È stato confermato che un’impronta lasciata sulle scale del seminterrato della villetta di Garlasco appartiene ad Andrea Sempio. L’analisi ha riguardato una traccia rimasta sul luogo del ritrovamento del corpo di Chiara Poggi, vittima di un delitto che continua a suscitare attenzione a livello nazionale. Le nuove tecniche di analisi hanno permesso di stabilire con precisione la corrispondenza della traccia con il sospettato.
Le modalità dell’indagine sulle impronte digitali
L’impronta repertata è stata ottenuta attraverso un trattamento con la ninidrina, un reagente chimico che mette in evidenza le tracce di sudore lasciate sulle superfici. In questo caso, la particolare impronta, classificata come “33“, è risultata riconoscibile grazie a 15 minuzie dattiloscopiche, cioè piccoli dettagli univoci delle creste cutanee. Questi elementi sono fondamentali per distinguere una persona da un’altra con alta precisione.
Il procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, ha ufficializzato i risultati con una nota formale. Gli esperti hanno potuto contare su tecnologia aggiornata, che comprende strumenti hardware e software avanzati capaci di migliorare il rilevamento e l’elaborazione delle tracce, anche quelle più allo stremo. L’incremento tecnologico ha permesso di archiviare, comparare e confermare l’impronta con un margine di errore estremamente basso.
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Il contesto della traccia rilevata e il suo ruolo nel caso poggi
La traccia è stata trovata sulle scale in pietra che portano al seminterrato, zona particolarmente rilevante nelle indagini, perché è proprio lì che è stato scoperto il corpo di Chiara Poggi. La prova concreta di una presenza di Andrea Sempio su quella scala riaccende i riflettori sugli sviluppi del processo, già al centro di un grande interesse mediatico.
L’impronta non era stata immediatamente valutata come decisiva, ma il perfezionamento degli strumenti per l’elaborazione dei dati dattiloscopici ha consentito di rivedere con attenzione ogni elemento. La corrispondenza poi verificata, in fatto di minuzie, rende il rintracciamento della mano certa, e questo può rappresentare un punto cardine per l’accusa o la difesa, a seconda delle fasi del procedimento, poiché si fissa un contatto diretto con la scena del crimine.
L’impatto delle tecnologie aggiornate sulle analisi forensi
L’uso delle nuove potenzialità tecniche si nota specialmente nell’ambito della dattiloscopia. In passato, condizioni ambientali o la qualità della traccia avevano limitato la possibilità di identificare con sicurezza impronte poco evidenti o deteriorate. A oggi, processori più potenti, algoritmi raffinati e software dedicati consentono di isolare dettagli un tempo indistinguibili.
Gli strumenti digitali supportano gli esperti nel confronto rapido e affidabile tra diverse banche dati. Prima si impiegavano metodi più manuali, con rischi di errore superiore. Ora l’intera catena, dalla raccolta dell’impronta alla sua analisi fino al riconoscimento, procede con maggiore exactezza e velocità. Nel caso specifico di Garlasco, questo progresso ha permesso di trasformare una traccia sino a poco tempo fa dubbia, in una prova concreta.
Il proseguimento delle indagini scientifiche
Le indagini continueranno a focalizzarsi su tali evidenze, combinandole con altri elementi già acquisiti attraverso testimonianze e consulenze scientifiche. La collaborazione tra i settori della polizia scientifica e gli esperti fornisce così nuovi strumenti per chiarire le responsabilità e ricostruire l’esatta dinamica degli eventi.