La dispersione universitaria resta una sfida significativa per molte università italiane. Con il progetto Speed, le università di Bergamo e Brescia, insieme a Fondazione Cdp, entrano in campo con un piano strutturato per sostenere gli studenti nella delicata fase di passaggio dalla scuola superiore all’università. L’obiettivo è migliorare l’esperienza accademica e aumentare il numero dei laureati nelle due province.
L’accordo tra università di Bergamo, Brescia e fondazione cdp per il progetto Speed
Il 2025 segna l’avvio di un’iniziativa importante nelle sedi universitarie di Bergamo e Brescia. È proprio nella sede dell’università di Brescia che, in data recente, si è tenuta la firma ufficiale dell’accordo tra il presidente di Fondazione Cdp, Giovanni Gorno Tempini, il rettore dell’università di Brescia, Francesco Castelli, e la prorettrice vicaria di Bergamo, Piera Molinelli. Tutti e tre hanno ribadito la volontà di creare un modello che possa essere copiato in altre realtà, non solo per durare i 27 mesi previsti dal progetto ma per lasciare un sistema operativo stabile nel tempo.
Il punto di partenza del progetto Speed
Il punto di partenza di Speed è l’analisi statistica del fenomeno del drop-out, cioè l’abbandono prematuro degli studi universitari. Studiare i numeri serve per capire quali sono le categorie di studenti più fragili, quelli che rischiano di mollare prima del tempo. Con questo tipo di dati, le università vogliono intervenire in modo mirato, anticipando il problema e proponendo soluzioni concrete, migliorando la qualità della permanenza degli studenti nel percorso accademico.
Leggi anche:
Come il progetto Speed segue gli studenti verso il successo accademico
Speed si articolerà in quattro fasi distinte, pensate per affrontare diverse sfide degli studenti che si trovano a dover affrontare l’università per la prima volta.
La prima fase consiste nel tutoraggio, affidato a studenti universitari senior. Questi tutor giocano un ruolo chiave: conoscono bene le difficoltà del percorso e sanno a chi rivolgersi, agendo come punto di riferimento per i nuovi iscritti.
Poi si passa al sostegno nella costruzione di un metodo di studio efficace, su misura per le specificità dei corsi universitari. Non è raro, infatti, che molti studenti trovino difficile adattarsi alle nuove richieste di apprendimento, quindi questo supporto può fare la differenza nel mantenimento della motivazione e nell’ottenimento di buoni risultati.
Mentoring, coaching e benessere psicologico
Il terzo passo del programma è rappresentato dal mentoring e coaching, percorsi che vanno oltre le sole nozioni, mettendo a fuoco le scelte personali, gli obiettivi di lungo termine e la gestione del tempo e delle energie. Sono strumenti che aiutano l’allievo a costruirsi un’identità da studente laureando, aumentando la consapevolezza delle proprie capacità.
Infine, l’attenzione si concentra sul benessere psicologico degli studenti, tramite consulenze specifiche. La possibilità di far emergere e affrontare situazioni di stress o disagio può evitare che questi fattori diventino cause di abbandono prematuro.
Dall’inizio dell’anno accademico 2025-2026, questo percorso integrato mirerà a diventare un punto di riferimento continuativo anche dopo la fine del finanziamento, grazie a un modello sostenibile e replicabile.
L’importanza di un approccio integrato per ridurre il drop-out universitario
La sfida della dispersione universitaria richiede risposte articolate e coordinate, uniche nel loro genere per ogni realtà territoriale. L’unione delle università di Bergamo e Brescia sotto l’ombrello di un progetto condiviso sottolinea come l’esperienza collettiva possa essere più efficace del singolo intervento isolato.
Speed adotta un metodo dinamico che non si limita a mappare i numeri degli abbandoni ma agisce fin da subito per prevenire le difficoltà, accompagnando i giovani dal primo giorno di università. Il modello prevede quindi un monitoraggio attento e l’intervento su più fronti, dalla didattica al sostegno psicologico, lavorando con gli studenti in modo globale.
Una risposta a sfide nazionali e sociali
Questo tipo di progettualità cerca di rispondere a una sfida nazionale che coinvolge tanti atenei e che si lega anche a questioni sociali più ampie: la qualità dell’istruzione terziaria, l’occupabilità dei giovani e la competitività del sistema Paese. Le università di Bergamo e Brescia si candidano a diventare esempio per percorsi simili, mettendo a frutto la collaborazione con Fondazione Cdp e con enti che guardano allo sviluppo dell’istruzione superiore in modo concreto e misurabile.
Dall’avvio del nuovo anno accademico si vedranno gli effetti di questa sperimentazione, ma il progetto Speed ha già mostrato come affrontare la dispersione universitaria significa prevenire e accompagnare all’interno delle aule, fuori da semplici dati o statistiche.