Un gruppo di ricercatori dell’istituto tumori Pascale di Napoli ha pubblicato una ricerca sul Journal of Translational Medicine che potrebbe rivoluzionare il modo in cui si sviluppano i vaccini anti cancro. La novità riguarda la possibilità di usare vaccini basati su antigeni mutati condivisi fra più pazienti affetti dallo stesso tumore, evitando così la personalizzazione completa che oggi richiede costi elevati e tempi lunghi.
Il modello attuale dei vaccini anti cancro e le sue limitazioni
I vaccini anti cancro finora realizzati sfruttano antigeni mutati specifici per ogni singolo paziente. Questo significa che, ogni volta, il farmaco deve essere sviluppato e prodotto ad hoc per chi riceve il trattamento. Il procedimento comporta spese nell’ordine dei 300-400 mila euro per ogni persona e richiede mesi per la preparazione. Oltre ai costi, la produzione dipende dalla capacità e dalle risorse dell’azienda farmaceutica coinvolta, rendendo difficile una larga diffusione globale o regionale.
Questa personalizzazione del vaccino nasce dall’idea che, essendo ogni tumore geneticamente unico, gli antigeni mutati su cui si basa la risposta immunitaria debbano esserlo a loro volta. Ciò ha portato a una situazione in cui pochi pazienti possono realmente accedere ai trattamenti, e spesso solo all’interno di studi clinici specifici. La tecnologia attuale non consente la produzione rapida e diffusa di vaccini personalizzati su scala globale.
Leggi anche:
L’innovazione proposta dal team dell’istituto tumori Pascale
Il gruppo guidato da Luigi Buonaguro ha lavorato per selezionare un gruppo di antigeni mutati che risultano comuni a più pazienti con lo stesso tipo di tumore. Questi antigeni, chiamati “molecole mutate condivise”, rappresentano il bersaglio ideale per realizzare vaccini “off-the-shelf”, quindi pronti all’uso e utilizzabili per qualsiasi individuo affetto dalla stessa neoplasia. Questa scoperta apre alla possibilità di superare le limitazioni economiche e organizzative della personalizzazione completa.
La ricerca descrive, per la prima volta, come queste molecole possono fungere da base per produzioni standardizzate, capaci di stimolare la risposta immunitaria senza la necessità di un adattamento paziente per paziente. Il risultato sarebbe un trattamento più rapido da preparare e potenzialmente più accessibile, con riduzione notevole di costi ed effort logistici.
Possibile impatto clinico e prospettive future
Secondo Buonaguro, la sperimentazione clinica dovrà validare l’efficacia di questi vaccini basati su antigeni condivisi, ma le basi aprono una strada concreta verso una nuova generazione di terapie antitumorali. In particolare, i vaccini terapeutici potrebbero diventare un’opzione standardizzata per tumori frequenti, adattandosi a contesti regionali e mondiali.
Se confermati, questi risultati permetterebbero agli oncologi di disporre di vaccini più convenienti e più semplici da distribuire. Si potrebbe rompere così il vincolo della produzione individuale, spesso un ostacolo insormontabile in termini di tempo e risorse. Naturalmente, la fase successiva richiederà prove su pazienti in grado di dimostrare che la risposta immunitaria indotta è efficace quanto quella del metodo personalizzato.
Il gruppo di ricerca e il contributo alla lotta contro i tumori
Il gruppo Modelli Immunologici Innovativi dell’istituto tumori Pascale, composto da Luigi Buonaguro con le dottoresse Angela Mauriello, Beatrice Cavalluzzo, Concetta Ragone e Mariella Tagliamonte, ha firmato questo studio. Il lavoro rappresenta un importante passo avanti per la scienza locale e contribuisce a rafforzare Napoli come centro di ricerca di riferimento contro il cancro.
Il fatto che la ricerca sia pensata e realizzata totalmente in Italia, e con risultati pubblicati su una rivista internazionale, dimostra la capacità di produrre conoscenze di valore mondiale anche al di fuori dei grandi centri internazionali tradizionali. Questo potrebbe attrarre attenzione e risorse per sviluppi ulteriori a scala globale. Lo sviluppo futuro dovrà concentrarsi sulla sperimentazione clinica, qualificando al meglio i vaccini basati su molecole condivise nell’uso terapeutico nei pazienti.