Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha commentato l’episodio degli spari delle forze israeliane contro una delegazione diplomatica a Jenin, sottolineando che in guerra possono accadere incidenti e definendo l’azione un evento isolato senza conseguenze per le persone coinvolte. Nel frattempo ha ricevuto il sostegno del presidente Usa Donald Trump, che ha confermato l’appoggio agli obiettivi di Israele nella Striscia di Gaza, luogo delle recenti operazioni militari contro Hamas.
La dinamica dell’incidente a Jenin e la posizione di netanyahu
Il caso degli spari contro una delegazione diplomatica a Jenin è stato definito da Netanyahu come un incidente di guerra, una circostanza non intenzionale che per fortuna non ha causato feriti. Il premier ha espresso il rammarico delle forze israeliane per quanto accaduto, precisando che l’esercito israeliano non prende mai di mira civili o rappresentanti diplomatici. Ha rimarcato che l’obiettivo delle operazioni è sempre stato rivolto ai terroristi, distinguendo la condotta israeliana da quella di Hamas.
Guerra complessa con episodi imprevisti
Nel suo intervento, Netanyahu ha parlato di una guerra con dinamiche complesse, in cui possono verificarsi episodi imprevisti senza intenti malevoli verso innocenti. Ha voluto chiarire che l’esercito si impegna per evitare problemi a figure di rango diplomatico e che episodi come quello di Jenin sono eccezioni. La dichiarazione arriva mentre tensioni e scontri proseguono nel territorio palestinese e Israele continua la repressione delle milizie di Hamas dopo gli attacchi subiti a ottobre.
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Il colloquio telefonico tra netanyahu e trump sugli obiettivi a gaza
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha mostrato con chiarezza il proprio sostegno alle iniziative di Netanyahu nella Striscia di Gaza, dove l’esercito israeliano ha intensificato le operazioni militari a seguito dell’attacco del 7 ottobre 2023. Lo ha comunicato l’ufficio del primo ministro israeliano, che ha reso noto i contenuti della conversazione telefonica avvenuta poco dopo i fatti di Washington.
Convergenza sulle strategie da adottare
Nel colloquio i due leader hanno discusso della guerra in corso a Gaza, con Trump che ha ribadito il proprio accordo rispetto agli obiettivi fissati da Netanyahu. Tra questi obiettivi il rilascio degli ostaggi, la neutralizzazione di Hamas e il proseguimento del cosiddetto Piano Trump. La telefonata ha segnalato una stretta collaborazione tra le due nazioni e una convergenza sulle strategie da adottare nella regione, malgrado le molte critiche internazionali.
Le critiche di netanyahu ai leader occidentali: macron, carney e starmer nel mirino
Nel video diffuso dal suo ufficio, Netanyahu ha risposto anche alle prese di posizione di diversi leader occidentali, in particolare il presidente francese Emmanuel Macron, il primo ministro canadese Carney e il leader dell’opposizione britannica Starmer. Il premier ha affermato che questi rappresentanti politici si schierano “dalla parte sbagliata della storia” per aver proposto, a suo giudizio, la creazione di uno stato palestinese come forma di ricompensa per Hamas.
Accusa diretta contro i leader occidentali
Netanyahu ha descritto Hamas come un’organizzazione che mira a distruggere Israele e non a stabilire uno stato palestinese. Ha accusato questi leader di dimenticare o ignorare la realtà degli atti compiuti da Hamas, che ha definito assassini, stupratori, assassini di bambini e rapitori. Rivolgendosi direttamente a Macron, Carney e Starmer, ha sostenuto che sostenere chi compie tali crimini significa schierarsi contro la giustizia, l’umanità e la storia.
Questa posizione dura conferma il messaggio israeliano secondo cui le violenze del conflitto non possono essere affrontate concedendo spazio politico ai gruppi armati palestinesi. La risposta di Netanyahu intende rafforzare la legittimità delle azioni militari israeliane e ribadire che la vera minaccia rimane Hamas, isolando al contempo chi, a suo avviso, fraintende o strumentalizza la situazione geopolitica a favore dei gruppi palestinesi armati.