2,8 miliardi stanziati per la ricostruzione post alluvione in emilia-romagna ma rimangono sfide aperte per l’appennino

2,8 miliardi stanziati per la ricostruzione post alluvione in emilia-romagna ma rimangono sfide aperte per l’appennino

Il governo ha stanziato 2,8 miliardi di euro per la ricostruzione post alluvione in Emilia-Romagna, con interventi in corso e criticità nella viabilità montana; nuove norme semplificano i risarcimenti e dal 2027 arriveranno fondi per la mitigazione del rischio idrogeologico.
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Il governo ha stanziato 2,8 miliardi per la ricostruzione post-alluvione in Emilia-Romagna, con interventi quasi completati ma ancora insufficienti per la viabilità montana; nuove norme semplificano i risarcimenti e dal 2027 partiranno fondi per la mitigazione del rischio idrogeologico. - Gaeta.it

Il governo ha destinato 2,8 miliardi di euro per le opere pubbliche necessarie dopo l’alluvione che ha colpito l’emilia-romagna nel maggio 2023. Questi fondi sono stati assegnati quasi completamente e alcune opere sono già state completate, mentre altre sono in fase di realizzazione. Rimane però una parte ancora da utilizzare, soprattutto per completare la ricostruzione nella zona montuosa, dove mancano risorse adeguate per la viabilità. La situazione è stata fatta il punto dal presidente della regione emilia-romagna, michele de pascale, a due anni dall’evento.

Assegnazione e stato delle opere pubbliche post alluvione

Dalla ricostruzione post alluvione emergono numeri importanti e un quadro preciso sugli interventi in corso. Dei 2,8 miliardi stanziati per le opere pubbliche, quasi la totalità è stata già destinata a progetti concreti. Diverse opere sono terminate, offrendo un miglioramento tangibile sul territorio. Altre, invece, vedono ancora i cantieri aperti con lavori in corso per riparare e mettere in sicurezza infrastrutture danneggiate.

Rimane però un residuo di 50-60 milioni da utilizzare a breve per completare la ricostruzione. Il presidente de pascale ha sottolineato come questa cifra, seppur importante, non sarà sufficiente per portare a termine l’intervento in tutte le aree colpite, soprattutto in quelle montane dell’appennino. La criticità principale riguarda proprio la viabilità di montagna, dove il sostegno economico non raggiunge ancora livelli adeguati per le esigenze di quel territorio.

Le strade di montagna richiedono interventi mirati e prolungati, spesso più complessi rispetto a quelli nelle zone pianeggianti. Senza il giusto supporto finanziario, risulta difficile garantire la normalizzazione delle condizioni di accesso e i collegamenti necessari per la popolazione.

Criticità nella viabilità montana

La complessità di interventi sulle vie di comunicazione montane è accentuata dalla morfologia del territorio e dai frequenti fenomeni atmosferici estremi, rendendo indispensabile un impegno costante.

Novità e semplificazioni introdotte dal nuovo decreto governo

Il presidente michele de pascale ha spiegato che il nuovo decreto varato dal governo risolve alcune questioni burocratiche che riguardavano le strade “vicinali”. Questi piccoli tratti di viabilità rurale avevano creato problemi nell’esecuzione dei lavori. Il decreto ha rimosso questi ostacoli, consentendo di procedere più agevolmente.

Oltre a questo, sono state messe a disposizione risorse attorno a un miliardo e 900 milioni per i risarcimenti a cittadini e imprese colpite dall’alluvione. Di questa somma, circa 700 milioni sono erogati sotto forma di credito d’imposta, mentre 1,2 miliardi sono fondi concreti nella disponibilità del commissario alla ricostruzione. Finora sono stati già distribuiti circa 300 milioni a chi ha subito danni.

La normativa introduce anche una serie di semplificazioni procedurali per accelerare l’accesso ai fondi. In più, estende il beneficio a chi ha subito danni nel 2024, non solo a chi è stato colpito nel 2023. Ora il commissario avrà il compito di fare una ricognizione accurata per determinare quali somme saranno necessarie per coprire pienamente i risarcimenti, prendendo in esame l’intero miliardo e 900 milioni.

Impatto delle semplificazioni burocratiche

Le nuove norme puntano a snellire le procedure, “per permettere un concreto e rapido sostegno” alle vittime dell’alluvione, ha sottolineato de pascale.

Nuovi fondi dal 2027 per opere di mitigazione del rischio idrogeologico

Guardando oltre la ricostruzione, il governo ha previsto a partire dal 2027 un ulteriore stanziamento di un miliardo destinato non alle riparazioni ma ad opere finalizzate a ridurre i rischi di future emergenze idrogeologiche.

Con queste risorse si potrà avviare la realizzazione di interventi come bacini di espansione e sistemi di allagamento programmato, pensati per gestire meglio le situazioni di piena e prevenire danni gravi. Il presidente de pascale ha espresso dubbi sulla possibilità di finanziare tutte le opere necessarie con questa cifra, che probabilmente non basterà a coprire l’intero fabbisogno.

Il piano consiste dunque nel spendere il miliardo a disposizione per primi, per poi tornare a chiedere fondi aggiuntivi al governo in base alle necessità. Questa strategia punta a concretizzare i progetti più urgenti senza perdere tempo in polemiche su cifre che non potrebbero essere immediatamente spese.

Focus sulla mitigazione del rischio

Le opere di riduzione del rischio rappresentano una fase importante nella gestione del territorio colpito dall’alluvione. Il passaggio dalla ricostruzione ad un approccio orientato alla prevenzione si traduce in un cambio di priorità, volto a limitare i danni in futuri eventi simili.

L’attenzione resta alta sulle aree più fragili e i finanziamenti dovranno rispondere anche alle peculiarità dell’appennino, dove il territorio richiede risposte specifiche e più articolate rispetto alle zone di pianura.

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