Il porto di Crotone ha accolto questa mattina 46 migranti soccorsi tre giorni fa nel canale di Sicilia dalla nave louise michel, l’imbarcazione dell’omonima ong. Questi ultimi fanno parte di un gruppo più ampio di 197 persone, alcune delle quali erano state portate a Lampedusa. I soccorsi, avvenuti in acque libiche sotto autorità Sar, hanno poi visto il trasferimento dei naufraghi su motovedette della Guardia costiera. Lo sbarco a Crotone ha richiesto quasi 40 ore di navigazione partendo dal luogo del salvataggio.
Il viaggio e le condizioni dei migranti sbarcati a crotone
Le 46 persone giunte questa mattina al porto di Crotone si trovano tutte in condizioni di salute stabili, nonostante la lunga traversata con la nave louise michel. La motonave, che ha percorso quasi 40 ore di navigazione dal luogo in cui è intervenuta per i soccorsi, ha garantito la sicurezza di tutti i passeggeri a bordo durante il viaggio. Il fatto che vi fossero anche minori, inclusa una bambina di pochi mesi, ha reso ancora più delicata la gestione a bordo. I soccorsi erano partiti nel canale di Sicilia, zona di responsabilità libica, che resta uno scenario complesso per le attività di salvataggio.
Condizioni di salute e monitoraggio
Il gruppo di migranti arrivato a Crotone è l’ultimo del carico originario della louise michel, che aveva già trasferito altre persone a Lampedusa. Le condizioni di salute monitorate dallo staff sanitario dell’Asp di Crotone non hanno evidenziato problemi acuti. La gestione di persone vulnerabili in mare resta una sfida, soprattutto quando i viaggi sono lunghi e le navi non sono navi da crociera, ma imbarcazioni convertite per operazioni umanitarie.
Leggi anche:
La nave louise michel e l’operazione di soccorso in acque internazionali
La louise michel, motonave acquisita con i fondi della vendita di un’opera di Banksy, ha un equipaggio composto prevalentemente da donne. Questa specificità ha attirato attenzione mediatica, sottolineando anche la presenza femminile in ruoli di responsabilità nel contesto della navigazione e delle operazioni di salvataggio in mare. La nave ha operato in acque internazionali, intervenendo in una delle aree più critiche del mediterraneo centrale, dove le rotte migratorie continuano a registrare numerosi episodi di emergenza.
Collaborazione con le autorità italiane
L’operazione ha visto la collaborazione con le autorità italiane e la Guardia costiera, che ha effettuato il trasferimento di parte dei migranti a Lampedusa, un punto di primo approdo per molti flussi migratori. La decisione di far sbarcare altri 46 migranti a Crotone nasce dalla necessità di individuare un porto sicuro, come disposto dalle normative marittime internazionali, per proteggere persone in difficoltà e garantire il rispetto delle procedure di accoglienza.
Le procedure di sbarco e l’accoglienza a crotone
Lo sbarco al porto di Crotone è stato gestito dalla prefettura locale, con l’ufficio immigrazione della questura che ha coordinato le operazioni, supportato anche dal gabinetto provinciale della polizia scientifica. Questo ha permesso di svolgere controlli e verifiche a tutela sia della sicurezza pubblica che delle condizioni sanitarie dei migranti. La presenza di personale specializzato ha garantito una gestione precisa, evitando problemi durante l’accoglienza.
Trasferimento e accoglienza
Dopo lo sbarco, le persone sono state trasferite al centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto, struttura già nota per ospitare migranti provenienti da arrivi via mare nel crotonese. L’organizzazione della struttura cerca di gestire i flussi con supporto medico e assistenza. La provenienza dei migranti è varia: 23 dall’Eritrea, 18 dal Pakistan, 3 dalla Somalia e 2 dal Bangladesh, riflettendo le rotte complesse del fenomeno migratorio contemporaneo.
La situazione del porto di Crotone rimane sotto osservazione, considerando le continue difficoltà legate ai soccorsi in mare e all’accoglienza nei territori calabresi, zona spesso coinvolta in questi eventi per la sua posizione geografica lungo il mediterraneo.