Nel pomeriggio del 4 luglio 2025, un uomo di 57 anni è stato trovato privo di sensi vicino al suo camion a torino, nell’area industriale di strada del francese. La temperatura corporea rilevata era di 41 gradi, un dato che lascia pochi dubbi sulle cause del malore fatale. L’episodio porta nuovamente l’attenzione sulle condizioni difficili che molti lavoratori affrontano durante le ondate di calore, soprattutto in ambienti urbani e industriali esposti al sole cocente.
La scoperta del camionista in fin di vita e il soccorso a strada del francese
Alle 16.30 di giovedì, la scena si è svolta in una delle zone più trafficate di torino per il movimento di mezzi pesanti. Il camionista, dipendente di una ditta della provincia di cuneo, è stato rinvenuto a terra vicino al suo mezzo, in uno stato di grave debilitazione. Secondo le testimonianze raccolte, l’uomo si sarebbe accasciato improvvisamente mentre probabilmente stava terminando le operazioni di scarico del materiale trasportato.
Sul posto sono intervenuti rapidamente gli agenti della polizia municipale e un’ambulanza del 118. L’intervento è stato tempestivo ma le condizioni dell’uomo apparivano già critiche. Trasportato d’urgenza all’ospedale san giovanni bosco, il camionista è giunto in arresto cardiaco. I medici hanno effettuato per oltre trenta minuti tentativi di rianimazione, purtroppo inutili.
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L’alta temperatura corporea misurata – ben 41 gradi – ha indicato chiaramente uno shock termico. Per ora le autorità vogliono ricostruire con precisione le ultime fasi prima del malore, ma è evidente che il caldo intenso ha giocato un ruolo cruciale.
Condizioni climatiche critiche a torino
Quel pomeriggio, torino registrava temperature tra le più elevate dell’estate 2025. L’osservatorio meteorologico dell’università locale ha indicato un picco ufficiale di 34,7 gradi alle 15.14, in una giornata definita di bollino rosso per il rischio sanitario su tutto il territorio piemontese. L’indice di calore percepito, aggravato dall’umidità e dal calore emanato dall’asfalto, superava chiaramente quel valore.
Proprio le zone industriali, caratterizzate da ampie superfici di cemento e asfalto, si trasformano in forni sotto il sole. Per chi lavora all’aperto o in cabina di camion senza climatizzazione adeguata, il rischio di colpi di calore sale rapidamente. Il caso del camionista mette in luce una realtà che riguarda molti addetti ai lavori, soggetti a sforzi fisici eccessivi in momenti di caldo estremo.
Gli esperti sanitari richiamano spesso l’attenzione sulla necessità di pause frequenti, idratazione costante e adattamenti degli orari di lavoro in relazione alle condizioni atmosferiche. Eppure, nel sistema vigente non tutti i settori hanno disposizioni chiare o obblighi specifici.
Sicurezza dei lavoratori e lacune normative in piemonte
Il dramma ha riacceso il dibattito sui rischi che gli autotrasportatori corrono durante le giornate di caldo intenso. Negli ultimi giorni la regione piemonte ha emanato misure restrittive per i rider, vietando loro di lavorare tra le 12.30 e le 16 nelle giornate di bollino rosso, come quella del 4 luglio. Questa scelta si basa sulla volontà di tutelare i ciclisti e i fattorini più esposti agli effetti del caldo.
Tuttavia, per gli autisti di camion e mezzi pesanti non esistono prescrizioni simili. Il settore del trasporto su strada, con ritmi spesso serrati e condizioni climatiche critiche, non gode di misure di protezione contro i colpi di calore. Questa assenza normativa rischia di lasciare molti lavoratori vulnerabili. L’episodio di torino sottolinea la pericolosità di questo vuoto e la necessità di aggiornare regole e protocolli.
Tra chi si occupa di sicurezza sul lavoro cresce la richiesta di un intervento che riconosca le difficoltà concrete di chi lavora all’aperto sotto il sole, con mezzi spesso privi di aria condizionata o ripari adeguati.
Reazioni dei colleghi e le indagini in corso dopo il malore
Il lutto ha colpito profondamente l’ambiente lavorativo della zona industriale torinese. I colleghi del camionista raccontano di averlo visto apparire provato poco prima del malore. Nessuno però si aspettava un epilogo così drammatico in pochi minuti.
Ora tocca agli inquirenti e alle autorità competenti fare chiarezza sulle dinamiche dell’incidente. Verranno esaminate eventuali omissioni o carenze nei protocolli di sicurezza, anche per capire se si poteva davvero evitare questa tragedia. Controlli sui tempi di guida, sulle condizioni dei mezzi e sul rispetto delle pause saranno tutti elementi fondamentali per ricostruire i fatti.
Il caso riporta sotto i riflettori un problema che non riguarda solo torino, ma tante aree industriali e di trasporto in tutta italia, dove il caldo estremo si traduce in rischi molto concreti per chi lavora all’aperto.