Oggi, la Città del Vaticano ha accolto un vasto numero di professionisti della comunicazione, in un evento significativo che ha celebrato il “Giubileo della comunicazione“. Questo incontro, fortemente voluto da Papa Francesco, testimonia l’importanza del giornalismo in un’epoca segnata da conflitti e disinformazione. L’evento coincidesse con la “domenica della Parola di Dio“, ideata dal pontefice stesso per incoraggiare la lettura della Bibbia, enfatizzando il ruolo cruciale delle parole nel tessuto della società.
La missione del giornalismo
Il Papa ha aperto la giornata con una riflessione profonda, riconoscendo come il giornalismo non sia solo una professione, ma una vera e propria vocazione. Francesco ha descritto il momento attuale come “difficile”, con il mondo lacerato da guerre e conflitti, con una diffusione allarmante di sangue innocente. Nella sua dichiarazione, ha evidenziato come la disinformazione sia diventata prevalente, sostenuta da pochi gruppi di potere che controllano le informazioni globali.
Secondo Bergoglio, i giornalisti giocano un ruolo fondamentale nella lotta per la verità, attraverso la loro missione di raccontare gli orrori del mondo e ciò che accade in luoghi lontani. Ha esortato a riflettere sulla responsabilità di ciascuno, non solo nel riportare i fatti ma anche nel preservare l’integrità della comunicazione. La capacità di informare contribuisce a una società più consapevole e coesa, ed è essenziale difendere questa libertà di espressione.
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L’appello è stato rivolto a coloro che mettono in pericolo la propria vita nella ricerca della verità, sottolineando che, nel corso dell’ultimo anno, oltre 120 giornalisti hanno perso la vita nel compimento del loro dovere. Ha anche ricordato i molti reporter detenuti per il semplice fatto di aver cercato di raccontare la verità.
La libertà in pericolo
Papa Francesco ha messo in guardia sul pericolo crescente per la libertà individuale nel mondo contemporaneo. Ha parlato della necessità di scegliere con coraggio, un coraggio che si radica nel “cuore”. Le influenze negative dei social media, descritte dal Papa come “putrefazione cerebrale,” sono emerse come una preoccupazione particolare. Francesco ha esortato a opporsi all’apatia e al conformismo generati dal “scrolling” su piattaforme online, che possono distorcere la nostra percezione della realtà.
Il Papa ha evidenziato l’importanza di difendere la libertà di stampa, considerata un diritto fondamentale, e ha sottolineato la responsabilità dei giornalisti nel garantire che le voci di quelli che non sono ascoltati emergano e ottengano visibilità. Non solo i giornalisti devono sforzarsi di raccontare le verità scomode, ma devono anche essere custodi della speranza, trasmettendo messaggi positivi che incoraggino un cambiamento positivo nella società.
I pericoli della rete
Nel corso dell’evento, Mario Calabresi ha moderato un dialogo coinvolgente con la premio Nobel per la Pace Maria Ressa e lo scrittore Colum McCann. Ressa ha messo in luce la manipolazione della realtà, che avviene tramite pratiche mirate nel mondo digitale. Ha affermato che le tecnologie moderne, utilizzate per il profitto, hanno trasformato i social media in armi di divisione. Ressa ha avvertito sulle conseguenze di una democrazia che viene compromessa attraverso la creazione di narrazioni tendenti a seminare paura e divisione tra le persone.
Per quanto riguarda Colum McCann, ha fatto riferimento al potere delle narrazioni e all’importanza di ascoltare le storie degli altri. Le storie personali, ha spiegato, hanno la capacità di unire le persone e promuovere l’empatia tra le diverse culture e condizioni sociali. La mancanza di narrazioni umane riduce il nostro mondo a una sequenza di eventi privi di significato.
Raccontare la vita di altre persone può avere effetti trasformativi, spingendo ciascuno a riflettere sulle proprie azioni e responsabilità nei confronti degli altri. Il potere di un racconto risiede nella sua capacità di attivare il cambiamento, non solo a livello personale, ma anche sociale e politico.
Il potere della narrazione
Il coinvolgimento emotivo evocato dalle storie personali è stato al centro del discorso di McCann, che ha sottolineato come ogni storia raccontata possa influenzare il modo in cui percepiamo il mondo. I racconti di vita quotidiana, specialmente quelli che parlano della sofferenza e della resilienza, possono far emergere sentimenti di empatia e comprensione. L’autore ha citato diversi contesti critici, dalle zone di guerra a quelli in crisi, dimostrando come la narrazione sia un potente strumento per sfidare l’indifferenza.
La comunicazione, secondo il Papa e McCann, deve includere anche storie di speranza, in modo che i giornalisti possano alimentare una narrazione positiva. Favorire storie che creano opportunità di dialogo e ricucitura è fondamentale per il progresso collettivo. L’invito a trasformare la narrazione da “storytelling” in “hopetelling” rappresenta una sfida creativa e morale per i professionisti della comunicazione.
Concludendo l’incontro, Francesco ha esortato i giornalisti a non limitarsi a riportare il male presente nel mondo, ma a cercare anche i segnali di bene, aprendo la strada a una discussione costruttiva e a uno spirito di speranza condivisa.