19 bandiere verdi di legambiente premiano il turismo sostenibile e le comunità alpine nel 2025

19 bandiere verdi di legambiente premiano il turismo sostenibile e le comunità alpine nel 2025

Legambiente premia 19 realtà alpine per turismo sostenibile, agricoltura rispettosa e iniziative culturali, mentre segnala criticità nel settore sciistico in Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia e altre regioni.
19 Bandiere Verdi Di Legambien 19 Bandiere Verdi Di Legambien
Nel 2025 Legambiente ha premiato 19 realtà alpine per progetti di turismo sostenibile, agricoltura rispettosa e valorizzazione culturale, evidenziando sia esempi virtuosi che criticità, soprattutto nel settore sciistico. - Gaeta.it

Nel 2025 Legambiente ha riconosciuto 19 realtà alpine con le sue bandiere verdi, segnalando chi lavora con successo su turismo sostenibile, agricoltura rispettosa e iniziative culturali che valorizzano il territorio. Le montagne sono di nuovo al centro di progetti capaci di rafforzare le comunità locali e difendere l’ambiente, in un momento delicato per la salvaguardia delle Alpi. Tuttavia, non sono mancate le segnalazioni di pratiche dannose, soprattutto nel settore sciistico.

Distribuzione delle bandiere verdi e nere sull’arco alpino

Quest’anno Legambiente ha assegnato complessivamente 19 bandiere verdi lungo l’arco alpino, concentrate soprattutto in Piemonte e Friuli-Venezia Giulia, ognuna con quattro boccioli alzati, seguite da Lombardia e Veneto con tre ciascuna, Trentino con due, e poi Alto Adige, Valle d’Aosta e Liguria con una sola bandiera verde. Queste regioni si sono distinte per progetti che combinano turismo dolce, agricoltura e iniziative sociali capaci di mantenere viva la montagna dal punto di vista ambientale e umano.

Sul fronte opposto, sono state conferite nove bandiere nere, di cui otto in territori italiani e una in Austria. Il Friuli-Venezia Giulia è la zona dove si registrano più interventi contestati, per un totale di tre bandiere nere. Piemonte, Valle d’Aosta, Trentino, Alto Adige e Veneto hanno ricevuto una bandiera nera ciascuna. L’unico vessillo oscuro oltreconfine è stato assegnato all’industria sciistica austriaca del Tirolo, criticata per le spinte all’espansione incontrollata delle piste e la sfruttamento degli ultimi ghiacciai alpini dell’area orientale.

Questi dati riflettono un quadro contrastante della gestione delle Alpi, con alcuni territori che cercano di costruire futuro rispettando la natura, mentre altri continuano scelte con effetti negativi evidenti.

Il riconoscimento a orta san giulio e la missione delle bandiere verdi

La cerimonia di premiazione si è svolta il 3 maggio a Orta San Giulio, in provincia di Novara, in occasione del IX summit nazionale delle bandiere verdi. Il premio individua realtà alpine che operano su tre ambiti centrali: turismo dolce, agricoltura e pastorizia, oltre a iniziative socioculturali. Per Legambiente si tratta di storie che raccontano una vera e propria rivoluzione in montagna, in cui non basta solo attrarre visitatori ma serve riportare vita e residenti, consolidando le comunità.

L’obiettivo principale delle bandiere verdi è far emergere e sostenere modelli di sviluppo sostenibile che contrastino lo spopolamento e la crisi ambientale, con un’attenzione speciale ai servizi per chi abita in quota.

Esempi virtuosi di progetti premiati nelle comunità alpine

Tra le realtà riconosciute spicca il piccolo borgo di Ostana, provincia di Cuneo, dove la cooperativa di comunità Viso a Viso, nata nel 2020, ha avviato servizi per il benessere, la salute e il welfare, creando anche opportunità nel turismo sostenibile. Questa esperienza ha permesso al borgo di rinascere dopo anni di difficoltà.

Marzia Verona, pastora e scrittrice, rappresenta un altro esempio concreto: ha scelto di vivere in montagna dedicandosi all’allevamento, mantenendo vivo il mestiere tradizionale e portando avanti la cultura pastorale locale.

L’azienda agricola Raetia Biodiversità Alpine, a Sondrio, basa le sue coltivazioni su principi agroecologici, curando ortaggi e varietà antiche di legumi e patate, una tutela dalla perdita della biodiversità alpina.

La “Progetto Lince Italia”, operativa a Tarvisio, studia la specie a rischio della lince, contribuendo alla conservazione di questo felino nel territorio. Anche il rifugio Alpino Vallorch, gestito dall’associazione “Lupi, Gufi e Civette”, si distingue come centro di educazione naturalistica oltre che per il turismo responsabile.

La sottosezione del Cai di Brescia promuove un percorso sulla storia industriale delle Alpi lombarde chiamato “Cammino dei boschi di ferro”, che unisce valorizzazione culturale e ambientale.

Le richieste di legambiente allo stato e alle istituzioni per sostenere le montagne

Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, ha ricordato come le aree montane italiane siano un patrimonio fondamentale nella crisi climatica, ma affrontino difficoltà tra carenze di servizi e spopolamento. Le bandiere verdi testimoniano la risposta di alcune comunità che puntano su innovazione ambientale per dare nuovo respiro ai territori.

Zampetti ha sottolineato che queste comunità non devono restare isolate nelle loro sfide. Per questo Legambiente chiede a tutte le istituzioni – dalle regioni allo stato – di mettere in campo interventi concreti e pubbliche normative capaci di sostenere i comuni di montagna, favorendo una strategia condivisa e coordinata che agisca su più territori contemporaneamente.

Lo sviluppo dei territori alpini passa infatti sia da progetti concreti come quelli riconosciuti, sia da un impegno pubblico capace di tradurre le esigenze ambientali e sociali in azioni efficaci.

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