31 palestinesi tra i 60 morti negli ultimi attacchi israeliani vicino ai centri aiuti a gaza

31 palestinesi tra i 60 morti negli ultimi attacchi israeliani vicino ai centri aiuti a gaza

Gli scontri a Gaza causano decine di vittime civili vicino ai centri di aiuti umanitari, con attacchi israeliani intensificati soprattutto nel corridoio di Netzarim e nelle aree urbane della striscia.
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Gli scontri a Gaza hanno causato numerose vittime civili, colpendo anche persone in fila per gli aiuti umanitari, mentre le tensioni restano altissime nelle aree controllate da Israele, aggravando la crisi umanitaria. - Gaeta.it

Gli scontri a Gaza continuano a provocare vittime civili, con decine di morti registrate nei pressi delle aree dove si distribuiscono aiuti umanitari. Gli ultimi attacchi israeliani hanno colpito persone in fila per ricevere assistenza, aggravando la crisi umanitaria in un territorio già segnato da anni di conflitto. Le tensioni rimangono alte in punti strategici come il corridoio di Netzarim, mentre le notizie dai centri urbani di Gaza raccontano una situazione sempre più drammatica.

La versione dell’esercito israeliano sugli scontri a netzarim

Fonti militari israeliane hanno riferito che i soldati sul posto a Netzarim hanno aperto spari di avvertimento contro individui considerati “sospetti” avvicinarsi alla zona controllata. Quando quei sospetti non si sono fermati, un aereo militare ha colpito l’area ritenendo di dover “eliminare la minaccia”. L’esercito ha sottolineato che da fine maggio, con l’apertura dei centri di distribuzione della Gaza Humanitarian Foundation supportata da Stati Uniti e Israele, episodi come questo si sono ripetuti più volte. Le dichiarazioni militari indicano che la prevenzione di infiltrazioni armate giustifica questi interventi, anche se resta forte il costo civile in un’area densamente popolata.

La strage vicino ai centri di distribuzione degli aiuti umanitari

La protezione civile di Gaza ha comunicato che almeno 31 palestinesi sono stati uccisi proprio mentre cercavano assistenza nei centri di aiuti. Questi decessi fanno parte delle 60 vittime registrate oggi nella striscia, un numero che dimostra quanto sia pericoloso anche solo avvicinarsi ai punti di sostegno in questo contesto bellico. Tra i più colpiti, cinque persone sono morte nel sud di Gaza mentre aspettavano di ricevere aiuti. Altre 26 sono state uccise in un’area centrale, il cosiddetto corridoio di Netzarim, una zona di terra che Israele controlla e che divide il territorio palestinese in due. La situazione resta critica proprio in questi snodi, dove la presenza militare e il controllo del territorio rendono ogni spostamento rischioso.

Attacchi multipli nei centri urbani di gaza e nelle aree circostanti

La protezione civile ha segnalato altri 14 morti in due attacchi distinti nella città centrale di Deir el-Balah e nelle sue vicinanze. Nella stessa giornata, tre attacchi aerei sono stati condotti da Israele nell’area di Gaza City uccidendo 13 persone. Un episodio ha colpito persino una stazione di ricarica per cellulari, confermando come anche infrastrutture di uso quotidiano vengano coinvolte nei bombardamenti. Nel sud della striscia di Gaza, due persone hanno perso la vita in due incidenti separati attribuiti al fuoco israeliano, aggiungendo un ulteriore livello di tensione nelle zone di confine. Questi episodi si inseriscono in un quadro in cui le città di Gaza vivono una pressione crescente, tra attacchi diretti e difficoltà nell’accesso ai beni di prima necessità.

Il contesto di un conflitto sempre più difficile per i civili di gaza

La striscia di Gaza resta una delle aree più in crisi al mondo. La presenza militare israeliana, insieme alle restrizioni sugli spostamenti e la mancanza di risorse, peggiora la vita della popolazione civile. Le operazioni a Netzarim e nei centri urbani non solo causano morti, ma anche ostacolano le attività di distribuzione degli aiuti umanitari, essenziali per milioni di persone. Le organizzazioni internazionali denunciano la difficoltà di intervenire in sicurezza e chiedono rispetto delle regole umanitarie. La durezza dei combattimenti e il coinvolgimento della popolazione civile lasciano poco spazio alla speranza di un miglioramento a breve termine.

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