Il tribunale civile di Roma ha emesso una sentenza che coinvolge la vedova di carlo vanzina, regista scomparso nel 2018, e le sue due figlie. La famiglia dovrà restituire una somma rilevante alla società di produzione “International Video 80” per prestiti ricevuti negli ultimi anni della vita del regista. Il caso evidenzia tensioni familiari e legali nate dopo la sua morte, con accuse incrociate e un lungo percorso giudiziario durato diversi anni.
I dettagli della condanna: la cifra e le circostanze del prestito
Il 27 maggio scorso il tribunale civile di Roma ha stabilito che Elisabetta Melidoni, vedova di carlo vanzina, e le figlie Isotta e Assia dovranno restituire alla società “International Video 80” la somma di 391.846 euro. Questa cifra rappresenta i prestiti che il regista aveva preso in più tranche dal 2016 al 2018, giustificati come necessità personali e familiari. Oltre a questa somma, dovranno farsi carico delle spese legali e degli interessi maturati.
Ritratto di carlo vanzina e la società di produzione
Carlo vanzina, noto regista italiano, era coinvolto nell’azienda di famiglia con la società di produzione di cui la sua famiglia era azionista. Il prestito ha provocato dissapori in seno alla compagine societaria e la questione si è protratta per diversi anni fino al pronunciamento del tribunale. La sentenza sottolinea come il debito non possa essere ignorato, anche dopo la morte del regista.
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Rapporti familiari e struttura societaria alla base del conflitto
La vicenda prende forma tra figure familiari legate sia da rapporti di parentela che da interessi economici. Elisabetta Melidoni insieme alle figlie detengono il 45% della società di produzione, mentre Enrico, altro azionista e legale rappresentante di International Video 80, possiede il 40%. Enrico è cognato di Elisabetta e ha svolto un ruolo determinante nel chiedere la regolazione dei conti dopo il decesso di carlo vanzina, intervenendo per risolvere i problemi finanziari evidenziati dai prestiti.
Tentativi e fallimenti nella conciliazione
Nonostante la presenza di una stretta relazione familiare, le divisioni economiche si sono imposte con forza. I tentativi di conciliazione, compreso l’intervento del professore Corrado Gatti come consulente, non hanno portato a una soluzione condivisa. Questa situazione ha accentuato i dissapori, alimentando una battaglia legale che ha coinvolto tutti i membri della famiglia.
La causa civile per restituzione e le contestazioni della difesa
Nel 2020 Enrico ha promosso una causa civile per ottenere la restituzione delle somme versate, contestando alla vedova e alle figlie un “ingiustificato arricchimento”. La difesa ha risposto opponendosi a queste accuse, sostenendo che l’eredità era stata accettata con beneficio di inventario. Questo avrebbe regolarmente tutelato i beni ereditati da eventuali debiti personali.
Inoltre la difesa ha messo in discussione le prove relative all’uso scorretto dei fondi societari e ha ribadito che Carlo vanzina stesso aveva contribuito economicamente alla società con finanziamenti propri. La strategia della difesa ha anche puntato a sottolineare presunte irregolarità nelle firme apposte su alcuni documenti legati ai prestiti, mettendo in dubbio autenticità e validità degli stessi.
Conferma tecnica del debito e svolgimenti paralleli dell’inchiesta
Per chiarire la questione finanziaria, il tribunale ha nominato un consulente tecnico d’ufficio che ha verificato i dati contabili. Il professionista ha confermato che carlo vanzina aveva effettivamente prelevato più volte le somme contestate e che il debito verso la società esisteva. Questa relazione tecnica ha pesato in modo significativo a favore della posizione di Enrico, rafforzando la richiesta di restituzione delle somme.
Parallelamente al processo civile, la vedova Melidoni ha denunciato Enrico per tentata truffa, riferendosi proprio ai soldi oggetto della causa. La Procura però ha chiesto l’archiviazione e il gip ha disposto l’archiviazione definitiva, riconfermando la solidità della posizione di Enrico e chiudendo così il fronte penale della vicenda.
Le tensioni familiari hanno dunque lasciato spazio a una disputa legale che ha coinvolto denaro e affari di famiglia, con il tribunale che ha fissato una richiesta precisa di rientro economico per International Video 80. La decisione rappresenta un punto fermo in una vicenda ricca di contendenti e contestazioni che si è trascinata per anni.