti.

Un portavoce del governo di transizione legato a HTS ha annunciato decisioni significative, come la sospensione del parlamento e della costituzione, il che potrebbe avere ripercussioni fatali sul già fragile equilibrio politico del Paese. Intanto, emergono dichiarazioni di Usama Uthman, noto come ‘Cesar’, ex fotografo forense, che ha portato alla luce pratiche di tortura documentando oltre 28mila fotografie di vittime del regime. Molti di questi scatti sono stati utilizzati da Human Rights Watch per denunciare le atrocità, rendendo visibile uno dei periodi più bui della storia recente siriana.

La situazione attuale in Siria

Dopo undici anni di clandestinità, Cesar è finalmente riemerso, pronto a rivelare ulteriori dettagli sulla brutalità del regime. Le sue fotografie, già al centro di sanzioni americane come il ‘Cesar Act‘, hanno avuto un impatto devastante sull’economia siriana, già provata dalle conseguenze del conflitto. La veemenza con cui la comunità internazionale ha risposto può rivelarsi cruciale per il futuro della Siria, ma la situazione sul campo non mostra segni di miglioramento.

Ad aggravare le cose, recenti notizie riguardano il ritorno di Mazen Hamada, attivista siriano che aveva cercato rifugio all’estero. Tornato a casa per minacce dirette al suo nucleo familiare, Hamada è stato arrestato e poi torturato fino alla morte. La sua morte ha innescato un’ondata di lutti tra i suoi sostenitori, con migliaia di persone che hanno partecipato ai suoi funerali, segno tangibile della rabbia popolare verso un regime che continua a brandire il potere con la violenza.

Attacchi e conflitti in corso

La violenza non è limitata ai confini di Damasco. Nelle regioni settentrionali del Paese, conflitti tra forze filo-turche e membri curdi hanno continuato a creare tensioni. Gli scontri si concentrano lungo l’Eufrate, specialmente vicino alla Diga Tishrin, mentre le trattative per una tregua si intensificano sotto la mediazione di Stati Uniti e Turchia. In questo contesto complesso, le autorità curdo-siriane, sostenute da Washington, hanno manifestato l’intenzione di essere parte significativa di una Siria unita, esponendo la bandiera della rivoluzione nelle istituzioni del nord-est siriano.

Mentre le alte sfere politiche cercano di negoziare un accordo di pace, sul campo i civili continuano a subire le conseguenze di una guerra che sembra non avere fine. Confronti, sparizioni e nuove scoperte di fosse comuni non fanno che confermare l’urgenza di una soluzione duratura per un popolo stanco di violenze e repressione. La comunità internazionale osserva, ma le azioni concrete tardano ad arrivare, lasciando milioni di siriani intrappolati in un incubo senza uscita.

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