A cervia grazia deledda e gli animali della pineta tra memoria e nuovi habitat nel territorio romagnolo

A cervia grazia deledda e gli animali della pineta tra memoria e nuovi habitat nel territorio romagnolo

la pineta di cervia tra natura e sviluppo umano: da grazia deledda alle trasformazioni della fauna locale con il ritorno di lupo, fenicottero rosa e cervi nella riserva naturale di mesola
A Cervia Grazia Deledda E Gli A Cervia Grazia Deledda E Gli
La pineta di Cervia, tra natura e sviluppo umano, ha ispirato Grazia Deledda e visto trasformazioni importanti nella fauna locale, con specie scomparse, ritornate o introdotte, come il lupo e il fenicottero rosa, testimoniando un delicato equilibrio tra conservazione e convivenza. - Gaeta.it

La storia della pineta di cervia racconta un confronto intenso tra natura e sviluppo umano. Grazia deledda, la scrittrice sarda vincitrice del premio nobel, trascorse molti estati qui, immergendosi in un paesaggio selvaggio e quasi incontaminato. Quel contatto diretto con la natura ha ispirato alcune delle sue novelle, in cui animali come il cinghialetto o la tortora hanno un ruolo centrale. Oggi, quel territorio appare trasformato, ma conserva tracce della sua vocazione selvaggia grazie alla presenza di alcune specie che si sono adattate alle nuove condizioni. Un progetto culturale e naturalistico, raccontato nel libro “romagna selvatica, ieri e oggi”, ne restituisce il racconto, evidenziando come flora e fauna abbiano mutato volto nei decenni.

Grazia deledda e le estati nella pineta: un legame con la natura tra dune e passeggiate solitarie

Dal 1920 fino al 1937, grazia deledda trascorse le sue estati a cervia e nel paesaggio intorno alla località romagnola trovò ispirazione per molte novelle. Le pinete e le dune la ospitavano in lunghe passeggiate solitarie, in un ambiente ancora poco toccato dall’uomo. Era un paesaggio provinciale, con specie animali numerose e diversificate. Nei suoi racconti, la scrittrice inserì spesso animali come protagonisti: dagli uccelli ai cinghiali, fino ai lupi. Per esempio, nella novella intitolata “il cinghialetto”, emerge la delicatezza con cui descriveva la fauna della zona, quasi a volerla custodire per sempre nel ricordo. La zona, allora libera da grosse urbanizzazioni, permetteva a deledda di osservare la natura da vicino, senza disturbo.

Villa caravella e gli incontri con la natura

La villa caravella, acquistata dalla scrittrice nel 1928, si trovava affacciata sul mare e rappresentava il suo rifugio ideale. Qui si intrecciavano le ispirazioni letterarie e la vicinanza alla natura. Massimiliano bruno ricorda come grazia deledda potesse incontrare specie come la lontra, che allora viveva nelle paludi circostanti. Quell’animale livornese era molto presente fino agli anni settanta, quando una campagna di caccia violenta portò alla sua completa scomparsa nel territorio. Questi animali venivano visti come dannosi o nocivi e la lotta contro di essi era dura, segnando una svolta nell’ecosistema locale.

La scomparsa e il ritorno di alcune specie animali nella pineta di cervia e dintorni

Nel corso del secolo scorso, la pineta e le aree naturali attorno a cervia hanno visto la scomparsa di molte specie un tempo diffuse. Orsi, pellicani, castori, tassi, volpi e faine furono considerati problematici e subivano censure o cacciate intense. Gli orsi, ad esempio, non sono più tornati dopo la loro estinzione locale. Diversamente, alcune specie come il lupo sono ritornate in questi anni. Il lupo non è nato qui nelle montagne – come comunemente si pensa – ma è stato spinto a cercare rifugio in zone più appartate e boschive a causa della pressione umana. Ora in romagna il lupo convive con la fauna selvatica, pur mantenendo una distanza dagli insediamenti umani.

La tortora e altre trasformazioni della fauna locale

Altra specie sconvolta nei secoli dalla presenza umana è la tortora, protagonista nella novella “la morte della tortora”. La tortora descritta da deledda non è quella dal collare orientale, arrivata in romagna solo negli anni sessanta, ma quella selvatica migratoria. Allo stesso modo, l’ecosistema ha vissuto trasformazioni legate a nuove introduzioni: oggi i cavalli, le aquile e i lupi si muovono in un territorio che ha subito molti mutamenti, ma mantiene i caratteri essenziali del suo passato naturale. La leggenda legata alla presenza dei cervi nel bosco di cervia viene da lontano. In testi del diciottesimo secolo si accenna a presenze occasionali di cervi, ma intorno all’epoca di deledda questa specie non era certo più presente.

Il presente della riserva naturale e la svolta con il fenicottero rosa e i cervi

Nei giorni nostri, il bosco della riserva naturale di mesola ospita almeno 200 cervi, un numero importante che testimonia un recupero parziale delle specie di fauna tradizionale. Ai tempi di deledda non si sarebbe immaginato. Accade però che altre specie, come il fenicottero rosa, siano diventate recenti protagoniste del territorio. Il primo avvistamento certo risale agli anni novanta, anche se sporadici esemplari furono segnalati in passato, ad esempio nel 1937, proprio l’anno della morte della scrittrice.

La colonia stabile dei fenicotteri nella salina di comacchio

La colonia stabile di fenicotteri nella salina di comacchio si è formata soltanto dal 2017, crescendo rapidamente fino a raggiungere diecimila coppie nidificanti nel 2021. Quello è ora l’unico sito di nidificazione di questi uccelli in italia. Un fenomeno che ha portato una nuova vita a questi luoghi, aggiungendo un elemento di grande interesse naturalistico e turistico. Le aree umide della zona si sono così trasformate in un delicato rifugio per il fenicottero, segnando una fase positiva di conservazione.

Il ritorno del lupo, del cinghiale e di altri animali suscita però anche preoccupazione. Oggi il lupo non è più considerato un animale da proteggere assolutamente, ma solo come specie protetta, perché il suo numero cresce e rischia che entri in contatto troppo frequente con gli uomini. Gli esperti indicano la necessità di mantenere un equilibrio: la presenza del lupo è buona solo se resta isolata dagli insediamenti, altrimenti possono nascere conflitti. Un delicato bilanciamento che segnala la complessità nel rapportarsi alla fauna selvatica in un territorio in cui natura e città convivono sempre più.

Questa tensione tra passato naturale e presente abitato caratterizza cervia e l’intera romagna, rendendo la conoscenza del territorio e della sua evoluzione una chiave indispensabile per conservarne il valore. Il racconto di deledda rimane così un documento vivo, anche per chi oggi osserva quelle dune e pinete da un’altra prospettiva.

Change privacy settings
×