La memoria di un evento drammatico avvenuto il 8 luglio di venticinque anni fa continua a vivere nella sottosezione della polizia stradale di Trani. Quel giorno, un incidente sull’autostrada A14 nei pressi di Andria ha segnato per sempre la vita di due colleghi agenti. Tommaso Capossele perse la vita dopo essere stato travolto da un’auto ad alta velocità. Domenico Fiorella, sopravvissuto allo scontro, porta ancora con sé le cicatrici di quella tragedia. Il loro legame, la pericolosità del lavoro e il ricordo dei caduti sono al centro di questa storia.
Il dramma sull’autostrada a14: come è accaduta la tragedia
L’8 luglio 2000, sul tratto autostradale A14 vicino ad Andria, si svolgeva un intervento di rilievi dopo un incidente stradale. Tommaso Capossele e Domenico Fiorella, entrambi agenti della polizia stradale, lavoravano fianco a fianco. La giornata sembrava di quelle tranquille, almeno all’inizio. Tommaso doveva partecipare a un evento importante a Roma: la laurea della sorella. Un’occasione felice che, purtroppo, non si sarebbe mai concretizzata.
Durante le operazioni di rilevamento, un’auto che procedeva a folle velocità ha travolto i due agenti. Tommaso ha riportato ferite così gravi da non riuscire a salvarsi, morendo dopo due giorni in ospedale. Domenico è riuscito a sopravvivere, ma con danni permanenti e uno strascico emotivo difficile da superare. Quella giornata ha trasformato una missione di lavoro in un momento di lutto per l’intera comunità della polizia stradale.
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Il legame tra tommaso e domenico: più che colleghi
Il rapporto tra Tommaso Capossele e Domenico Fiorella trascendeva quello professionale. Non erano solo colleghi, ma si consideravano come una famiglia. Domenico ricorda Tommaso con profonda commozione, definendolo un amico vero. Questo sentimento ha reso ancora più difficile accettare la perdita e il trauma subito.
A seguito delle ferite riportate e dei problemi psicologici conseguenti, Domenico ha dovuto abbandonare il servizio nella polizia stradale. I postumi fisici non sono stati l’unico ostacolo: il dolore per la scomparsa dell’amico ha inciso molto sulla sua vita personale e professionale. Ha trascorso un lungo periodo in malattia, durante il quale ha affrontato sia la riabilitazione fisica sia il lavoro di elaborazione del lutto.
L’accoglienza e la vicinanza dei colleghi e della famiglia di Tommaso rappresentano un supporto fondamentale. Alla commemorazione era presente anche la moglie di Tommaso e i suoi figli, tra cui una figlia iscritta al corpo di polizia. Quel legame tra generazioni testimonia la lunga memoria collettiva che accompagna il sacrificio degli agenti.
La pericolosità del lavoro nella polizia stradale
Il caso di Tommaso e Domenico riflette la realtà di rischi molto concreti per gli agenti della polizia stradale in tutta Italia. Luca Speranza, dirigente superiore del compartimento Puglia della polizia stradale, ha sottolineato con numeri precisi la pericolosità del servizio. Gli agenti della stradale rappresentano solo circa il 10% del personale totale della polizia di Stato, ma costituiscono quasi il 50% dei caduti sul lavoro.
Questo dato segnala quanto frequentemente gli agenti si trovino esposti a situazioni rischiose durante interventi sulle strade, spesso a causa di velocità e comportamenti imprudenti degli automobilisti. Incidenti come quello del 2000 certificano la domanda di attenzione che richiede la sicurezza stradale, non solo per chi guida, ma anche per chi lavora per garantirla.
Iniziative per ricordare i colleghi caduti
Ogni anno, la memoria dei colleghi caduti viene onorata con iniziative e cerimonie in cui si ribadisce il valore di questo ruolo. A Trani e altrove, la foto di Tommaso Capossele all’ingresso della sottosezione ricorda a tutti il sacrificio personale e il prezzo che può costare il lavoro nel campo della sicurezza stradale. Nel 2025, dopo tutti questi anni, il ricordo resta vivo e presente nel cuore degli agenti e dei familiari rimasti.