Il turismo a Venezia ha raggiunto livelli tanto elevati da trasformarsi in un problema per i negozianti locali. Il presidente dell’associazione Piazza San Marco, Setrak Tokatzian, denuncia il fenomeno dell’overtourism che, paradossalmente, non si traduce in acquisti ma solo in un flusso continuo di visitatori di passaggio. L’effetto si fa sentire in tutto il comparto commerciale e alberghiero della città lagunare, con ripercussioni visibili, anche su chi punta al lusso.
La città presa d’assalto ma i negozi restano vuoti
A Venezia arrivano ogni giorno folle di turisti che si muovono in modo disordinato tra gondole, taxi acquei e punti di interesse. A raccontarlo è Setrak Tokatzian, che osserva come queste persone spesso siano guidate da tour operator senza una reale intenzione di fermarsi per fare acquisti. Più che visitatori, si tratta di un’ondata che si limita a passare, senza lasciare valore al commercio locale.
Questa situazione porta il presidente dell’associazione Piazza San Marco a definire questo tipo di turismo “osceno“, perché molto rumoroso ma poco redditizio. In particolare, tocca i turisti “mordi e fuggi“, che arrivano soprattutto dai campeggi del litorale e indossano un braccialetto bianco. Tokatzian propone di limitare il numero dei granturismo, i grandi pullman che trasportano questi flussi, arrivando persino a suggerire una tariffa di cento euro a testa per fermare il fenomeno.
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La qualità oltre la quantità
Il problema non risiede solo nel numero dei visitatori ma soprattutto nella qualità di chi viene in città. Il fatto che ci siano tante persone che non spendono crea una sensazione di affollamento poco produttivo, che pesa sui commercianti che cercano di mantenere viva l’economia della zona.
Calo degli acquisti e impatto sulla città
Setrak Tokatzian sottolinea come il turismo di basso costo danneggi soprattutto la fascia alta del commercio veneziano. I negozi di marca, un tempo frequentati, vedono sempre meno clienti con borse pregiate. Questo calo è evidente non solo nei negozi ma anche in alberghi e ristoranti.
Proprio alcuni albergatori hanno segnalato un calo di presenze e lo stesso vale per diversi ristoranti, che si trovano a gestire clienti che risparmiano su pasti e bevande. Tokatzian ricorda in particolare il caso di famiglie che dividono una sola porzione di pasta o bevono semplicemente l’acqua dalle fontanelle pubbliche, segno di una contrazione nella spesa turistica.
La domanda che sorge tra i commercianti
Questo scenario fa nascere una domanda tra i commercianti: “dove sono i turisti interessati realmente alla città, quelli che presenziano per un’esperienza completa e che portano benefici duraturi?” Secondo il gioielliere, questa patologia del turismo “mordi e fuggi” riguarda anche altre città italiane, come Milano, dove la situazione rimane ferma senza segni di ripresa.
Il commercio abusivo persiste e penalizza i negozi regolari
Un’altra questione grave che Setrak Tokatzian evidenzia è il commercio irregolare, che continua a imperversare nel centro storico di Venezia. Nonostante le presenze turistiche ingenti, i negozi in regola fanno fatica a vendere, mentre gli ambulanti abusivi guadagnano anche centinaia di euro al giorno senza pagare tasse.
Gli abusivi vendono prodotti come il grano per i piccioni e le rose, richiamando i turisti che si fermano a scattare selfie alimentando gli uccelli, ma senza passare dai negozi legittimi. Questo commercio illegale svuota ulteriormente le vetrine, creando difficoltà economiche per i commercianti autorizzati.
La visita del presidente della repubblica come esempio
L’episodio legato alla visita del presidente della repubblica, Sergio Mattarella, evidenzia come sia possibile mantenere l’ordine se vi è la volontà politica e il controllo costante. In quella occasione, infatti, gli ambulanti abusivi erano scomparsi dalle strade, dimostrando che interventi mirati possono migliorare la situazione almeno temporaneamente.
Il problema resta però radicato e influenzato dalla mancanza di misure continuative per garantire un ambiente commerciale equo. C’è chi vorrebbe un’azione più coraggiosa per difendere chi rispetta le regole e per frenare un turismo che spesso risulta solo un fastidio, senza portare benefici concreti alla città.