Il 23 maggio 1992 un attentato a Capaci segnò una ferita profonda nella storia dell’Italia, con l’uccisione di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli uomini della scorta. A Napoli la cerimonia per il 33esimo anniversario ha coinvolto istituzioni, magistratura, forze dell’ordine, associazioni e studenti, con momenti di commemorazione e riflessione sui cambiamenti della criminalità organizzata.
La cerimonia in piazza municipio: autorità e cittadini insieme nel ricordo
Questa mattina, in piazza Municipio a Napoli, si è svolta la deposizione di fiori davanti alla lapide che ricorda il sacrificio di Giovanni Falcone e dei componenti della sua scorta. Il sindaco Gaetano Manfredi e il prefetto Michele di Bari hanno guidato l’omaggio, accompagnati da rappresentanti della magistratura e delle forze dell’ordine. Erano presenti anche l’assessore alla Polizia municipale e alla Legalità, Antonio De Iesu, e l’assessora all’Istruzione e alle Famiglie, Maura Striano, insieme ad alcuni consiglieri comunali. A questa manifestazione commemorativa hanno partecipato inoltre una delegazione di Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, insieme a un gruppo di studenti provenienti dagli istituti scolastici cittadini.
L’iniziativa si inserisce nelle celebrazioni della Giornata della Legalità, che ogni anno torna a ricordare il prezzo pagato da Falcone, Morvillo e da tutti i componenti delle scorte impegnate nella lotta contro le organizzazioni criminali. Il luogo scelto, piazza Municipio, rappresenta un punto simbolico per la città ed è stato teatro di numerosi eventi civici e culturali dedicati a questi temi.
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Dal ricordo all’impegno: le parole del sindaco manfredi sulla criminalità
Nel corso della cerimonia, il sindaco Manfredi ha sottolineato il significato di questa giornata, legata non solo alla memoria ma anche a un’attualizzazione della lotta alla criminalità. Ha richiamato l’attenzione sul fatto che la criminalità organizzata ormai non riguarda solo alcune regioni ma coinvolge tutto il Paese. Ha evidenziato come il volto delle mafie sia cambiato, passando da forme violente eclatanti a modalità più focalizzate sul controllo economico e finanziario, con infiltrazioni in diversi settori.
Questa trasformazione richiede una risposta altrettanto complessa da parte delle istituzioni e della società civile. Il sindaco ha ricordato il ruolo fondamentale delle scuole nella diffusione della cultura della legalità, e ha espresso solidarietà per tanti amministratori locali, soprattutto nei Comuni più piccoli, che si trovano spesso isolati di fronte alle minacce e pressioni delle organizzazioni criminali.
L’impegno, secondo Manfredi, deve essere collettivo, costruito quotidianamente con azioni concrete. Le celebrazioni pubbliche come quella odierna servono a mantenere viva la memoria, favorendo la consapevolezza che la legalità prende forma solo attraverso il lavoro di tutti, dai singoli cittadini ai rappresentanti istituzionali.
La memoria di falcone, morvillo e le scorte nelle piazze e nelle scuole italiane
Il ricordo delle vittime di Capaci non resta confinato a poche cerimonie. Nel corso degli anni, piazze, scuole e luoghi pubblici in tutta Italia hanno dedicato spazi e iniziative per mantenere viva la figura di Falcone e Morvillo e degli agenti caduti. La scuola riveste un ruolo educativo cruciale per spiegare i rischi della criminalità e formare nuove generazioni che non rassegnino la propria libertà all’illegalità.
Anche a Napoli, l’incontro di studenti con le istituzioni dimostra quanto la memoria collettiva sia entrata nelle pratiche pedagogiche. Gli studenti partecipano a momenti di riflessione dove si raccontano i fatti di quegli anni e si promuovono valori civici.
Insieme agli eventi promossi da associazioni come Libera, queste pratiche testimoniano la volontà di contrastare la cultura mafiosa attraverso la divulgazione storica e il coinvolgimento diretto dei cittadini. Accendere l’attenzione sul sacrificio di Falcone e della sua scorta aiuta a mantenere vivo il dibattito sulle sfide di oggi, quando la criminalità ha assunto forme meno visibili ma altrettanto pericolose.
Le organizzazioni criminali oggi e le sfide delle istituzioni italiane
La criminalità organizzata italiana si è mostrata capace di adattarsi ai nuovi contesti economici e sociali. Se gli anni ’90 sono stati caratterizzati da atti violenti eclatanti, oggi prevalgono metodi più subdoli, come il riciclaggio di denaro e il controllo di settori economici strategici.
Le istituzioni sono chiamate a confrontarsi con questo cambiamento, sostenendo iniziative legislative, rafforzando le forze di polizia e ampliando l’educazione alla legalità come forma di resistenza sociale. Il coinvolgimento diretto delle comunità e degli amministratori locali è cruciale. In particolare, i piccoli Comuni sono più vulnerabili alle pressioni criminali e necessitano di maggiore supporto.
L’esperienza maturata in trent’anni ha mostrato che l’azione collettiva produce risultati concreti. La memoria di Falcone e degli altri caduti diventa non solo ricordo storico, ma monito e guida. Le difficoltà restano numerose, ma il percorso intrapreso da magistrati, agenti, insegnanti e associazioni prosegue con passi decisi.