Nel 2025, un gruppo di 47 persone originarie di atena lucana si riunisce per la prima volta nel piccolo comune del Vallo di Diano, nel salernitano. Questi discendenti sono figli di emigrati partiti tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, con legami che si estendono fino a Stati Uniti, uruguay e argentina. Il viaggio vuole recuperare memoria e storia familiare attraverso incontri, visite guidate e riti tradizionali.
L’arrivo dei discendenti dalle americhe e la storia delle migrazioni atenesche tra 1880 e 1920
La gran parte del gruppo proviene da springfield, nel massachusetts, dove vivono discendenti di terza e quarta generazione. Si tratta di famiglie le cui radici risalgono a un flusso migratorio importante tra il 1880 e il 1920, periodo durante il quale molte persone lasciavano atena lucana in cerca di lavoro e opportunità oltreoceano.
Questi emigrati hanno intrapreso un lungo viaggio verso il nuovo mondo in condizioni spesso difficili, portando con sé tradizioni, racconti e speranze. La generazione attuale conserva ancora forti legami con la terra d’origine, seppure mediati da decenni di distanza e di vita lontana.
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La scelta di tornare a visitare atena lucana rappresenta un’occasione per rinsaldare quel legame, raccogliere documenti e testimonianze e condividere esperienze familiari. La presenza di discendenti anche dal uruguay e argentina testimonia la diffusione mondiale di questa comunità migrante.
Il progetto valle delle radici: cultura, memoria e tradizioni di una comunità emigrata
La visita dei discendenti rientra nel progetto “valle delle radici“, promossa dal ministero degli esteri attraverso il programma italea. L’iniziativa è sostenuta dal comune di atena lucana, dall’associazione amici di san ciro e dalla banca monte pruno, soggetti che collaborano per ricostruire la storia locale.
Il programma si sviluppa su più giorni e comprende attività diversificate: visite guidate nei luoghi simbolo del paese, laboratori artigianali e culinari che permettono agli ospiti di rivivere usi e costumi, e riti religiosi legati alla tradizione locale. Un momento significativo è rappresentato dalla consultazione degli archivi storici, durante la quale ogni famiglia riceve la copia dell’atto di nascita dei propri avi emigrati.
Queste esperienze rappresentano un’opportunità per rafforzare la consapevolezza delle proprie radici, offrendo un ponte tra passato e presente. L’incontro tra discendenti e comunità locale dà vita a uno scambio culturale che interessa non solo la memoria ma anche il tessuto sociale del comune.
Incontro pubblico e testimonianze: storie di famiglie e ricerche storiche ad atena lucana
Sabato 17 maggio, alle 16.30, presso la chiesa santa maria maggiore, è previsto un momento aperto a tutti, durante il quale i discendenti racconteranno le loro storie familiari. Il confronto sarà guidato dai ricercatori regaliano tommasoni e gary macqueston, quest’ultimo figura di riferimento nel turismo legato alle radici di atena lucana.
L’evento rappresenta un’occasione pubblica per ascoltare le vicende di emigrazione e per approfondire le ricerche storiche che hanno accompagnato il progetto valle delle radici. Saranno condivisi dati, aneddoti e testimonianze che restituiscono un quadro concreto della diaspora atenese.
Il dialogo tra i discendenti e gli specialisti offre spunti per comprendere il patrimonio comune a chi è rimasto e a chi è partito, scoprendo connessioni e affetti tramandati nel tempo. L’iniziativa si inserisce in un percorso di valorizzazione delle origini e di rafforzamento del senso di comunità.
La risposta della comunità locale e l’accoglienza ai ritorni dopo un secolo di assenza
Antonio caporale, presidente dell’associazione amici di san ciro, ha espresso la sua emozione per la presenza simultanea delle 47 persone. Il ritorno di tanti discendenti apre uno spazio di dialogo diverso rispetto al passato, portando nuova energia alla vita del borgo.
L’arrivo di queste famiglie dà la possibilità agli abitanti di atena lucana di entrare in contatto diretto con i loro antenati emigrati, di scoprire dettagli e volti spesso sconosciuti. In un paese che ha vissuto lo spopolamento e le migrazioni, eventi come questo rappresentano un segnale di attenzione verso la storia da non dimenticare.
Il progetto valle delle radici e le visite organizzate aprono nuovi scenari di turismo culturale, legato al recupero della memoria. L’incontro tra vecchie e nuove generazioni si conferma un momento di dialogo e condivisione capace di stimolare la curiosità verso le proprie origini.