Un giovane di 21 anni, arrivato in Italia da due anni con la famiglia, ha perso la vita a Reggio emilia in un incidente stradale. Era il suo primo giorno di lavoro stabile dopo anni di impieghi precari. L’incidente è avvenuto lo scorso 29 aprile in via Turri, quando un autobus della Saca lo ha investito mentre era a bordo di un monopattino elettrico. La tragedia ha colpito anche la comunità pachistana locale, che ricorda un ragazzo determinato a costruirsi un futuro migliore.
La storia del giovane e la nuova stabilità in italia
Il giovane pachistano viveva con il padre e i due fratelli a Reggio emilia, dove la famiglia si era ricongiunta dopo l’arrivo in Italia. Il permesso di soggiorno era stato ottenuto grazie alle procedure di ricongiungimento familiare, attive da due anni circa. Mentre il fratello maggiore lavorava a Campogalliano e quello di 23 anni a Sassuolo, il 21enne si preparava a iniziare un lavoro in un’autofficina gestita da connazionali nella stessa area.
La famiglia era riuscita a raggiungere una certa stabilità , tanto che il padre aveva comprato una casa e aveva avviato le pratiche per far arrivare altri parenti in Italia. Il giovane, spiega il cugino, stava vivendo un momento di svolta. “Aveva appena firmato un contratto regolare, dopo anni di lavori precari, e si mostrava entusiasta per questo nuovo percorso.” Si era anche impegnato a cancellare i social network per concentrarsi sull’obiettivo di prendere la patente di guida, una tappa importante vista la necessità di spostarsi in autonomia.
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L’incidente in via turri e le prime reazioni
L’incidente mortale è avvenuto in via Turri a Reggio emilia, il 29 aprile, poco dopo l’inizio della giornata lavorativa. Il giovane era a bordo di un monopattino elettrico quando un autobus della Saca lo ha investito. Le dinamiche esatte dell’impatto sono ancora oggetto di accertamenti, ma appare chiaro che si sia trattato di un evento tragico, senza intenzioni da parte dell’autista.
Il cugino ha parlato con la stampa locale sottolineando la tragedia e lo shock che ha colpito la famiglia. “Siamo rimasti scioccati, non riuscivamo a credere che non ci fosse più”, ha detto. Ha spiegato che la famiglia non nutre rancori né cerca vendetta, riconoscendo che l’autista non ha agito con dolo. Per loro si tratta di un destino crudele, che ha interrotto un progetto di vita appena iniziato.
La reazione della comunità e le prospettive future
Dopo la tragedia, la comunità pachistana di Reggio emilia ha espresso vicinanza alla famiglia e ha avviato una raccolta fondi per supportarli. La vicenda mette ancora una volta sotto i riflettori la sicurezza stradale, soprattutto per chi si muove con mezzi come i monopattini elettrici, ormai molto diffusi in città .
L’avvocato contattato dalla famiglia sta esaminando le carte e seguirà le pratiche legali necessarie. Nonostante questo, la famiglia ribadisce l’assenza di intenti polemici nei confronti dell’autista o dell’azienda di trasporto. Rimane la ferita aperta per una vita spezzata senza appello, la fine di un sogno a cui il giovane credeva.
Interventi per la sicurezza stradale e ricordo personale
Il caso riporta alla mente la necessità di interventi concreti per migliorare la convivenza sulle strade urbane, tra veicoli diversi e micromobilità , per evitare simili tragedie. Nel frattempo, chi lo conosce lo ricorda come un ragazzo concentrato, deciso a costruire un futuro diverso per sé e per la sua famiglia qui in Italia.