A 45 anni dalla strage di ustica, il presidente dei parenti chiede verità sul responsabile dell’abbattimento

A 45 anni dalla strage di ustica, il presidente dei parenti chiede verità sul responsabile dell’abbattimento

Dopo 45 anni dalla strage di Ustica, resta irrisolta l’identità dei responsabili del Dc-9 Itavia abbattuto; Daria Bonfietti e le famiglie chiedono un impegno politico per ottenere verità e giustizia.
A 45 Anni Dalla Strage Di Usti A 45 Anni Dalla Strage Di Usti
La strage di Ustica, avvenuta nel 1980 con la morte di 81 persone, resta un mistero irrisolto. Dopo decenni di indagini e mancate collaborazioni internazionali, l’associazione dei parenti delle vittime chiede un impegno politico deciso per ottenere verità e giustizia. - Gaeta.it

La strage di ustica resta un caso aperto ancora oggi, dopo 45 anni dal tragico evento che costò la vita a 81 persone. Quel 27 giugno 1980 un Dc-9 dell’Itavia precipitò nei cieli sopra l’isola di ustica, ma l’identità dei responsabili materiali non è mai stata chiarita. Gli sforzi giudiziari e le dichiarazioni pubbliche si sono susseguiti nel tempo, però la verità completa resta fuori portata. A Bologna, nel corso di una serie di iniziative di commemorazione, Daria Bonfietti, presidente dell’associazione dei parenti delle vittime, ha ribadito la richiesta di chiarezza che ancora perdura.

Un punto sulle indagini giudiziarie dopo decenni dal disastro

Le indagini sulla strage di ustica hanno subito diverse fasi di apertura e chiusura nel corso degli anni. Alla fine del 2024, i pm romani hanno chiesto l’archiviazione definitiva, dopo quasi due decenni di approfondimenti. La riapertura era avvenuta a seguito delle dichiarazioni di Francesco Cossiga, ex presidente della repubblica, che indicava l’aviazione francese come possibile responsabile dell’abbattimento del Dc-9. Nonostante questo spunto, le autorità giudiziarie non hanno ottenuto prove sufficienti per identificare chi materialmente abbia causato la caduta del velivolo.

Difficoltà con gli stati coinvolti

Le difficoltà si sono legate in parte alla mancanza di collaborazione dagli stati coinvolti nella notte del 27 giugno 1980. Francia, Stati Uniti, Regno Unito e Svezia avevano forze aeree militari nei cieli italiani quella sera. Tuttavia, le risposte fornite negli anni dagli stati alleati sono state incomplete o evasive. Non è emerso un quadro chiaro sulle attività di quei aerei militari e sul ruolo che potrebbero aver avuto nell’incidente aereo.

Daria Bonfietti ha sottolineato come la mancata collaborazione impedisca di fatto una ricostruzione definitiva dei fatti. L’assenza di risposte esaustive ha frustato la famiglia delle vittime e la società civile, lasciando aperto un vuoto che pesa sulle istituzioni italiane.

La richiesta di un impegno politico per ottenere spiegazioni

Di fronte a una magistratura che dichiara l’impossibilità di proseguire senza nuovi elementi, Bonfietti ha rivolto un appello alla politica. Il presidente dell’associazione ha invitato il governo e la diplomazia italiana a muoversi in modo deciso per ottenere risposte dagli stati coinvolti. Sono passati 45 anni, eppure ancora non si conosce il motivo e il perché dell’abbattimento di un aereo civile in tempo di pace.

La responsabilità di spiegare gli eventi spetta ai paesi che avevano forze militari nella zona, ma nessuno ha mai rivendicato un coinvolgimento diretto. Per questo motivo, Bonfietti chiede al suo paese di farsi portavoce di una richiesta chiara, forte e incessante per la verità. Non si tratta solo di un’esigenza formale, ma di un diritto delle famiglie e di tutta la collettività.

I tentativi giudiziari si sono ormai esauriti, e l’azione politica dovrebbe prendere il posto della ricerca giudiziaria. Solo un impegno diplomatico concreto può costringere gli stati interessati a fornire la versione definitiva degli eventi, chiarendo cosa sia realmente accaduto sopra l’isola di ustica quella notte.

L’azione politica come prossima fase

Le iniziative di ricordo a bologna per mantenere viva la memoria

A Bologna si sono svolte diverse iniziative per ricordare le vittime della strage di ustica e mantenere viva la memoria di quella tragedia. La presentazione in comune ha raccolto associazioni, cittadini e istituzioni che vogliono dare risalto alla necessità di non dimenticare ciò che è accaduto. Questi eventi rappresentano anche un modo per continuare a esercitare pressione politica e sociale affinché la verità non venga sepolta sotto decenni di silenzi e depistaggi.

La partecipazione delle famiglie delle vittime è un elemento centrale per preservare quel ricordo, ma anche per alimentare la richiesta di giustizia. Negli anni, l’associazione guidata da Daria Bonfietti ha promosso incontri, ricerche storiche e azioni di sensibilizzazione, evitando che la strage cadesse nell’oblio generale.

Bologna come centro di memoria attiva

Non a caso, queste commemorazioni si svolgono in molte città italiane ma assumono un rilievo particolare a Bologna, una città attiva nel ricordare eventi di rilevanza nazionale e nel richiedere chiarezza storica. Non bastano le parole, serve un impegno concreto da parte delle istituzioni.

I cittadini sono chiamati a partecipare e a tenere accesa l’attenzione su un fatto che resta una ferita aperta per il paese. La memoria serve anche a sottolineare l’importanza di difendere i cieli civili in ogni momento, e in ogni circostanza, per evitare che tragedie analoghe possano ripetersi.

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