La Camera ha approvato con 211 voti favorevoli una proposta di legge che istituisce una giornata nazionale dedicata ai giornalisti uccisi per il loro lavoro. Questa iniziativa, promossa dal deputato di Forza Italia Paolo Emilio Russo, ora passa al Senato per il completamento dell’iter. La data scelta è il 3 maggio, giorno internazionale della libertà di stampa, e vuole ricordare giornalisti caduti in nome della verità e della libertà d’informazione, spesso minacciati da mafie, guerre o forme di corruzione.
La legge come riconoscimento del sacrificio dei giornalisti caduti
L’idea della legge nasce da una convergenza bipartisan per onorare giornalisti come Giancarlo Siani, assassinato a 26 anni dalla Camorra, o Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, uccisi in Somalia mentre investigavano su traffici illeciti. Tra le vittime anche Franco Di Mare, morto per l’esposizione all’amianto durante i suoi invii nei Balcani, insieme a figure come Peppino Impastato, Mauro Rostagno e Giuseppe Fava. Questi cronisti hanno sfidato silenzi e pericoli, con l’obiettivo di usare il giornalismo come strumento di giustizia e cambiamento.
Un momento di educazione civica
La normativa ambisce a trasformare il ricordo in un momento di educazione civica, stimolando una maggiore consapevolezza sul significato dell’informazione libera e coraggiosa.
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Come sarà celebrata la giornata nazionale
Secondo quanto previsto dal testo, scuole, università, enti locali e redazioni giornalistiche potranno organizzare eventi dedicati alla libertà di stampa e alla sicurezza dei giornalisti. Questi appuntamenti comprenderanno incontri, dibattiti, proiezioni e attività didattiche.
L’intento non è celebrare con una festa, ma creare uno spazio di riflessione pubblica. Nel testo si sottolinea che ricordare i colleghi uccisi significa ribadire il diritto dei cittadini ad essere informati e segnalare le condizioni di pericolo in cui molti giornalisti operano ancora oggi, spesso sotto minaccia o pressione.
La realtà della professione giornalistica tra rischi e minacce
I dati di Reporters Sans Frontières mostrano come, su scala globale, numerosi cronisti siano assassinati ogni anno per aver svolto il proprio mestiere. In Italia, anche se la democrazia offre una certa protezione, diversi giornalisti lavorano sotto scorta o subiscono minacce, intimidazioni e querele temerarie.
Una deriva da contrastare
Questo clima di pressione cresce, alimentato da contesti criminali o da tentativi di ostacolare la libertà di stampa. La proposta di legge vuole lanciare un segnale che contrasti questa deriva, richiamando il ruolo fondamentale del giornalismo libero come guardiano della democrazia.
Il percorso parlamentare verso l’approvazione definitiva
La proposta è stata assegnata alla commissione cultura e strada facendo ha ottenuto un sostegno trasversale da diverse forze politiche. Si punta a completare l’esame e approvare la legge entro l’anno, per riuscire a promuovere la prima celebrazione ufficiale il 3 maggio 2026.
La speranza è che questo passaggio possa consolidare in Italia un momento di memoria e riflessione dedicato a chi ha sacrificato la propria vita per informare i cittadini e difendere la libertà di cronaca.