L’evento previsto per la presentazione del libro di martin sellner, noto esponente dell’estrema destra austriaca, non si terrà più nella sala del waltherhaus di bolzano. La decisione è stata comunicata a poche ore dall’incontro, suscitando attenzione soprattutto tra i sostenitori e chi segue i temi legati all’identitarismo e alla politica di immigrazione in Europa.
La revoca della sala al waltherhaus: il ritiro improvviso prima dell’incontro
Il waltherhaus di bolzano ha cancellato la disponibilità della sala destinata alla presentazione del libro di martin sellner, programmata per domani sera. A diffondere la notizia è stato jürgen wirth anderlan, consigliere provinciale locale, attraverso un post pubblicato sui social network. La cancellazione è arrivata a sorpresa, dopo che la prenotazione della sala e l’apertura delle iscrizioni online avevano già generato un certo interesse. Anderlan aveva messo a disposizione una sala con quaranta posti a sedere, anticipando che l’evento avrebbe visto una partecipazione completa in tempi brevi. L’indicazione del luogo preciso era stata mantenuta riservata per ragioni di sicurezza o privacy, una prassi non rara in eventi che coinvolgono figure controverse.
La revoca è stata motivata solo implicitamente, senza dettagli sulle cause ufficiali, ma appare collegata all’elevata attenzione mediatica e alle pressioni che eventi simili spesso suscitano nelle città italiane, soprattutto in territori come quello altoatesino, che hanno vissuto forti tensioni su temi di immigrazione e politica.
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Martin sellner e il suo profilo politico
Martin sellner è conosciuto come leader del movimento identitario austriaco, una formazione politica collocata all’estremadestro dello spettro ideologico, che promuove posizioni molto rigide contro l’immigrazione. Il suo libro sulla remigrazione, argomento che mira a incoraggiare il ritorno di migranti nei paesi di origine, ha già sollevato molte polemiche. La sua presenza pubblica ha attirato l’attenzione sia in austria che in italia, dove ha partecipato la settimana scorsa a un summit a gallarate. Lì sellner ha espresso tesi che alimentano forti divisioni e dibattiti accesi, spesso contestati da realtà politiche alternative e da organizzazioni per i diritti umani.
Non a caso, la notizia della sua visita a bolzano ha suscitato reazioni contrastanti anche nella società civile locale. La sua figura è legata a movimenti che molti giudicano estremisti e che seguono un’ideologia nazionalista e sovranista molto marcata, spesso associata a episodi di tensione sociale.
L’organizzazione dell’evento e le reazioni alla cancellazione della sala
Anderlan, organizzatore e consigliere provinciale, aveva promosso l’incontro in modo riservato ma efficace, gestendo le iscrizioni attraverso una piattaforma online senza svelare inizialmente il luogo, probabilmente per evitare problemi di ordine pubblico. La rapidità con cui sono stati riempiti i posti disponibili dimostra un interesse concreto, sia per motivi ideologici sia per la curiosità suscitata dalla figura di sellner.
Dopo la cancellazione della sala da parte del waltherhaus, anderlan ha espresso rammarico, ma ha assicurato di avere altre soluzioni per la presentazione. Ha invitato i sostenitori a seguire l’evento sulla piattaforma social x, rinnovando l’impegno a portare avanti l’iniziativa. La decisione del waltherhaus ha acceso un dibattito anche sulle modalità con cui le istituzioni pubbliche e i privati scelgono di concedere spazi ad eventi che trattano argomenti sensibili, un nodo che in italia continua a generare confronti aspri.
L’annullamento rispecchia una situazione più ampia legata alla gestione di manifestazioni con esponenti politici controversi, soprattutto in contesti dove la convivenza e il dialogo sono temi da proteggere con particolare attenzione.
Una città segnata da tensioni linguistiche e culturali
In città come bolzano, che hanno vissuto la storia di tensioni linguistiche e culturali, ogni evento pubblico richiede una valutazione attenta. La vicenda di sellner si inserisce nel quadro di un confronto politico che non accenna a fermarsi, facendo sorgere interrogativi sulle libertà di espressione e sul ruolo degli spazi pubblici nel dialogo democratico.