Nel piccolo comune di Corfinio, in provincia dell’Aquila, si è acceso un dibattito sul possibile arrivo di un centro di accoglienza per richiedenti asilo. Con meno di mille abitanti e una storia antica che fa di questa località un punto di riferimento storico, la notizia ha suscitato reazioni immediate tra i residenti.
Manifestazioni di protesta e indagini per le scritte vandaliche
La tensione nel paese si è manifestata anche con un episodio grave. Durante la notte, sulle mura della piccola chiesa di San Giacomo, è comparsa una scritta con la frase “no migranti”. Il fatto è stato rilevato dai carabinieri della compagnia di Sulmona, che hanno già avviato le indagini per identificare i responsabili.
Questo gesto segnala una divisione netta all’interno della comunità, dove il dibattito non si limita alle richieste formali, ma assume toni più accesi e preoccupanti. Le forze dell’ordine monitorano la situazione per evitare che episodi simili possano degenerare.
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La situazione a Corfinio e il progetto del centro di accoglienza
Corfinio conta 948 abitanti e custodisce un passato importante come antica capitale della Lega Italica, in epoca romana. Recentemente, una struttura ricettiva locale ha presentato un’offerta per partecipare a un bando lanciato dalla Prefettura dell’Aquila, finalizzato alla creazione di un centro di accoglienza per richiedenti asilo sul territorio comunale. Tuttavia, le procedure per l’assegnazione dei centri non competono al Comune, ma sono gestite esclusivamente dalla Prefettura, che ha il compito di vagliare le varie proposte ricevute.
Nonostante la fase delle candidature non sia ancora conclusa, la sola possibilità di realizzare il centro ha subito acceso un dibattito tra i cittadini, molti dei quali si sono detti preoccupati per le possibili ricadute sul territorio e il futuro degli immobili. Dal punto di vista amministrativo, fino a ora il Comune non ha ricevuto comunicazioni ufficiali circa l’avvio di eventuali lavori o la conferma definitiva dell’assegnazione del centro.
Il ruolo del comune e la comunicazione con la prefettura
Il vicesindaco di Corfinio, Francesco Di Nisio, ha sottolineato la difficoltà per l’amministrazione di gestire la situazione, visto che il Comune non ha competenze dirette sulle procedure di accoglienza. Ha anche riportato le preoccupazioni degli abitanti circa la mancanza di informazioni ufficiali da parte della Prefettura.
L’ente locale ha chiesto di essere coinvolto nelle comunicazioni e aggiornato ogni volta che si dovessero registrare novità. Di Nisio ha detto che gli amministratori devono restare il primo punto di contatto per i cittadini davanti a questioni delicate come questa, anche se non possono intervenire direttamente sulle decisioni del governo prefettizio.
Il passaggio alla gestione della Prefettura non scioglie i dubbi degli abitanti e lascia aperto un confronto che rischia di complicarsi se non sarà gestito con attenzione. Corfinio resta al centro di questa vicenda che coinvolge dimensioni sociali, storiche e urbanistiche del piccolo comune abruzzese.
La nascita del comitato spontaneo e le preoccupazioni dei cittadini
Sotto questa pressione, a Corfinio è nato un comitato spontaneo che si definisce per la “salute e sicurezza pubblica”, raccogliendo oltre quattrocento firme in poco tempo. Il gruppo ha chiesto chiarimenti all’amministrazione comunale e si è dichiarato contrario alla possibilità di trasformare una struttura ricettiva in un centro di accoglienza.
Le preoccupazioni espresse dagli abitanti riguardano principalmente il possibile impatto sulla convivenza sociale e il timore che l’arrivo di una struttura per richiedenti asilo possa portare a una svalutazione del valore degli immobili privati. Corfinio, infatti, è conosciuta anche come località turistica, scelta da visitatori attratti dalle sue radici storiche e ambientali. L’idea che il progetto possa influire negativamente su questa vocazione è centrale nei dubbi degli abitanti.