La scena politica romana si anima in vista delle elezioni comunali del 2027, con il centrodestra che prova a tracciare la strada verso il Campidoglio. Tra ipotesi di candidature, voci dagli ambienti più influenti e nomi noti, si delinea un quadro ricco di tensioni e di possibili sorprese. Al centro del dibattito, figure come Giovanni Malagò, Arianna Meloni e perfino Carlo Calenda, intrecciano storie personali e politiche in un contesto che mescola festa e strategia.
La festa all’eur e l’atmosfera della politica romana
Qualche sera a Roma, in un palazzo del centro storico, si teneva una festa per il compleanno di una donna con un ruolo importante nella città. L’evento offriva un ambiente elegante, con un salone imponente decorato da tessuti floreali, luci soffuse e una terrazza affacciata su viste spettacolari. Tra brindisi di champagne e panzarotti, ospiti provenienti dal mondo della politica e dello spettacolo si mescolavano in conversazioni di rito, strette di mano e saluti di circostanza.
Ma l’atmosfera cambiava appena si lasciava la superficie per scoprire commenti più caustici e discussioni suggestive. La festa, pur essendo una celebrazione, diventava anche luogo di scambio di informazioni e indiscrezioni sulla futura scena politica romana. Quel ambiente condensava tutta la Roma che conta, fatta di correnti sotterranee fatte di amicizie, ambizioni, alleanze e delusioni.
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Fabio rampelli tra speranze e esclusioni
In quei colloqui, il nome di Fabio Rampelli tornava spesso come simbolo di una candidatura che non riesce a decollare. Storico esponente della destra romana e presidente della Camera dei deputati, Rampelli ha mostrato interesse per la poltrona di sindaco, ma finora ha subito esclusioni importanti: prima dalla corsa per il governo del Lazio, dove la scelta era caduta su Francesco Rocca, e poi nelle valutazioni per il Campidoglio.
I presenti alla festa narravano come l’appoggio a Rampelli resti incerto, con molti convinti che la tornata elettorale del 2027 non sarà la sua occasione. Questo scetticismo emergeva da pettegolezzi informati e da commenti su complessi equilibri interni al centrodestra romano. La sua esperienza e la conoscenza del tessuto politico non sembrano bastare a garantirgli una chance vera. Si parla di rapporti tesi e di divergenze strategiche che rallentano il suo percorso.
Giovanni malagò, tra l’eleganza dello sport e una possibile sfida politica
Giovanni Malagò è un nome che gira spesso nei corridoi della capitale. Presidente uscente del Coni e figura nota per la sua rete di amicizie con personaggi dello spettacolo e dello sport, è diventato anche protagonista di voci insistenti riguardo a una possibile candidatura a sindaco per il centrodestra.
Malagò in passato aveva smentito, dicendosi concentrato sul Coni e sul suo mandato, terminato nel 2025. Ma proprio poco prima che il suo successore venisse eletto, un’intervista alla Stampa ha mostrato un Malagò più esplicito nei sentimenti patriottici e nel sostegno al governo di Giorgia Meloni. Quel segnale ha alimentato i sospetti che potrebbe entrare in gioco in politica, magari come candidato civico vicino all’attuale maggioranza.
La sua figura esercita un certo fascino e la sua rete di conoscenze legate a volti noti del cinema e della cultura romana lo rende un possibile outsider rispettato. Ma il suo arrivo nel gioco politico non appare immediato e resta da vedere se accetterà di esporsi in prima persona.
Altre ipotesi e la strategia dietro le quinte
Il centrodestra a Roma si trova a dover valutare molte opzioni, tra nomi più o meno concreti e progetti ancora in fase embrionale. Tra le varie ipotesi, si fa spazio anche quella di Arianna Meloni, sorella del premier Giorgia Meloni, coinvolta in prima persona nella gestione del partito ma con dubbi sul suo coinvolgimento diretto nella corsa amministrativa.
Mentre Calenda, noto esponente di Azione, resta sullo sfondo come suggestione difficile da concretizzare, si fanno largo altri nomi come Marco Mezzaroma, amministratore delegato di Sport e Salute, e Andrea Abodi, ministro con meno voglia di lasciare il suo attuale ruolo. Nessuno però conferma apertamente queste ipotesi, segno che per ora prevale la cautela e la ricerca di un candidato capace di riunire le diverse anime del centrodestra.
La festa all’Eur si chiude con la certezza che la partita per Roma è aperta e che le strategie continueranno a farsi più precise con il passare dei mesi. Rampelli salirà sul palco ma l’orologio si fa sentire. Nel cuore della città le trattative proseguono e nessuno vuole saltare il momento decisivo.