Un’indagine della Guardia di finanza di Crotone ha portato alla sospensione di 20 dipendenti dell’Arsac, l’Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese, con accuse di truffa allo Stato e assenteismo sistematico. La Procura della Repubblica ha avviato le indagini a fine 2024, evidenziando comportamenti fraudolenti diffusi all’interno della sede crotonese.
Indagini e misure cautelari contro l’assenteismo all’arsac di crotone
Nel novembre 2024 il Gruppo della Guardia di finanza di Crotone ha cominciato a indagare su un fenomeno di assenteismo diffuso presso la sede locale dell’Arsac. Le verifiche si sono concentrate su presunte false timbrature e scambio di badge che permettevano al personale di far risultare la presenza in servizio anche quando non erano effettivamente al lavoro. Questi comportamenti, che pare siano stati adottati in modo quasi generale, hanno attirato l’attenzione della Procura e del giudice per le indagini preliminari.
Il Gip ha ritenuto urgente applicare provvedimenti cautelari per evitare che gli illeciti potessero continuare. Il sospetto di comportamenti fraudolenti ha portato alla sospensione di cinque dipendenti per sei mesi, mentre altri quindici sono stati sospesi per tre mesi. Le accuse riguardano truffa ai danni dello Stato, aggravata da un sistema organizzato e stabile all’interno dell’ente pubblico.
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Il meccanismo illecito: badge scambiati e presenze simulate
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il personale coinvolto avrebbe messo in atto un sistema complesso di truffa. Le timbrature non corrispondevano realmente alla presenza fisica, ma venivano effettuate da colleghi in turno oppure attraverso la condivisione fraudolenta dei badge aziendali.
Non si trattava solo di assenze invisibili. Emergevano anche arrivi dopo l’orario stabilito, uscite anticipate e pause non autorizzate durante la giornata lavorativa. Questi comportamenti, sotto osservazione per un periodo recente di controllo, hanno riguardato quasi tutta l’organizzazione locale: su 23 dipendenti, 20 sono risultati implicati.
L’operato illecito ha causato un danno economico evidente ma soprattutto un danno di reputazione, poiché ha trascinato un’intera amministrazione regionale in una vicenda coperta da un malcostume istituzionale radicato.
I dati sulle assenze e il sequestro delle somme indebitamente percepite
Le verifiche documentali hanno mostrato numeri precisi che certificano la dimensione del fenomeno. In appena 43 giorni di lavoro monitorati, sono state accertate oltre 1.160 ore di assenza non giustificata. Questa mole di ore non lavorate ma comunque retribuite ha prodotto un esborso improprio che supera i 18.000 euro.
Già il 19 giugno 2024, la Procura di Crotone aveva disposto un decreto di sequestro preventivo su circa 15.000 euro, ovvero sulle somme corrispondenti ai compensi percepiti durante le ore di assenza fraudolenta. I militari della Guardia di finanza hanno eseguito materialmente questo sequestro, confermando la gravità della situazione.
Il quadro più ampio del contrasto alle frodi nella pubblica amministrazione calabrese
L’operazione contro i dipendenti Arsac si inserisce in una strategia più vasta portata avanti dalla Procura di Crotone per contenere le condotte illecite dentro la pubblica amministrazione calabrese. L’autorità giudiziaria e le forze dell’ordine si sono concentrate su casi che avessero un impatto economico e morale rilevante nella comunità.
Il caso Arsac ha posto l’attenzione su come certi malcostumi possano radicarsi e diventare prassi presso alcune realtà pubbliche. Le misure restrittive adottate puntano a scoraggiare il ripetersi di episodi simili e a ristabilire rispetto per le risorse pubbliche e la correttezza nel lavoro statale.
Così, dopo l’indagine e le sospensioni, resta da seguire l’iter giudiziario per accertare le responsabilità penali e amministrative precise. L’attenzione delle istituzioni resta alta sul tema della trasparenza e della regolarità nei servizi pubblici in Calabria.