A afrágola assemblea pubblica contro la violenza di genere dopo il femminicidio di martina carbonaro

A afrágola assemblea pubblica contro la violenza di genere dopo il femminicidio di martina carbonaro

A Afrágola, un’assemblea pubblica promossa dal Patto Educativo per Napoli e dall’Osservatorio Distrettuale affronta la violenza di genere dopo il femminicidio di Martina Carbonaro, coinvolgendo istituzioni e comunità locali.
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Ad Afrágola, venerdì 27 giugno si terrà un’assemblea pubblica contro la violenza di genere, promossa da istituzioni e comunità locali, in risposta al femminicidio di Martina Carbonaro, per avviare un impegno concreto di prevenzione e cambiamento culturale. - Gaeta.it

L’attenzione sul tema della violenza di genere torna a farsi urgente nella città di afrágola, dove venerdì 27 giugno si terrà un’assemblea pubblica promossa dal Patto Educativo per napoli e dall’Osservatorio Distrettuale sulla violenza di genere. L’appuntamento, fissato per le 16.30 nella parrocchia di San Giorgio Martire, nasce come reazione diretta al grave femminicidio della giovane martina carbonaro, un episodio che ha scosso profondamente l’opinione pubblica locale e nazionale.

Il contesto dell’assemblea e la risposta al femminicidio di martina carbonaro

Il femminicidio di martina carbonaro ha acceso un’allerta che supera i confini di afrágola. Pochi giorni dopo l’episodio, la comunità si mobilita per riflettere, reagire e iniziare un percorso che vada oltre la semplice condanna verbale. L’assemblea convocata, infatti, vuole rappresentare un momento di confronto pubblico e collettivo, per elaborare una risposta condivisa al problema della violenza contro le donne. In questo contesto, la parrocchia di San Giorgio Martire non è solo una cornice religiosa, ma un luogo simbolico di confronto e di prossimità con la comunità locale, chiamata a guardare in faccia una realtà dolorosa e a promuovere un cambiamento culturale.

Un cammino congiunto tra istituzioni e comunità

Quest’incontro si pone all’origine di un cammino congiunto, che coinvolge attori differenti, dal mondo istituzionale alle realtà educative e di volontariato. L’intento è chiaro: non interrompere la riflessione al momento di dolore, ma trasformarla in un punto di partenza concreto per azioni diffuse, capaci di incidere sulla cultura della prevenzione e sulla promozione del rispetto tra i generi. La vicenda di martina carbonaro diventa così uno snodo importante, un esempio tragico che spinge a mettere in moto energie e risorse sul territorio.

I protagonisti dell’incontro e il ruolo delle istituzioni

L’assemblea di afrágola vedrà la partecipazione di figure di rilievo nel panorama giudiziario, ecclesiastico, sociale e culturale della città di napoli e della provincia. Tra gli ospiti principali, il cardinale don mimmo battaglia, arcivescovo di napoli, porterà un messaggio rivolto non solo alla fede, ma all’impegno civile e morale contro ogni forma di violenza. La presenza della presidente della corte d’appello di napoli, maria rosaria covelli, e del procuratore generale, aldo policastro, sottolinea l’importanza di un intervento istituzionale chiaro e deciso nella lotta ai reati di genere.

Accanto a questi, la sociologa raffaella palladino offrirà spunti di analisi sulle cause sociali e culturali che alimentano la violenza di genere, mentre suor marisa pitrella, direttrice della caritas di napoli, porterà l’esperienza delle comunità di accoglienza e il valore della solidarietà nel percorso di sostegno alle vittime. Gennaro pagano, coordinatore del Patto Educativo, rappresenterà il legame tra scuola, famiglie e ambiente territoriale, elemento fondamentale per costruire una cultura che prevenga la violenza fin dai primi anni di vita.

Un tavolo multidisciplinare per azioni concrete

La composizione di questo tavolo testimonia la necessità di agire su più fronti: dall’educazione alla giustizia, dalla sensibilizzazione religiosa al coinvolgimento delle associazioni di volontariato. Ogni interlocutore avrà il compito di offrire una prospettiva che contribuisca a un’azione unitaria e concreta, lontana da retoriche o semplificazioni.

Una nuova cultura della prevenzione e il ruolo delle comunità locali

L’impegno preso con l’assemblea di venerdì segna l’avvio di un progetto che mira a radicare sul territorio una cultura nuova, centrata sul rispetto reciproco e sulla parità tra uomini e donne. Il percorso non è pensato solo come una serie di iniziative spot, ma come un lavoro quotidiano da riprendere con continuità, che coinvolge scuole, parrocchie, famiglie e organizzazioni sociali.

Ogni realtà è chiamata a fare la sua parte, a partire dall’educazione delle nuove generazioni a valori che contrastino direttamente la violenza e ogni forma di discriminazione. Il progetto ambisce ad offrire strumenti concreti per riconoscere i segnali di malessere o violenza e per attivare risposte efficaci. Non è solo un problema di sicurezza, ma di cambiamento culturale e sociale.

Sostegno, reti e cittadinanza attiva

Nel corso dell’assemblea si discuterà anche di azioni da intraprendere insieme, per favorire reti di sostegno e percorsi di cittadinanza attiva. La condivisione di esperienze e risorse vuole mettere in luce quanto la lotta alla violenza di genere richieda l’impegno di tutta la comunità. Non riguarda solo le vittime o chi lavora in prima linea, ma tutta la società, che ha il compito di evitare che episodi simili si ripetano.

Il messaggio centrale riguarda la consapevolezza che una ferita inflitta a una donna è un danno che coinvolge profondamente l’intera collettività. Il rispetto reciproco e la cura delle persone non possono appartenere a una dimensione privata. Venerdì 27 giugno, ad afrágola, la nuova sfida è aprire un dialogo concreto e duraturo, per accendere una luce diversa su un tema che, come mostrano i fatti recenti, resta ancora emergenza.

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