vendite di pesticidi nell’ue nel 2023 ai livelli più bassi dal 2011 con cali significativi in italia

vendite di pesticidi nell’ue nel 2023 ai livelli più bassi dal 2011 con cali significativi in italia

Nel 2023 le vendite di pesticidi nell’Unione europea sono calate del 9%, con Italia, Germania, Francia e Spagna protagoniste; Italia ha ridotto i volumi del 44% dal 2011, mentre alcuni Paesi mostrano aumenti.
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Nel 2023 le vendite di pesticidi nell’UE sono scese ai livelli minimi dell’ultimo decennio, con significative differenze tra Stati membri; Italia, Germania, Francia e Spagna restano i maggiori utilizzatori, mentre alcuni Paesi hanno ridotto fortemente i volumi. - Gaeta.it

Nel 2023, le vendite di pesticidi nell’Unione europea hanno segnato un ritorno ai livelli più bassi dell’ultimo decennio, registrando un calo netto rispetto agli anni precedenti. Questi dati, raccolti da Eurostat, indicano una flessione importante nella diffusione di questi prodotti chimici in agricoltura, ma anche una distribuzione molto diversa tra i vari Stati membri. Italia, Germania, Francia e Spagna rimangono protagoniste per volumi complessivi, mentre alcuni Paesi evidenziano tendenze opposte.

Andamento complessivo delle vendite di pesticidi nell’ue nel 2023

Secondo i dati Eurostat aggiornati al 2023, il volume totale di pesticidi venduti nell’Unione europea si aggira intorno alle 292mila tonnellate. Questo dato rappresenta una diminuzione del 9% rispetto all’anno precedente, il 2022, e addirittura un calo del 18% rispetto al 2021. Questi numeri portano il livello di vendita al minimo dal 2011, segnando una tendenza al ribasso che si protrae ormai da qualche anno. I pesticidi restano però largamente utilizzati, con una diffusione maggiore in alcune grandi realtà agricole. I dati europei confermano che l’agricoltura intensiva spinge ancora la domanda di queste sostanze, nonostante le politiche green e le regolamentazioni più stringenti introdotte nel frattempo.

I paesi maggiori produttori e consumatori: italia tra i protagonisti

Italia e Germania condividono il terzo posto nella classifica per volumi di pesticidi venduti, con una quota ciascuna del 14% sul totale Ue. Nella graduatoria, a precedere queste due ci sono la Francia con il 23% e la Spagna con il 18%. Questi quattro Paesi sono anche quelli con la produzione agricola più significativa del continente, quindi non sorprende che utilizzino quantità elevate di prodotti fitosanitari. L’impatto ambientale e sanitario di questi livelli continua a essere oggetto di dibattiti, mentre cresce l’attenzione per alternative più sostenibili al modello tradizionale di coltivazione.

Cali e aumenti tra gli stati membri dal 2011 al 2023

Tra il 2011 e il 2023 Italia emerge come uno dei Paesi più attivi nel ridurre quantità di pesticidi venduti: ha abbattuto i volumi di circa il 44%, un risultato condiviso solo con il Portogallo. A seguire, Irlanda e Slovenia hanno fatto registrare un calo del 38%. Questi numeri evidenziano una spinta concreta verso una minore dipendenza da pesticidi in alcune realtà. Al contrario, cinque Stati membri hanno visto incrementare le vendite nel medesimo periodo, con i balzi più significativi in Lettonia , Austria e Lituania . Questi aumenti riflettono spesso strategie agricole differenti o esigenze produttive specifiche, legate a condizioni climatiche o a diversi tipi di colture.

Principali tipologie di pesticidi venduti nel 2023

La composizione delle vendite di pesticidi in Europa nel 2023 mostra una prevalenza netta delle categorie fungicidi e battericidi, che rappresentano il 39% delle quantità totali. Seguono gli erbicidi, distruttori di foglie e diserbanti con il 36%, mentre insetticidi e acaricidi coprono il 17%. Questi tre gruppi di prodotti coprono dunque oltre il 90% dei pesticidi immessi sul mercato. Le diverse categorie rispondono a necessità specifiche della protezione delle colture: funghi, piante infestanti e insetti rappresentano le principali minacce. Il monitoraggio nell’uso di queste sostanze continua a essere fondamentale per evitare danni all’ambiente e alla salute umana, stimolando la ricerca di strategie alternative.

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