violenza, minacce e rapimenti a Piossasco: una vicenda tra botte, soldi e vendette tra giovani

violenza, minacce e rapimenti a Piossasco: una vicenda tra botte, soldi e vendette tra giovani

A Piossasco, vicino a Torino, un imprenditore e un gruppo di giovani sono coinvolti in violenze, minacce e sequestro di persona; il processo si conclude con patteggiamenti e pene sospese.
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A Piossasco, tra ottobre e novembre 2022, un imprenditore e un gruppo di giovani sono coinvolti in una vicenda di violenza, minacce e sequestro di persona, con conseguenti denunce e patteggiamenti giudiziari ancora in corso. - Gaeta.it

Tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre 2022, a Piossasco, cittadina vicino a Torino, si è consumato un episodio che unisce violenza fisica, minacce e un sequestro di persona. La vicenda coinvolge un imprenditore trentenne, un ragazzo minorenne e un gruppo di amici. Le tensioni nascono da un incontro insolito e degenerano in una serie di scontri e rappresaglie che portano anche all’ospedale, a denunce, e a una lunga procedura giudiziaria ancora in corso. I fatti raccontano un quadro complicato, fatto di aggressioni, offerte inquietanti e una giustizia che ha appena iniziato a dare risposte.

L’offerta contestata e la trappola con gli amici

La vicenda prende corpo quando l’imprenditore contatta un giovane di 17 anni proponendo un incontro in auto, con in palio mille euro per un’ora di incontro. Il ragazzo, però, accetta soltanto in apparenza. Si presenta con tre amici, alcuni maggiorenni, pronti a far fronte a un piano non ben definito: punire, intimidire oppure rubare. Il luogo appartato scelto per l’appuntamento è la cornice di una serata che presto sfocia in violenza. I dettagli della motivazione restano poco chiari, ma quello che segue è un pestaggio violento, con l’utilizzo di spranghe, calci e pugni.

L’imprenditore riporta una frattura all’orbita oculare e traumi al volto. I ragazzi colpiscono duramente, e secondo l’accusa portano via anche un borsello da 1.500 euro, anche se questo episodio non è stato provato in tribunale. Si apre così uno scenario in cui la linea tra vittima e aggressore si confonde, perché quel primo appuntamento nasconde un piano di vendetta o un’aggressione mirata. Resta il fatto che la violenza ha lasciato segni evidenti, tanto da condurre l’uomo all’ospedale e a denunciare quanto accaduto.

La rappresaglia e il sequestro del giorno dopo

Quando l’imprenditore si riprende dall’aggressione, decide di reagire. Risale a due amici e insieme partono alla ricerca del giovane che ha partecipato a quell’episodio. Il gruppo intercetta il 17enne a bordo di una minicar in compagnia di un ragazzo e di una ragazza. Lo bloccano, lo aggrediscono e danneggiano il veicolo, strappando una portiera con calci. L’azione cade in un clima da far west. Il ragazzo viene caricato su un’altra auto e portato alla caserma dei carabinieri.

Durante il tragitto lo minacciano e gli chiedono di confessare il pestaggio subito dal giorno prima, ma non gli chiedono nulla sull’offerta economica per l’incontro sessuale, quasi a voler tenere occultata una parte della vicenda. Quel sequestro di persona non voluto delle forze dell’ordine aggiunge un’altra gravità ai fatti, oltre alle botte e ai danni provocati al mezzo del giovane. Quest’episodio segna un’escalation delle tensioni e introduce un ulteriore elemento di violenza e intimidazione.

L’esito giudiziario e le pene inflitte ai protagonisti

Il procedimento si è concluso con sei patteggiamenti e una condanna sospesa il 3 luglio 2025. L’imprenditore principale ha scelto di accettare una pena di due anni, sospesa, sotto difesa dell’avvocato Luca Paparozzi. Le imputazioni nei suoi confronti erano pesanti e includevano sfruttamento della prostituzione minorile, rapina, danneggiamento e sequestro di persona. C’è chi ha definito questa decisione dolorosa ma guidata dalla volontà di chiudere un capitolo difficile, segnato fisicamente e psicologicamente.

I due amici che hanno partecipato alla rappresaglia hanno patteggiato pene leggermente più basse. Non implicati nell’offerta originale, sono stati comunque ritenuti responsabili per danneggiamento e sequestro. L’attenzione è caduta su di loro in maniera meno pesante, con una risposta giudiziaria più contenuta. Dal lato del gruppo del minorenne, chi ha materialmente colpito con le spranghe ha ricevuto una condanna a otto mesi, sospesa. Nonostante le accuse di rapina legate al furto del borsello, sono stati assolti per questa parte perché la prova non è risultata convincente.

Situazione ancora aperta per l’ex minorenne

Rimane ancora aperto il procedimento per l’ex minorenne, che ora ha vent’anni, e dovrà rispondere davanti al tribunale per i minorenni. Resta da vedere quale sarà la ricostruzione definitiva di quanto accaduto. Il caso, fuori dagli schemi classici delle cronache locali, mette in luce dinamiche di violenza e scontri personali che coinvolgono giovani e adulti, in una realtà apparentemente tranquilla.

Riflessioni sulla tensione sociale emersa a Piossasco

Questa vicenda parla anche di un contesto socioambientale in cui risentimenti e abusi di potere si manifestano in modi improvvisi e violenti. Piossasco, città della cintura torinese, si trova così al centro di una storia difficile, che intreccia minacce, denaro offerto per scopi illeciti, e azioni di ritorsione fuori controllo. Il confronto tra giovani e adulti si traduce in episodi di aggressione fisica e psicologica, con un impatto che va oltre la cronaca.

La rabbia e la voglia di vendetta hanno causato ferite anche nel tessuto di questa comunità, segnando le esistenze dei protagonisti e lasciando domande aperte su come prevenire simili situazioni. La giustizia ha bussato con durezza su tutti i coinvolti, ma il fatto che molte pene siano state sospese indica anche la complessità dell’accaduto. Resta la sensazione di un episodio difficile da dimenticare, che potrebbe tuttavia servire a capire i limiti e i rischi di certi periodi di conflitto sociale tra giovani e adulti.

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